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lunedì 5 settembre 2016

centodiciannove di trecentoventicinque




“La realtà è che siamo immersi in un oceano d’amore. Cristo è venuto a ricordarcelo.”
Giovanni Vannucci


Fede, Speranza, Amore

SILENZIO


La gioia dell’amore 
119. Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore, che permette di lottare contro il male che la minaccia. L’amore non si lascia dominare dal rancore, dal disprezzo verso le persone, dal desiderio di ferire o di far pagare qualcosa. L’ideale cristiano, e in modo particolare nella famiglia, è amore malgrado tutto. A volte ammiro, per esempio, l’atteggiamento di persone che hanno dovuto separarsi dal coniuge per proteggersi dalla violenza fisica, e tuttavia, a causa della carità coniugale che sa andare oltre i sentimenti, sono stati capaci di agire per il suo bene, benché attraverso altri, in momenti di malattia, di sofferenza o di difficoltà. Anche questo è amore malgrado tutto. 

Amoris laetitia : La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie 

Amoris Laetitia  
                                      Amoris laetitia 


                                     lode-del-mattino…    A te dico: Alzati!
LA lode-del-mattino…  a romena
                                   Lode della sera
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 www.romena.it 
Romena



venerdì 29 aprile 2016

VIA IL "SOTTOFONDO"



                                         silenzio - MARIO BRUNELLO - Silence


Signore delle Cime - Mario Brunello e 24 violoncellisti
24 luglio 2010, Trentino, Dolomiti, Passo Rolle, Pale di San Martino, Monte Castellazzo, 2330 m, ore 6 del mattino, alba limpida, freddo, Mario Brunello e 24 violoncelli, "Signore delle Cime", emozioni ...



MARIO BRUNELLO: VIA IL "SOTTOFONDO"


Nel libro "Silenzio" il violoncellista, restituisce l'importanza che ha questa dimensione nella musica, ma non solo. Nel silenzio nasce il suono, l'arte, la fede. La vita.


Mario Brunello (foto A. Bevilacqua)












Mario Brunello (foto A. Bevilacqua)


“E’ un libro più da ascoltare che da leggere. Nel silenzio”. Così scrive  all’inizio della sua riflessione tra il filosofico, il musicale e l’esistenziale Mario Brunello, uno dei musicisti che il mondo ci invidia. Il suo è un originale, intimo elogio del silenzio.    Solo a un superficiale può sembrare strano che un musicista dedichi un libro a tale dimensione. Chi conosce Brunello,  sa quanto appassionata sia la sua ricerca dei silenzi, anche in luoghi  alieni dalla musica, come il deserto, o l’alta montagna, per andarvi a suonare il suo magico violoncello.

   Se viviamo male, afferma l’autore, è anche perché abbiamo cancellato il silenzio dal nostro tempo. Ma esso “vive  fuori del tempo”. Anzi, “lo prende in contro-tempo”. E ci prende in controtempo. Il suo nemico non è tanto il rumore, o la voce sguaiata, ma il “sotto-fondo”, cioè quell’indistinto che omologa tutto, che confonde le differenze, che, in definitiva, falsifica la vita. Per tornare a vivere e a capire l’esistenza, quindi,  si deve recuperare il silenzio, prendersene cura, ri-abitarlo, cavandolo dal cono d’ombra in cui lo abbiamo colpevolmente relegato.    
    Nel libro ("Silenzio", Il Mulino) , pensato  come una sonata, cioè diviso in quattro tempi, più un bis, il violoncellista, parte dalla sua esperienza, tornando a quand’era ancora studente agli ultimi anni di corso. Preparando la Sonata op.25 di Paul Hindemit per violoncello solo,“scoprii il potere del silenzio e il silenzio mi fece scoprire di essere musicista”, rivela.  Esso è la condizione senza la quale non  potrebbe esistere la musica. E’ il luogo, il contenitore della musica il suo “liquido amniotico”. Il ventre dal quale escono i suoni, ma anche lo spazio dal quale esce l’invenzione musicale. “L’arte musicale degli ultimi tre secoli, la musica classica, ha fatto del silenzio un elemento espressivo, di equilibrio formale, addirittura un elemento principale entro il quale distillare i suoni.  Da Bach a John Cage è stato fatto un percorso che ha portato a ribaltare l’importanza dei ruoli tra suono e silenzio”, osserva Brunello.
Mario Brunello (Foto A. Bevilacqua)
Mario Brunello (Foto A. Bevilacqua)


Poi il discorso si estende alle altre dimensioni intellettuali: non si dà creazione artistica se non immersi nel silenzio, ma neanche intuizione  scientifica. D’altra parte quest’ultimo è anche il momento aurorale della comunicazione, del dialogo: il silenzio precede sempre la parola, quella autentica. L’ascolto richiede solo ascolto. Cioè silenzio. E invece noi, oggi, ascoltiamo, e vediamo assieme o, peggio, facciamo al contempo qualcosa d’altro. Viviamo con le cuffiette alle orecchie. Ciò elimina la possibilità decisiva di dedicarsi a una sola cosa alla volta, continua Brunello, che significa  vivere con autenticità.    

  Anche l’esperienza religiosa, a ben vedere,  prevede di necessità il silenzio. Prima che alla parola e all’annuncio, l’uomo di fede è chiamato alla meditazione, alla contemplazione muta. Forse perché capire che si viene dal silenzio, da qualcosa di diverso da noi che siamo “rumore”,  e nel caso migliore voce, ci fa anche capire la presenza di un qualcosa di diverso da noi che ci contiene, ci previene, ci prevede. Proprio come il silenzio genera la nota. Davvero un libro da gustare in silenzio.
 www.famigliacristiana.it/







Mario Brunello - Canzoni armene con violoncello, torrente e poco vento
Mario Brunello ha scelto un promontorio erboso sopra ad un nevaio ed piccolo corso d'acqua, ai piedi di una parete rocciosa, per un cocerto offerto ad un gruppo di escursionisti in trekking da Vogo di Fassa al Passo Sella. In questo video Mario Brunello esegue al violoncello quattro canzoni armene ed il vento riprende a soffiare forte proprio alla fine dell'esecuzioine quaso che la natura avesse rispettato la bellezza della musica. Forse anche le numerose marmotte sulle pendici del monte si sono messe in ascolto senza fischiare.


Silenzio


MARIO BRUNELLO

Silence


Hidden among the sounds of our everyday life, silence has become an unfamiliar dimension of experience; yet we all intimately pursue it. Mario Brunello is an artist capable of playing in a theatre or a monastery, on top of a mountain or in the middle of a desert, or even in an old, abandoned factory. Silence is the common denominator of all these venues. In a concert hall, silence is tense, charged, emotionally provocative, reflecting the audience's voiceless anticipation. A mountaintop provides a site in which the act of listening has no need for performed music. But the author argues that silence is also the acceptance of existing sounds. The interlacing of life and art is precisely the topic of this book.
This book is part of a new series entitled "Forgotten Words": silence, patience, frugality, perseverance, decency, prudence, courage... and, finally, old age. This new series comprises brief essays by authors having different intellectual backgrounds, who discuss these forgotten words, explore their contemporary relevance, and identify their existential features.
Mario Brunello is one of the world's most renowned cello players. He has performed in major international concert halls, collaborating with conductors such as Claudio Abbado, Myung-Whun Chung, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, and Zubin Mehta. But he also likes to play music beyond the confines of traditional circuits. His extraordinarily varied repertoire attempts to integrate the new and the old and re-interprets the past in light of the present. He regularly participates in jazz festivals and theatrical productions.



Mario Brunello e la musica del silenzio
Mario Brunello al Salone internazionale del libro di Torino 2014 presenta il suo libro Silenzio:https://www.mulino.it/isbn/9788815248008

Nascosto tra i rumori della nostra quotidianità, il silenzio è oggi una dimensione quasi sconosciuta, ma forse intimamente ricercata da ciascuno di noi. Mario Brunello è un artista capace di suonare in un teatro come in un monastero, su una cima dolomitica o nel deserto, ma anche in un vecchio capannone industriale. Il silenzio è il denominatore comune di tutti questi luoghi: in un sala da concerto il silenzio è teso, carico, emotivamente provocante, fatto dal non parlare del pubblico in attesa; in alta montagna è il "luogo" dove si dà un ascolto che non ha bisogno di musica eseguita. Ma per l'autore il silenzio è anche accettazione dei suoni esistenti: e proprio questo intreccio di vita e arte è il tema del libro.


Mario Brunello - Havun Havun - Alpi Apuane, Foce Rasori - 6-9-15


Mario Brunello - 

Suite n.6 per violoncello solo di J.S.Bach



Ave Maria (De Andre)


         Antonella Ruggero


sabato 26 marzo 2016

Il "silenzio" per mettere Dio al primo posto ...

Da questo post...
Il "silenzio" per mettere Dio al primo posto ...
Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori.
Educarsi alla vita interiore. Il silenzio può fare paura, eppure è un compagno discreto a cui attingere per trovare le risposte che spesso cerchiamo negli avvenimenti della vita. Il silenzio non è soltanto assenza di parola ma spazio interiore per accogliere il Verbo della Vita. Dal silenzio, come da terra fertile, fioriscono tutte le virtù.




In una civiltà come la nostra, spesso chiamata "civiltà della comunicazione", ma che di fatto rischia di diventare una "babele", una società della confusione, non è facile creare spazi di silenzio. Si vive immersi nell'inflazione della parola, e quando le parole si moltiplicano, diventano facilmente superficiali; e rendono pure incapaci di ascolto.
 Il silenzio può fare paura, eppure è un compagno discreto a cui attingere per trovare le risposte che spesso cerchiamo negli avvenimenti della vita.

          È necessario il silenzio perché il lavoro diventi missione, le preoccupazioni e le difficoltà diventino paziente attesa, la fatica diventi passione. Ogni costruzione umana significativa ha bisogno di tempo e di silenzio. Il silenzio permette di recuperare noi stessi e di crescere in umanità. È bello il silenzio quando lo si vive come spazio abitato. Il silenzio infatti porta alla scoperta della presenza di Dio in noi, mette le basi della preghiera: «Può pregare con sincerità - insegnava Gandhi - solo colui che è convinto di avere Dio dentro di sé». Il silenzio educa e rafforza nella vigilanza, che è attenzione al vissuto fin nei dettagli, capaci di rivelare la novità che si nasconde persino nella monotonia, nel quotidiano mai banale anche se spesso è banalizzato dalla poca attenzione e da una diffusa superficialità.


          «Nel silenzio è insito un meraviglioso potere di osservazione, di chiarificazione, di concentrazione sulle cose essenziali» (D. Bonhoeffer). 

          In una sua preghiera, Etty Hillesum scrive: «Tutto avviene secondo un ritmo più profondo … che si dovrebbe insegnare ad ascoltare: è la cosa più importante che si può imparare in questa vita. Il silenzio può così essere strada che conduce alla profondità. Ecco perché le grandi donne e i grandi uomini dello spirito hanno amato e vissuto il silenzio».

Silenzio, ascolto, preghiera   
       Una donna del nostro tempo, che ama e vive il silenzio, è madre Anna Maria Canopi, abbadessa e fondatrice dell'abbazia Mater Ecclesiæ sull'isola San Giulio (Orta, Novara).
 Il suo ottantesimo compleanno è stato un'occasione per la sua comunità per raccogliere in un libro , parte delle sue tante riflessioni donate alle numerose persone approdate al monastero, col desiderio di ascoltare "una parola", di ritrovare il silenzio, e con il silenzio se stessi. «Ogni persona che giunge all'abbazia, si trova accolta, tenuta per mano, ascoltata nella sua unicità da un cuore capace di quell'amore gratuito e personale che può nascere soltanto da lunghe ore di silenzio, di adorazione e di preghiera. Solo chi sa essere discepolo del Signore può infatti diventare evangelicamente maestro, nel suo divenire trasparenza dell'unico Maestro».

          È un cammino graduale e paziente di educazione della mente e del cuore, è espressione della bontà del cuore, è dono. Il silenzio è anche frutto di quell'esercizio ascetico che permette di dominare la propria istintività e rende capaci di tacere e parlare al momento opportuno e in modo giusto.          «Per educarci al silenzio - scrive la Canopi - è necessario cominciare a tacere, a disciplinare la lingua, ma non basta, perché fare silenzio non è soltanto non parlare. Dobbiamo riempirci del silenzio che coincide con il Verbo di Dio, Verbo silente, e poi parlare attingendo da quella sorgente; allora le parole sono calme, sono essenziali, sono buone, sono vere, sono belle, sono creatrici. Le parole che scaturiscono dal silenzio, cioè da Dio, partecipano della stessa creatività di Dio, sono feconde di vita» .
          La vita interiore richiede l'uso della ragione e della volontà, ha bisogno di discernimento e di azione, tuttavia al centro dello spirito sta qualcosa di semplice e radicale da cui dipende l'educabilità vera ed efficace del cuore: silenzio, ascolto, preghiera. Non sono solo atti tipici della vita religiosa e monastica, ma primi e fondamentali passi dell'esperienza umana come tale. Per parlare con libertà e coscienza, bisogna sapersi educare al silenzio, inteso come una predisposizione all'ascolto profondo di se stessi, del prossimo e di Dio.
        
  Dietrich Bonhoeffer così esprimeva le motivazioni del silenzio raccomandato a ogni cristiano che voglia crescere nella vita spirituale: 
«Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola. Facciamo silenzio dopo l'ascolto della Parola, perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima Parola, e facciamo silenzio prima di coricarci perché l'ultima Parola appartiene a Dio. Facciamo silenzio solo per amore della Parola». E Ildegarda di Bingen diceva: «Dio ci dà volentieri appuntamento nella casa del silenzio».

Espressione del primato di Dio          Il silenzio non è soltanto assenza di parola - anche se esige una limitazione nell'uso della parola - ma spazio interiore per accogliere il Verbo della Vita.
«In sostanza, - scrive ancora la Canopi - il silenzio è un'espressione concreta del primato accordato a Dio. Se davvero diamo a Dio il primo posto, se a lui consacriamo le primizie del nostro cuore, a lui rivolgiamo i nostri desideri e lo mettiamo al di sopra di tutte le nostre attese, allora certamente cercheremo di far tacere tutti gli altri rumori, per poter percepire il "mormorio leggero" della sua presenza, per lasciar risuonare in noi solo la sua Parola, che è lui stesso.
          Il silenzio sta alla base dell'educazione dell'uomo. Dal silenzio, come da terra fertile, fioriscono tutte le virtù; senza il silenzio anche le virtù già acquisite diventano scadenti, perdono la loro specifica bellezza, la loro lucentezza e profondità. Non è facile quando si è sempre immersi in ambienti rumorosi e superficiali custodire il raccoglimento ed essere testimoni della Parola che non passa, della purezza del cuore, della vera bellezza della vita. Eppure tale testimonianza è oggi quanto mai urgente".
          Tutti, soprattutto oggi, abbiamo bisogno del silenzio! È dal silenzio che può nascere una parola acuta, penetrante, comunicativa, sensata. Dio preferisce il silenzio, parla all'uomo se sa mettersi in ascolto. Il silenzio è indispensabile! È nel silenzio che s'impara a stare con la gente in modo diverso, a parlare alla gente in modo diverso, a gioire con la gente in modo diverso. Si diventa più lieti e più profondi nello stesso tempo.
          «Più passa il tempo - diceva Gandhi - e più mi accorgo che non riesco ad essere felice senza silenzio, senza preghiera... La preghiera mi ha salvato la vita. Senza di essa sarei pazzo da molto tempo».

Rivestirsi di silenzio 

         Ancora madre Canopi sottolinea quanto sia importante «per la vita spirituale, all'inizio della giornata, attingere da Cristo forza, amore, pace, nutrirsi di lui, ricolmarsi di lui. Un cristiano - tanto più se consacrato - dovrebbe sempre essere riconoscibile per una "qualità" diversa di essere: qualunque cosafaccia, dovrebbe lasciar trasparire la sua relazione profonda con il Signore. Qualcosa di divino dovrebbe irradiarsi dal suo modo di essere, di agire, di pensare, al punto da costituire nel mondo un segno del trascendente e un docile strumento nelle mani del Signore per educare gli altri alla purezza, alla finezza spirituale, alla delicatezza dei sentimenti».
Siamo in un'epoca dove si parla facilmente in modo volgare, ma tale modo di esprimersi dimostra che non c'è cuore puro, che manca il gusto della vera bellezza. Un cuore non educato al vero, al buono, al bello, vale a dire alla santità, è un cuore non ancora evangelizzato e perciò incapace di evangelizzare.
          «La Vergine Maria può esserci anche in questo di modello e di aiuto. In lei, concepita senza peccato, tutto è sempre stato compostezza, silenzio e pace. È la bellezza pura e santa che, come terra umile e tutta aperta alla fecondazione della grazia, genera il Verbo. Ella è insieme la Vergine del silenzio e dell'ascolto, la Madre del Verbo e la Madre del bell'Amore, la Regina della Pace. Guardando a lei, ognuno può chiedersi come, nella propria situazione, possa fare qualcosa di più per coltivare il silenzio e per aiutare gli altri a scoprirne la bellezza».

Silenzio e Parola

           Per stare alla presenza di Dio, in ascolto della sua Parola, bisogna innanzitutto mettersi in stato di silenzio. «Taccia, davanti a lui, tutta la terra» esclama il profeta Abacuc (2,20). Taccia tutta la terra, tacciano tutti gli uomini, tacciano tutte le creature, tacciano i nostri cuori, i nostri pensieri... per ascoltare il Signore che è Parola di amore e suscita sempre "cose nuove".
          Un analogo invito al silenzio si trova nei Salmi: «Sta' in silenzio davanti al Signore e spera in lui» (Sal 37,7). Il silenzio è fonte di speranza, espressione di abbandono fiducioso.
Il profeta Osea ci mostra come il silenzio sia fondamentale perché sia vera la relazione con Dio. Israele ha violato l'alleanza nuziale con il suo Signore, e il Signore, vuole portarlo a conversione, vuole risvegliare l'amore genuino degli inizi.
          "Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16). La condurrò lontano dalla vita tumultuosa, la condurrò in un luogo di silenzio e là, quando il suo cuore sarà in silenzio, le parlerò ed essa saprà ascoltarmi. Allora le toglierò gli idoli che aveva sulla bocca e nel cuore e farò con lei un'alleanza nuova: Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore" (Os 2,21-22).
          C'è una relazione profonda fra silenzio e purezza di cuore, come pure tra silenzio e carità, tra silenzio e preghiera. Soltanto dove regna il silenzio possono fiorire la Parola, la preghiera e la carità. Solo nel silenzio è possibile far crescere uno spazio interiore per accogliere il Verbo della Vita e trasmetterlo come Parola che dà vita.

(Teologo Borèl) Aprile 2012 - autore: Gellini Anna Maria


PROMEMORIA 

Tre poesie di Dietrich Bonhoeffer

Chi sono? Cristiani e pagani. Luce

Parole di vita

Spiritualità, preghiere, testimonianze...



etty  
«Penso anche alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio"» (Benedetto XVI, Udienza generale 13 febbraio 2013).
(NB. Dal n. 6 la ricerca è condotta sul DIARIO integrale di Etty Hillesum)