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venerdì 25 marzo 2016

Musica popolare ITALIANA... e le canzoni dei cantautori.

SpiragliDiLuce

Le connessioni tra la musica popolare e le canzoni dei cantautori

Cari amici ed amiche,
in questo blog finora ci sono stati racconti di viaggio, post sulla crescita personale e la meditazione, ben poche cose di musica. Il che potrebbe apparire strano dato che a scrivere il blog è…un musicista! In realtà, strano non è del tutto perché Spiragli di Luce l’ho voluto dedicare a questi temi. La musica ha seguito per ora un percorso parallelo, anche se qualcosa qua e là ho inserito… (dopo metterò un link)
Allora voglio darvi la notizia che mercoledì 30 marzo 2016 suonerò al Teatro Leonardus, il  Teatro del “Colegio italiano Leonardo Da Vinci”, di Bogotà.
Concerto Elvio Rocchi Cantautori Musica Italiana, musica popolare Bogotà .png
Dedicheró il concerto alla Musica popolare del nostro paese…sarà un percorso musicale e narrativo dalle canzoni della tradizione (pizziche, tarantelle, canti popolari e ninna nanne) fino a quelle dei cantautori.
In scaletta, il mio grande maestro Fabrizio De André, ma anche tante altre chicche prese qua e là: brani di Francesco De Gregori e Angelo Branduardi, le canzoni popolari riscoperte da Eugenio Bennato ed un brano poco conosciuto di Italo Calvino…il quale, anche se il fatto non è molto noto, si cimentò pure nello scrivere canzoni.
Cosa hanno in comune la musica delle tradizione e le canzoni dei cantautori?
A mio avviso le similitudini sono molteplici: la musica popolare trova nella ripetizione una delle sue caratteristiche principali, e la canzone d’autore pure. Non va dimenticato che le canzoni tradizionali (in tutto il globo) hanno sempre svolto una funzione rituale, che in alcune occasioni aveva la funzione di celebrare delle festività, in altre quella di operare dei veri e propri rituali di guarigione ed in altre ancora quello di portare i partecipanti ad una sorta di trance che li poteva connettere con il divinoconcetto espresso da Battiato (ci sarà anche lui nella scaletta?) in “Voglio vederti danzare”:
Nei ritmi ossessivi, la chiave dei riti tribali
regni di sciamani e suonatori zingari ribelli”
Il ritmo “ossessivo” può infatti produrre l’effetto di cui tanto ho parlato in questo blog: spegnere la mente e connettere con un livello di percezione superiore.
Mi incuriosisce anche come sia la musica popolare che quella dei cantautori si occupi di raccontare storie. Chi conosce Vecchioni, Guccini, Branduardi, ma anche Bennato, Lucio Dalla, Fossati, Venditti e tutta questa allegra compagnia di grandissimi artisti, sa che oltre alle bellissime musiche, questi brani sono caratterizzati da splendidi racconti che si ascolterebbero volentieri anche se non fossero accompagnati dalla musica. Provate a pensare a Bocca di Rosa di De André o a Samarcanda di Vecchioni: a chi non piacerebbe ascoltarle narrate come una storia attorno al camino?
Quando ho iniziato a scrivere questo spiraglio pensavo di dare la notiza del concerto e fermarmi lì. Adesso però mi sto appassionando, perché le canzoni che vorrei fare sono tante e le storie da raccontare pure. Branduardi fece un intero album dedicato a San Francesco d’Assisi… mi verrebbe voglia di inserire non una bensí tutte le canzoni del disco nel concerto…ma ovviamente non si può. E se penso a San Francesco mi viene anche la bellissima Fratello sole, sorella luna nella versione del cantautore Claudio Baglioni. Eh già, ci vorrebbe una scaletta di quattro ore e mezzo…
Tornando a Branduardi, una canzone che sicuramente sarà presente è Alla fiera dell’est.
branduardi crescita personale meditazione spiragli di luce
Questo bellissimo brano datato 1976 è basato su un antico canto ebraico, canto per il Seder di Pesach, la cena della Pasqua ebraica. Nel brano originale non si tratta di un topolino bensí di un capretto e la sequenza delle strofe rappresenta in realtà il susseguirsi della storia del popolo ebraico tra le varie dominazioni, schiavitù e liberazioni. Ilgatto rappresenterebbe infatti il regno di Babilonia e il cane l’Egitto. Il bastone che “picchia il cane” sarebbe il bastone di Mosé con cui apre le acque del Mar Rosso (in cui gli egiziani rimangono sommersi) il fuoco (che “bruciò il bastone”) e l’acqua (che “spense il fuoco”) rappresentano i successivi regni di Nabuccodonosor prima e di Persia e Media poi. Il toro rappresenta la cultura greca e il macellaio quella romana che pose fine alla cività ellenica. Può essere interessante citare che, nel 1989, la cantautrice israeliana Chava Alberstein, in polemica con la politica estera dello stato di Israele fece una sua versione del canto tradizionale in cui inserí tra anche l’occupazione della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Provate ad ascoltare la musica e guardate se non vi ricorda qualcosa…
L’ultima canzone di cui voglio parlare è riturnella, vocabolo calabrese che in italiano significa rondine. La rondine è un’animale che migra, quindi se ne va e poi ritorna (appunto, riturnella) e in più di una canzone popolare del nostro sud è utilizzata come simbolo dell’amante lontano e dell’amata che attende il suo ritorno.
Molte canzoni popolari hanno seguito la tradizione orale, il passaggio da bocca a bocca, rischiando di perdersi nell’epoca contemporanea. Così non è stato per questo bel canto, trascritto la prima volta dall’etnomusicologoAntonello Ricciche la sentì cantare da una anziana signora di Cirò, Mariangela Pirito, detta Za ManciulitaLa canzone venne poi ripresa da Eugenio Bennato che la pubblicò nel 1978, rendendola famosa e salvandola (forse) da un oblio a cui pareva tristemente destinata.
E con questa storia è tutto, quindi: Mercoledì 30 marzo, Elvio Rocchi in concerto a Bogotà, presso il Teatro Leonardus, con “Musica popolare italiana”, concerto organizzato dalla Società Dante Alighieri. Ed ora chiudiamo con un pò di gallery e riferimenti dei brani citati…
Il primo link che avevo promesso è il mio primo spiraglio musicale, la mia versione di “Prospettiva Nevski” di Franco Battiato.
Il sultano di Babilonia e la prostituta (dalla storia di San Francesco) – A. Branduardi (in questa versione canta anche Franco Battiato)
Fratello Sole, Sorella Luna – Claudio Baglioni
Samarcanda – R. Vecchioni
Riturnella, nella bellissima versione dei “Bizantina”

sabato 24 ottobre 2015

Cantico delle Creature - Angelo Branduardi (con testo) & "Alla fiera dell'est" ...


Cantico delle Creature - Angelo Branduardi (con testo)


Angelo Branduardi - Alla Fiera dell'Est  live





Angelo Branduardi - Alla Fiera dell'Est
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il toro
che bevve l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E venne il macellaio
che uccise il toro
che bevve l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E l'Angelo della Morte
sul macellaio
che uccise il toro
che bevve l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.
E infine il Signore
sull'Angelo della Morte
sul macellaio
che uccise il toro
che bevve l'acqua
che spense il fuoco
che bruciò il bastone
che picchiò il cane
che morse il gatto
che si mangiò il topo
che al mercato mio padre comprò.
Alla Fiera dell'Est
per due soldi
un topolino mio padre comprò.

Angelo Branduardi  ALBUM

Angelo Branduardi Vanità di vanità

sabato 28 marzo 2015

Camminando , camminando...in tre "Angelo Branduardi"




Bene ragazzi ieri sera, influenza a parte( che non ho sentita dato il mio cammino)ho ascoltato un concerto che sinceramente lo consiglio ad ognuno di voi.Si, sto parlando di Angelo Branduardi e non storcete il naso, perchè pure io sono un'anima rock, ma quando la musica vi conduce camminando camminando vi trovate in altri luoghi. Credetemi estremamente piacevoli.Quante ne ho sentite prima di decidermi ad accettare questo incarico , non perchè dubitassi, ma per le chiacchiere che ne venivano dietro. "Troppo vecchio(daje), troppo noioso( aridje), superato..etc etc..."Ma voi lo avete mai ascoltato bene questo menestrello della musica , questo professore di strumenti a corde,questo esecutore sopraffino, questo cappellone ormai bianco ma meno riccioluto, questo fine dicitore che in un'atmosfera magica, per pochi intimi purtroppo, ci ha trasportato veramente nel cuore della melodia.
Risultati immagini per angelo branduardi no copyright
Il suo tour è agli inizi, si vede che deve essere in certi punti ancora perfezionato, come un buon piatto che ha  necessità di rodaggio o di qualche aggiunta, ma la conclusone finale..era ...che  , in quelle due ore( e ripeto due ore) io non avevo più l'influenza..meglio della tachipirina!La cosa più edificante era la tripla suonata di campanello d'inizio,quanti anni erano che non lo sentivo più?Puntuale come un orologio alle nove e un quarto in punto , il sipario ci ha mostrato uno scenario semplice ma intrigante, dove i lumi appesi erano soffusi, le varie disposizioni strumentali sembravano sospese, la batteria schermata da una gabbia di plexigas, il tavolino piccino e rotondo con un strana tovaglia e sempre e costantemente un bianco bicchiere altrettanto inspiegabile( sali minerali?) . Arriva, pacato, leggero,vestito tutto di nero come un ottimo studente di Tai - Chi, si muove,prende gli strumenti ,ma tu non lo senti , è veramente soave!Inizia a spiegarci e anche la voce è leggera, non alza il timbro, ci parla come se fossimo a tu per tu (cosa molto difficoltosa con il Maestro!)e sembra proprio che la sua narrazione sia individuale non diffusa per tutto il teatro.

La musica come stregoneria dello sciamano che muovendosi e cantando ti legge dentro, o il mago che riesce a tirar fuori dalla tua anima doni sconosciuti.Questo è il suono, lo stesso suono che fa di San Francesco il giullare di Dio, il poeta del cantico delle creature, che trasforma l'infinitamente piccolo nell'immensità del tutto, dove le particelle di carta diventano fogli, e un piccolo atomo, la struttura umana. C'è la grandezza della gioia espressa con i piatti e tutto accompagnato da movimenti cosi' perfetti da vedere Branduardi come uno strumento a sè , non come il semplice esecutore, ma tutto partecipa con l'armonia, dalla punta dei suoi vistosi capelli alle estremità in movimento, come le mani, ma sono movimenti ritmici cadenzati in esatta sincronia con gli orchestrali.
C'è un intervallo e una seconda parte dove siamo trasportati nel '500, dove amore e morte  convivono costantemente, procurandoci sonetti di vero dolore o di profonda gioia.La pozione magica che ora produce quest'altra magia , non è più il violino, ma la chitarra, una perfetta Ovation di fibra di carbonio, un vero gioiello per chi la sa suonare. E Branduardi la suona, la accarezza,l'accorda e siamo nel mare aperto, siamo tra i flutti, siamo a Nord Ovest , siamo capitani di ventura , spavaldi di fronte all'ignoto e consapevoli della nostra morte.
Ma la sorpresa maggiore è stata quella di vedere rivisitate alcune sue passate canzoni a livello salsa o cumbia , con l'invito(mimando con molta ironia l'accento straniero...) a partecipare sempre al ritmo, cantando, battendo le mani e senza accorgertene ora sei proprio dentro quello che lui voleva all'inizio , sei dentro la musica, non sai chi esattamente ti ci ha portato, ma è doveroso pensare che sia stato proprio lui, con questi suoi giochi di prestigio. Il menestrello è diventato furbo, e tu gli perdoni la sua riservatezza,la sua scarsa disponibilità ad aprirsi come uomo Branduardi, le sue critiche feroci sulla maggioranza dei musicisti che non conoscono una nota,sui vari talent che la riducono in mera opera di business. E allora ti accorgi che ha più parlato lui che molti altri, ma te le ha insinuate a poco a poco tutte queste cose e ti ha fatto volare inconsciamente in un vortice sconosciuto.
Se volete provare tutte queste sensazioni, e un po' vi fidate di me.....non perdetelo, perdereste la cosa che amate..certo se l'amate..cioè la musica stessa!

APPROFONDIMENTO SU
  Angelo Branduardi e Luisa Zappa Branduardi

http://www.mastrohora.it/luisa/index2.htm




Sono io la Morte" (1996)



Angelo Branduardi Sono io la Morte


Angelo Branduardi " Sono io la Morte" (1996)
dall'album "Camminando camminando".