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domenica 19 marzo 2017

Auguri Papà...

By amici-in-allegria.blogspot.it

Auguri a tutti i papà

La Festa del Papà è festeggiata in tutto il mondo ma in date diverse. Nei paesi di fede cattolica si celebra il 19 marzo perché secondo la tradizione è il giorno della morte di San Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Papa Sisto IV intorno al 1479 inserì la ricorrenza nel calendario romano. Nel 1870 Papa Pio X elevò San Giuseppe al rango di Santo Patrono della Chiesa universale. Leone XIII nel 1889 lo nominò Patrono dei padri di famiglia e dei lavoratori.
                                  

              sempre  grazie a     Zio Enrico

By leggoerifletto:



 A mio padre - Camillo Sbarbato


Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo
per te stesso egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
E subito la scala tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell’altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.


giovedì 23 febbraio 2017

Fede...


Al Suo Posto - don Bruno Ferrero

By leggoerifletto 
La rete da pesca - don Bruno Ferrero 

Il fiordo era immerso nella profonda tranquillità della notte artica. L'acqua sciabordava leggera sulla spiaggia. Avvolto dal profumato tepore della sua casa di legno, Hans il pescatore tesseva la rete della sua prossima stagione di pesca. Era solo nell'angolo del camino. La sua dolce sposa Ingrid riposava nel piccolo cimitero di fianco alla chiesa. Improvvisamente però risuonarono fresche risate gioiose. La porta si aprì per lasciar passare la bionda Guendalina, la sua carissima figlia, che teneva per mano il fratellino Eric.«Guendalina, ora sei in vacanza. Vuoi prendere il mio posto a intrecciare la rete da pesca nuova mentre io vado a riparare la barca?».«Oh sì, papà!».Le ore passavano. Guendalina lavorava di buona lena, maglia dopo maglia, nodo dopo nodo. Ma i gior­ni si aggiungevano ai giorni. La corda era scabra. L'appretto per impermeabiizzarla ruvido, le mani facevano male. Le sue piccole amiche si sporgevano dalla porta: «Guendalina, vieni a giocare con noi!». E le maglie si allentavano sempre di più, i nodi era­no sempre meno stretti, la corda sempre meno impermeabilizzata.Arrivò la primavera. Il fiordo s'illuminò ai primi raggi del sole. La pesca riprese. Tutto fiero del lavoro della sua figlia carissima, Hans il pescatore imbarcò la sua rete da pesca nuova sul suo fidato vecchio battello.«Vieni con me, piccolo Eric, per la nostra prima uscita!».Pieno di gioia il ragazzino saltò a bordo. La bar­ca scivolò nell'acqua. La rete affondò nelle onde verdazzurre. Eric batteva le mani vedendo i pesci argen­tati saltare e guizzare nella rete ben piena.«Una pesca fantastica! Aiutami a tirare su la rete, figliolo!».Ed Eric tirava, tirava con tutte le sue forze. Ma vinto dal peso, pluf! piombò in acqua, proprio in mez­zo alla rete.«Non è niente!», pensò papà Hans, issando velocemente la rete a bordo. «La mia rete è solida! E' la mia Guendalina che l'ha tessuta con le sue mani: Eric verrà su con i pesci!».La rete uscì dall'acqua leggera. Ahimé, al fondo aveva solo un grande squarcio... I nodi stretti male si erano allentati. Le maglie mal fissate si erano aper­te. E il piccolo Eric riposava ormai in fondo al fiordo.«Ah, se avessi intrecciato ogni maglia con amore», piangeva Guendalina.E' nel quotidiano che si tesse la rete dell'eternità. Ogni giorno è un nodo. Puoi non pensarci, ma il giorno della pesca arriverà e dipenderà anche da quello che avrai intrecciato quaggiù, oggi.- don Bruno Ferrero -da: "Il canto del grillo" ed. Elledici



Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio a pendolo che ad ogni ora suonava con solenne lentezza, ma anche con gran rimbombo.«Ma non la disturba?» chiese uno studente. «No», rispose il saggio. «Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi: che cosa ho fatto dell'ora appena trascorsa?».
E tu, che cosa hai fatto dell'ora appena trascorsa?
- don Bruno Ferrero -



Di fronte all’ampio e diversificato panorama delle paure umane, la Parola di Dio è chiara: chi "teme" Dio "non ha paura". Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio della vera sapienza", coincide con la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo. Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura: "Nell’amore non c’è timore – scrive l’apostolo Giovanni – al contrario, l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore" (1 Gv 4,18). Il credente dunque non si spaventa dinanzi a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e l’irrazionale non hanno l’ultima parola, ma unico Signore del mondo e della vita è Cristo, il Verbo di Dio incarnato, che ci ha amati sino a sacrificare se stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza...
- papa Benedetto XVI - dal "Angelus del 22 giugno 2008" 


Buona giornata a tutti. :-)



www.efuseraefumattina.blogspot.it

25563-gatti

Un uomo e sua moglie andarono in vacanza a Gerusalemme.........
Mentre erano lì, la moglie morì. L'impresario delle pompe funebri chiese quindi all'uomo: "La vuole spedirle a casa per 5000 dollari, o preferisce farla seppellire qui, in Terra Santa , per soli 150 dollari".L'uomo ci pensò un attimo e rispose che avrebbe voluto spedirla a casa .L'impresario chiese allora: "Perchè vuole spendere 5000 dollari per spedire a casa sua moglie quando sarebbe bello seppellirla qui e spenderebbe solo 150 dollari? "L'uomo rispose " Molto tempo fa un uomo morì qui, fu sepolto qui, e tre giorni dopo resuscitò. Non posso correre questo rischio!!!

Iniziamo la giornata con un sorriso :-)

mercoledì 15 febbraio 2017

Per essere felici occorre lottare, per essere infelici non occorre fare niente.


By leggoerifletto:

L'abitudine - Omar Falworth

Abituati a “sentire” chi ti parla
non ad ascoltare le sue parole.
Abituati a “guardare” chi ti sta di fronte
non a vedere il suo volto ed i suoi vestiti.
Abituati a camminare con gli altri
non a passeggiare insieme ai loro corpi.
Abituati a capire gli altri
non a capire se ti sono utili.
Abituati ad “entrare” in te stesso,
e riuscirai ad “entrare” negli altri.
Ma soprattutto...
abituati a stare bene con te stesso.
Se riuscirai a stare bene con te stesso
starai bene con tutto il mondo.

- Omar Falworth - 

Da: “Pensieri Azzurri per vivere meglio”  di Omar Falworth -
  Ed. Splendida Mente

Le stranezze degli uomini 

Come sono strani gli uomini!
Cercano in tutti i modi di pestare i piedi agli altri,
e non s’accorgono che contemporaneamente
stanno pestando anche i propri.

- Omar Falworth -



Il cambiamento 

Chi afferma di essere
troppo vecchio per cambiare vita...
... lo è sempre stato.

- Omar Falworth -



Sai vivere quando - Omar Falworth

Sai vivere quando qualcuno ti fà un torto
e non ti adiri più di tanto,
e non prepari un astuto piano per rendergli la pariglia,
e quando lo vedi, gli vai incontro accogliendolo con un sorriso.
Sai vivere quando gioisci dei pregi di chi ami,
ma ne accetti benissimo i difetti,
e non tenti di convincerlo a pensare come tu la pensi,
e non cerchi di cambiargli i comportamenti che ritieni sbagliati
ma, soprattutto, sai vivere quando riesci ad accettarti cosi
come sei senza condannarti per non essere come vorresti,
e riesci ad amarti anche quando non sei amabile,
e t'adoperi come tutte le tue energie per renderti felice.
Perchè sai che nessuno può amare nessuno se prima non ama se stesso,
e nessuno può fare felice nessuno se prima non ha fatto felice se stesso.

- Omar Falworth -


















Per essere felici occorre lottare, per essere infelici non occorre fare niente.
                                                                            
- Omar Falworth -

















Averla senza possederla. 
Dare il meglio di sé
senza pensare di ricevere.
Voler stare spesso con lei,
ma senza essere mossi dal bisogno
di alleviare la propria solitudine.
Temere di perderla,
ma senza essere gelosi.
Aver bisogno di lei,
ma senza dipendere.
Aiutarla, ma senza aspettarsi gratitudine.
Essere legati a lei,
pur essendo liberi.
Essere un tutt´uno con lei,
pur essendo se stessi.
Ma per riuscire in tutto ciò,
la cosa più importante da fare è...
accettarla così com'è,
senza pretendere che sia come si vorrebbe.

- Omar Falworth -



Buona giornata a tutti. :-)


sabato 21 gennaio 2017

Il gatto ...


girobloggando.wordpress.com un-gatto-a-passeggio-fra-i-libri
By leggoerifletto

Ode al Gatto – Pablo Neruda

Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono néi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.
L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca d'imitare la mosca,
ma il gatto
vuole solo esser gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.
Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.
Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse non sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare un gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.

- Pablo Neruda - 

Dipinto di Henriette Ronner  Knip


Studio di un gatto che si sveglia

Al gatto di donna Reynolds e altre poesie sul gatto

 – John Keats

Gatto, che la tua età matura hai superato,

quanti sorcetti e ratti hai sterminato nei tuoi bei giorni?

E quanti, con guardo fisso di accesi e verdi anelli

pungenti e morbidi, ed unghie che germoglian dal velluto,

celati artigli che ti pregano me di non ferire,
n’hai carpiti, bocconcini d’uccello?
Ora, rinforza il miagolar grazioso, e narra
le tue zuffe con pesci, sorci e teneri pulcini, di cui,
dalle tue fusa, dal guardar basso e leccarti le zampe,
oggi non vedo traccia; e per quanto la serva
a pugna e mazza assai ti percotè, lucida è la pelliccia
come quando, in giovinezza, nella lizza tu entrasti,
sopra un muro di vetri di bottiglia.

- John Keats -


Il gatto – Guillaume Apollinaire

Io mi auguro di avere in casa mia:
una donna provvista di prudenza,
un gatto a passeggio fra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza.


- Guillaume Apollinaire -

Gatto che giochi per via – Fernando Pessoa

Gatto che giochi per via
come se fosse il tuo letto,
invidio la sorte che è tua,
ché neppur sorte si chiama.
Buon servo di leggi fatali
che reggono i sassi e le genti,
hai istinti generali,
senti solo quel che senti;
sei felice perché sei come sei,
il tuo nulla è tutto tuo.
Io mi vedo e non mi ho,
mi conosco, e non sono io.


- Fernando Pessoa -



Il gatto e altre poesie – Charles Baudelaire

Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch’io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d’agata e metallo.
Quando a bell’agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt’intorno gira al suo corpo bruno.

- Charles Baudelaire -



La gatta – Umberto Saba

La tua gattina è diventata magra.
Altro male non è il suo che d’amore:
male che alle tue cure la consacra.
Non provi un’accorata tenerezza?
Non la senti vibrare come un cuore
sotto alla tua carezza?
Ai miei occhi è perfetta
come te questa tua selvaggia gatta,
ma come te ragazza
e innamorata, che sempre cercavi,
che senza pace qua e là t’aggiravi,
che tutti dicevano :’È pazza’.
È come te ragazza.

- Umberto Saba -




Donne e gatti – 
Paul Verlaine 


Lei giocava con la sua gatta
E che meraviglia era vedere
La bianca mano e la bianca zampa
Trastullarsi nell’ombra della sera!
Lei nascondeva – la scellerata –
Sotto i guanti di filo nero
Le micidiali unghie d’agata
Taglienti e chiare come un rasoio.
Anche l’altra faceva la smorfiosa
E ritraeva i suoi artigli d’acciaio,
Ma il diavolo non ci perdeva nulla
E nel boudoir, in cui tintinnava, aereo,
Il suo riso, scintillavano quattro punti fosforescenti.

- Paul Verlaine  -






Buona giornata a tutti. :-)

www.leggoerifletto.it

www.leggoerifletto.com






Il gatto 

Io mi auguro di avere in casa mia:
una donna provvista di prudenza,
un gatto a passeggio fra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza.


– Guillaume Apollinaire -