Il solstizio di inverno è considerato convenzionalmente il giorno in cui inizia l’inverno: Le stagioni non iniziano al primo giorno del primo mese (1 settembre, 1 dicembre e così via) ma in giorni che vengono detti solstizi o equinozi e che capitano tra il 20 e il 23 di ogni primo mese della stagione. La scelta di questi giorni però non è convenzionale, ma ha una ragione astronomica ben precisa. Il solstizio d’inverno – insieme a quello d’estate e agli equinozi di primavera e autunno – ripartisce in quattro parti uguali il tragitto che la Terra compie attorno al Sole, per il quale impiega un anno. Le quattro parti uguali corrispondono alle quattro stagioni.
Poiché i giorni – intesi come periodo in cui la Terra compie una rotazione su sé stessa – non sono composti esattamente da 24 ore e l’anno non è composto da 365 giorni precisi, il solstizio d’inverno capita in giorni diversi nei diversi anni: il più delle volte il 21 o il 22 dicembre. I casi in cui capiti di 20 o 23 sono estremamente rari, il prossimo solstizio d’inverno di 23 dicembre non dovrebbe capitare prima del 2300.
In che momento avviene il solstizio d’inverno
Come detto il solstizio d’inverno corrisponde ad un fenomeno astronomico ben preciso, è il momento in cui l’asse della terra è il più inclinato possibile rispetto al Sole: l’asse è una linea immaginaria che collega il Polo Nord al Polo Sud, la Terra ruota su stessa e l’asse può essere più o meno inclinato. In realtà i momenti di massima inclinazione sono due, il solstizio d’inverno e quello d’estate. Il solstizio d’inverno – per noi che viviamo nell’emisfero nord del pianeta – è il momento in cui il Polo Nord è il più distante possibile dal Sole quindi; il solstizio d’estate è quello in cui è più vicino (per chi si trova nell’emisfero Sud il fenomeno è identico ma a giorni invertiti). Essendo un momento astronomico così ben definito capita anche ad un orario preciso, anche se non è mai lo stesso di anno in anno: quello di oggi è avvenuto alle 5.49 del mattino, lo scorso anno era stato tre minuti dopo la mezzanotte. Guardando l’immagine qui sopra è facile capire che il solstizio d’inverno è il giorno con il dì più breve in tutto l’anno e la notte più lunga: a causa dell’inclinazione dell’asse la porzione di Terra illuminata dalla luce del Sole è molto piccola; è perciò anche il giorno dell’anno in cui, visto dalla Terra, il sole raggiunge la sua altezza minima dall’orizzonte a mezzogiorno (l’ora in cui dovrebbe essere il più alto possibile nella giornata).
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Solstizio d'inverno
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Solstizio d'inverno
Il solstizio d’inverno e quello d’estate sono i due giorni in cui l’emisfero Nord e quello Sud ricevono rispettivamente il minimo e il massimo dell’irraggiamento solare ( mentre gli equinozi sono i giorni in cui la durata del giorno e della notte è di esattamente 12 ore).
Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo “Natale”.
Forse per questo il 25 dicembre è una data celebrativa presente in culture e paesi distanti tra loro. Infatti, intorno alla data del 25 Dicembre, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horus.
Nel giorno corrispondente al 25 dicembre odierno, nel 3000 a.C. circa, veniva festeggiato il dio Sole babilonese Shamash.
Nacque poi in Babilonia il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz, che veniva considerato l’incarnazione del Sole.
Sempre nei giorni del solstizio d’inverno, nell’antica Grecia si svolgeva in onore di Dioniso una festa rituale chiamata Lenaea; nel Messico pre-colombiano nascevano il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab (il dio Sole messo al mondo dalla vergine Chiribirias) nello Yucatan; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era invece festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina, mentre in Persia si celebrava il dio guerriero Mithra, anch’esso partorito da una vergine e soprannominato “il Salvatore”.
Il solstizio prende il nome dal latino “sol” e “sistere” (letteralmente, sole fermo) e coincide con le antiche celebrazioni per Sol invictus, cioè la rinascita del Sole: secondo gli antichi romani, infatti, il solstizio era il periodo in cui il Sole scompariva nell’oscurità per poi tornare in vita più luminoso di prima.
Per me è il giorno più bello dell'anno!
Amo la luce, i cieli sereni e tersi, i colori vivaci: rosso, arancio, giallo, Non mi piace il grigio delle giornate invernali con cieli opachi e foschi.
Sembra una contraddizione, invece no perchè da oggi, lentamente, ma inesorabilbente, la luce crescerà e piano piano avrà il sopravvento sul buio.
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