Visualizzazione post con etichetta Amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Amore. Mostra tutti i post

lunedì 15 maggio 2017

L’Angelo annunziante


di enricogarrou
E’ grande il piacere mio nel parlare degli angeli,
nel mio sito ho pubblicato alcune poesie su queste creature luminose.
Spero che la mia poesia sull’Angelo annunziante sia gradita.

l’Angelo annunziante

Quando apparve si scatenò un firmamento di arcobaleni,
astri vagavano nel blu del cielo come lacrime d’amore,
fiori umidi dal pianto dell’aurora sorrisero,
le rose narravano incanti, farfalle palpitavano sopra i fiori.
Nel suo volto scorreva il cosmo, le sue ali avevano riflessi d’oro,
i capelli erano biondi come di sposa bambina,
nella mano un giglio candido bagnato dai sogni,
il suo corpo era metamorfosi di luce,
luce di perle, che illuminava tutto.
Un soffio d’amore infinito riempì il mio cuore,
quando la parola uscì dal paradiso delle sue labbra
ed Io compresi: nelle parole artefici della luce e della visione
vidi il tuo volto, la tua bellezza che seduce la luna
e fa cantare gli astri, vidi il tuo corpo intrecciato al mio,
anime perse in un mondo di nettare e di ghirlande di viole,
avvolti dal profumo dei gelsomini.
Sprofondai nella creazione, nell’immagine del futuro,
oltre il tempo, lo spazio, nell’anima delle conchiglie,
nel lago dell’amore infinito dove convivono tutti i colori,
dove soli pieni di miele si specchiano rapiti.
La rivelazione terminò mentre in cielo danzavano comete,
l’angelo volò via dai miei occhi, lasciandomi la nostalgia di Te,
ed io sprofondai nel dolce pozzo dei sogni.
Leonardo da Vinci

lunedì 3 aprile 2017

C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce.🌞

🔆🍀🔆🍀🌻🍀🌻🍀🌻🍀🔆🍀🔆
Amo il vangelo di Giovanni per la sensibilità nel descrivere l’umanità di Gesù. E a Betania Gesù si sente così a suo agio che vive tutte le sue emozioni, e il suo amore si colora di commozione, di pianto disperato, di gioia vera. Esprimiamole ste emozioni, lo dico per primo a me!

Amo Gesù che ci insegna a ringraziare, e lo fa in modo unico, prima che avvengano segni divini: non c’è magia, c’è solo gratitudine che metti in circolo, c’è tanta libertà in te che non può che spandersi fino a liberare la morte.
E quelle parole finali: “togliete la pietra” dette a me oggi. Perché non voglio vedere, perché ho messo una pietra sopra, un peso insopportabile. Togli la pietra che separa la vita dalla morte.
E poi “vieni fuori”: c’è una nuova vita da vivere, smetti di nasconderti, di rassegnarti, di piangerti addosso. Ti dici sempre che non vali, che tu non ce la fai? Vieni fuori! Hai sempre paura di fare brutta figura, di sbagliare e te ne stai sempre in disparte? Vieni fuori.
E quel “lasciatelo andare”: c’è bisogno di aria nuova, di sciogliere nodi di paura. Al tuo caro che è morto e ti ha lasciato un buco dì: “Mi manchi, ma ti sciolgo: vai per la tua strada!” A te che hai sbagliato dì: “Adesso basta, lascio andare. Mi sciolgo, mi perdono, la smetto di torturarmi”.
Una pietra si è smossa, è filtrato un raggio di sole, un gri¬do di amico ha spezzato il silenzio, delle lacrime hanno bagnato le mie bende. E ciò è accaduto per misteriose, sconvolgenti ragioni d'amore: era Dio in me, amore più forte della morte.
fra Giorgio Bonati





Guarda la tua ferita, da lì entrerà la Luce. Trasformare le ferite in feritoie

Robert Cheaib 
Come fidarsi dell'Amore quando nella vita non si è ricevuto amore?
 Come forzare la vita a pronunciare una parola di senso?
Queste sono le domande scottanti di questa presentazione del libro 
"Alla presenza di Dio. Per una spiritualità incarnata".

>>> Di che cosa parla il libro

 "Alla presenza di Dio. Per una spiritualità incarnata"?


Ok. Non è proprio una #rispostalvolo! Anche se qualche lettore mi ha chiesto realmente di cosa parlasse il libro. Oltre alla quarta di copertina che ho riprodotto nella pagina dedicata  (la trovi qui), ho preferito rispondere prendendo 2 pagine dal libro stesso... Sembra un'introduzione, ma in realtà è un post-ludio... perché il libro invita a qualcosa di più di una semplice farcitura di sapere teologico-spirituale, invita a un'esperienza di sapore, di gustare la presenza di Dio e di assaporarla per giungere alla sapienza del cuore, di cui parla il Salmista. E ogni capitolo inizia con una storica evocativa e provocativa proprio per permettere al lettore un'immersione integrale e non solo di pensiero... col desiderio di riecheggiare lo stile di quel grande narratore di Gesù di Nazaret. 
Vi lascio con gioia con quest'assaggio panoramico.
Ah... e se sei su facebook... puoi trovare anche lì la pagina del libro: Alla presenza di Dio
*

Al nostro nascere ci troviamo catapultati nella vita. È tutt’altro che un ingresso soft. La vita non ci dà il lusso di una pausa di riflessione per ritrovare le nostre coordinate, raffinare il nostro stile, fare un po’ di tentativi e poi cominciare a vivere. Anche l’apprendistato del vivere – se così lo si potesse chiamare – è già vivere. Secondo Maurice Blondel, per il semplice fatto di esistere l’uomo si ritrova segnato da tre «condanne»: a dover vivere già prima di averlo desiderato; a dover volere e agire prima ancora di sapere chi è; ad essere in-caricato del giogo eterno di responsabilità per le proprie azioni[1]. La domanda fondamentale che ogni vita umana deve porsi è quella del proprio senso: «La vita umana ha o non ha un senso? E l’uomo ha un destinazione?»[2], non si pone in una sala di prove tranquilla, ma nella arena. In questo senso, possiamo dire che ci troviamo sempre «nel [bel] mezzo del cammin di nostra vita».
La vita, in altri termini, non permette veri e propri preludi. Un preludio musicale, infatti, è un breve brano che viene suonato per riscaldare gli strumenti e per entrare nell’atmosfera, prima di eseguire il pezzo vero e proprio. È il corrispondente dell’introduzione o del prologo in un’opera letteraria. In questo libro, ho volutamente optato per un postludio, proprio per catapultare il lettore in un’esperienza diretta, senza preavvisi. Nella vita, infatti, ci troviamo già in gioco ad eseguire le nostre sonate. Questo postludio, come un breve brano musicale eseguito a opera compiuta, vorrebbe a sua volta simulare una situazione della vita. Spesso le situazioni che attraversiamo le comprendiamo meglio dopo averle attraversate.
È un post-ludio anche perché è uno scritto che segue il gesto ludico, “lo scherzo”. Non me ne voglia il lettore! In fondo, questo pezzo, anche per me, pur essendo stato primo nella concezione mentale, è stato l’ultimo nell’esecuzione vera e propria. Lo si accolga come il suono dell’organo che accompagna l’uscita dei fedeli da un santuario per tuffarsi di nuovo nel mare della vita, con un in-canto rinnovato nel cuore.
Il libro ha voluto proporre un tentativo di risposta a un interrogativo cruciale nella vita religiosa: come si passa da una fede di seconda mano a una fede personale? Tradotto in altri termini: come può una religiosità ereditata diventare una fede matura che trasforma la vita personale?
La religiosità tramandata è un dato di fatto di tante esperienze di fede, quasi facesse parte del DNA trasmesso. Solitamente, le persone si arrendono all’inerzia familiare e/o sociale dell’esperienza religiosa, oppure la rifiutano di getto. Maturare spiritualmente significa prendere in mano quest’esperienza, personalizzarla e impersonarla.
Per chi vuole percorrere questa strada di autenticità e autenticazione, questo libro propone una traccia con cinque dimensioni fondamentali dell’esistenza spirituale. Questi pilastri, se rinsaldati, permettono il passaggio dal “sentito dire” all’esperienza sentita dell’essere cristiano.
I capitoli del libro ripercorrono il momento sorgivo dell’esperienza di fede (Vocazione); l’approfondimento di questa chiamata con la risposta della preghiera intesa come atteggiamento di tutta la coscienza e di tutta la vita (In-vocazione); la vita di preghiera immersa nell’Infinito di Dio viene salata e verificata nella storia e nella concretezza della comunione con gli altri nell’amore (Con-vocazione); il cammino non poteva trascurare l’aspetto di prova, di oscurità, di vertigini che causa il contatto con l’Altissimo, e non poteva chiudere un occhio alla dimensione difficile di morte a sé per pre-gustare la risurrezione e la maturazione della fede (Pro-vocazione); l’ultimo capitolo, infine, considera alcune dimensioni che accompagnano e consolidano ogni maturazione della fede: la dimensione del ricordo, del fare memoria della fedeltà del Signore, dell’equilibrio che traduce la maturazione attraverso un felice connubio tra lo spiritoso e lo spirituale, l’umore e l’amore, la maturità e l’infanzia spirituale (E-vocazione).
Se il libro precedente – Un Dio umano. Primi passi nella fede cristiana – ha voluto ripercorrere primariamente “l’Oggetto” della fede cristiana, quest’opera delinea un cammino per il soggetto credente. La proposta è di un itinerario di vivibilità concreta, di un percorso che va al di là dell’informazione religiosa. È un cammino verso la trasformazione, la conformazione, anzi, verso la trasfigurazione, con la speranza di incentivare l’attiva resa all’opera della Grazia affinché chi legge, contempli a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore e venga trasformato «in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore» (2Cor 3,18).
Nelle pagine del libro sono trattati alcuni momenti chiave della vicenda di Abramo, «nostro padre nella fede». È chiaro che non è un libro su Abramo, ma con Abramo. La figura del Patriarca viene considerata per la sua importanza tipologica e paradigmatica. Come Abramo, ogni essere umano è esodo, è cammino, chiamata a fiorire, rischio da assumere, dono da conquistare, umanità da umanizzare e appello a essere amico di Dio.
A differenza della letteratura apocrifa, rabbinica ed extra-biblica (come quella coranica) – dove Abramo è dipinto come paradigma dell’uomo ideale e perfetto – la Scrittura ci parla di un uomo reale in cammino, un uomo che oscilla tra una fede esemplare, eroica, coraggiosa e momenti di sconforto, di fatica, di dubbio, fino ad avere un comportamento meschino e vigliacco in alcuni momenti del suo cammino. Ed è per questo che l’Abramo biblico è una figura avvincente e affascinante. «Lo è in ragione del suo itinerario non lineare, del suo modo di cercare a tastoni il senso del proprio destino e della sua lunga attesa, in cui la speranza e la fiducia camminano di pari passo col dubbio e perfino con lo smarrimento»[3]. L’esistenza di Abramo, come quella di ogni uomo, è dominata dall’imprevisto, da cadute e risurrezioni. Proprio per questo è una figura vicina, simpatica e, quindi, paradigmatica.
Vedendo che un grande biblista del calibro di Carlo Maria Martini ha dichiarato così all’inizio del suo libro su Abramo: «Mi libero delle pastoie di una pura esegesi della parola, prendo la parola nel contesto, la paragono con altri contesti e cerco in che maniera essa è rivelatrice dell’esistenza cristiana»[4], mi sono sentito pienamente libero di guardare alla vicenda di Abramo come stimolo, simbolo e modello. È un modello incoraggiante, perché nella sua debolezza, nei suoi dubbi, nei suoi tentennamenti, ma anche nel suo peccato Abramo ha sperimentato il Signore. Ha sperimentato la sua vicinanza, fedeltà, perdono, pazienza, assieme alla sua intransigenza, incomprensibilità e imprevedibilità. Al cospetto del Signore ha visto il peggio di sé – ed «è raro trovare Dio in una coscienza che ignori i tormenti delpeccato»[5] – ma è stato anche testimone, in se stesso, delle grandezze a cui può giungere un umano.
La vicenda di Abramo ci insegna che Dio «si inserisce nella storia di uomini veri e fa storia dentro la cronaca quotidiana, in un intreccio sorprendente di cose straordinarie e di cose normali, persino banali e scandalose»[6]. Dio si inserisce nella mia e nella tua storia, ciò che conta è restare in ascolto, perseverare alla Presenza di Dio.



[1] Cf. M. BlondelL’Azione, 65.
[2] Ibid. (ho modificato la traduzione italiana della parola destinée da “destino” in “destinazione” perché risponde di più all’intenzionalità di Blondel).
[3] J.-L. SkaAbramo e i suoi ospiti, 84.
[4] C.M. MartiniAbramo nostro padre nella fede, 9.
[5] E.M. CioranLacrime e santi, Adelphi, Milano 20095, 55.
[6] S. GaburroL’ironia, “voce di sottile silenzio”, 67.

mercoledì 28 dicembre 2016

Consigli... :-) non solo a fine anno!


Tramonto sul lago. Bardolino By GiuliMatti


By leggoerifletto

Trenta consigli per rendere la vita più bella

1. Cammina da 10 a 30 minuti tutti i giorni. Mentre cammini, sorridi.
2. Siediti e stai in silenzio per almeno 10 minuti.
3. Ascolta ogni giorno della buona musica, è un alimento
autentico per lo spirito.
4. Quando ti alzi al mattino pronuncia quanto segue: "Il mio proposito odierno è...".
5. Gioca più dell'anno passato.
6. Leggi più libri dell'anno passato.
7. Osserva il cielo almeno una volta al giorno e renditi conto della maestosità del mondo che ti circonda.
8. Sogna di più quando stai sveglio.
9. Vivi con entusiasmo ed energia.
10. Non farti sfuggire l'opportunità d'abbracciare chi apprezzi.
11. Cerca di far ridere almeno tre persone al giorno.
12. Elimina il disordine dalla tua casa, dal tuo scrittoio e lascia che nuove energie entrino nella tua vita.
13. Fai una colazione da Re, pranza come un Principe e cena da Mendicante.
14. Sorridi e ridi di più.
15. La vita è troppo corta per perdere tempo ad odiare qualcuno.
16. Non prenderti troppo sul serio; non lo fa più nessuno.
17. Non devi necessariamente uscire vincitore da ogni discussione; accetta quando non sei d'accordo ed impara dagli altri.
18. Mettiti in pace con il tuo passato, così non ti rovinerai il presente.
19. Non paragonare la tua vita con quella di un altro; ha fatto un cammino diverso.
20. Nessuno è responsabile della tua felicità se non te stesso.
21. Ricorda che non hai il controllo di tutto ciò che succede, però "Sì" di ciò che fai con esso.
22. Ogni giorno, impara qualcosa di nuovo.
23. Non importa quanto la situazione sia buona o cattiva; cambierà
24. Il tuo lavoro non si occupa di te quando sarai ammalato. I tuoi amici lo faranno; mantieniti in contatto con loro.
25. Lascia perdere tutto ciò che non sia utile, buono o divertente.
26. L'invidia è una perdita di tempo; hai già tutto quello che desideri.
27. Tieniti in contatto con i tuoi familiari; scrivi loro dicendo ."vi sto pensando"!!!
28. Il meglio deve ancora arrivare.
27. Quello che la maggioranza pensa di te, non è un'incombenza.
29. Sfrutta un viaggio. E' un'opportunità da cui devi trarre il maggior beneficio.
30. La vita è bella; godila finché puoi.



L'anima di noi giovani è come un'anfora fragile, basta un colpo di una piccola pietra perché l'anfora si frantumi come un sogno interrotto. Ma è solo il passare del tempo e delle tempeste che dà consistenza all'anima. Dio fa sempre irruzione tra le macerie dei nostri castelli in rovina e ci fa assaporare la sua presenza, ci fa gustare e intravedere che per la nostra vita c'è un altro destino che coincide con il suo progetto e la sua chiamata di infinito amore e tenerezza.

- Suor Veronica Monica -
 da: Voce di Padre Pio, n. 3, marzo 2006



Saremo felici

Abbiamo un gran bisogno
di imparare nuovamente a vivere,
di tornare alle fonti più universali
di sapore e di gioia.
Con il pretesto del progresso,
il mondo moderno ha complicato notevolmente la nostra vita,
sostituendo alla semplicità delle origini,
un sistema molto elaborato
con i suoi ingranaggi, i suoi codici,
le sue norme, la sua logica.
Ma questa logica è umana?
In altri termini, è al servizio dell'uomo
o è una macchina impazzita
che si nutre della propria energia e non può più arrestarsi?
Come mai, mentre abbiamo a disposizione molte cose
che dovrebbero aiutarci a vivere meglio,
abbiamo invece così tante difficoltà a vivere?
Alleggeriamoci un po',
gettiamo la zavorra,
e la navicella della nostra vita si alzerà poco a poco;
così guadagneremo quota,
come liberati dal peso degli affari terrestri,
e scopriremo fino a che punto la vita
presenti panorami straordinari.
Forti di questa nuova prospettiva,
contempleremo la vita nella sua autenticità originale,
sotto la sua luce radiosa.


E saremo felici.

- François Garagnon -
da: Terapia per l'anima, ed. Paoline


Le dieci abitudini degli ottimisti

Sii grato
Inizia tutto prendendo coscienza dei nostri vantaggi. Se non sei grato per le cose buone della tua vita non sarai mai soddisfatto. Fai un inventario di ciò che c’è di buono intorno a te. Ma non trascurare neanche ciò che c’è di meno positivo. C’è da esser grati anche per le difficoltà che si incontrano, gli ostacoli e i fallimenti. Perché? Perché è da lì che nasce la saggezza. 
Perché ti danno la forza, perché ti insegnano a perseverare, e ti rendono forte. Esser grati per ogni passo avanti rende i momenti difficili più facili da superare. Quanto detto finora non è altro che la base dell’ottimismo: essere entusiasti, nel bene e nel male, e nella consapevolezza che tutto va verso un futuro migliore.

Condividi i tuoi racconti di vita
Ritengo che tutti abbiamo la capacità di vivere in modo ottimista: basta condividere le nostre avventure, i successi come i fallimenti. 
Anche solo sapere che gli altri sono stati nella nostra stessa barca, eppure hanno tirato avanti, è utile. Perché diffonde un messaggio di speranza, che è l’ingrediente principale dell’ottimismo. 
Quando condividiamo i nostri racconti di vita, diamo agli altri gli strumenti di cui hanno bisogno per costruire, evolversi e perseverare. In sostanza, l’umanità fa sempre “girare il credito”.

Perdona
Più facile a dirsi che a farsi, ma avrai bisogno di perdonare quelli che ti hanno impedito di trovare il lato positivo nelle cose. 
Credo che il modo più facile per perdonare e superare sia riflettere sul fatto che il passato è passato. Guardala così: la persona che fai difficoltà a perdonare probabilmente vorrebbe lei stessa che il passato possa esser cancellato. 
Insomma, fai pace col tuo passato, perché non rovini il presente. 
Quando ci sarai riuscito, quei capitoli potranno essere chiusi, e si potrà vivere una vita più positiva, e felice.

Ascolta di più
Quando ascolti qualcuno non fai altro che aprirti alla conoscenza invece che erigere intorno a te un muro di parole e di pensieri. In più, dimostri fiducia e rispetto negli altri. La conoscenza, come la fiducia, sono la dimostrazione che sei una persona positiva e sicura di sé, e che quindi diffondi energia positiva.

Converti invidia e gelosia in energia positiva
Quando invidiamo qualcuno ci facciamo solo del male. 
L’universo non ti deve niente solo perché qualcuno sta meglio di te. 
Convoglia quell’energia nel lavorare sul tuo cammino personale e professionale. E pensa al successo degli altri come a uno spunto per migliorarsi.

Sorridi di più, meno musi lunghi
Quando sorridiamo, creiamo un ambiente felice e stimolante intorno a noi, in grado di attrarre gli altri. Starsene corrucciati, al contrario, blocca la gente, e ha l’effetto opposto. 
La felicità, anche in piccole dosi, rilascia serotonina (l’ormone della felicità). E rende anche le giornate più difficili più facili da superare.

Fai esercizio, mangia sano
È un consiglio piuttosto comune, ma tutti abbiamo bisogno di esercizio e di sole ogni giorno, anche solo per un quarto d’ora. Se non puoi startene un po’ sotto il sole, chiedi al tuo medico di integrare con una terapia appropriata. 
Se non puoi fare esercizio perché sei indaffarato, usa le scale al posto dell’ ascensore, o parcheggia più lontano. Ad ogni modo, tieniti in movimento quanto più spesso possibile. Segui una dieta bilanciata e non respingere la frutta e la verdura. Se hai fame durante il giorno, prendi in considerazione mandorle e noci (a meno che non sia allergico). E se sei un soggetto allergico, prendi in considerazione l’idea di più pasti ridotti durante il giorno, invece dei soliti tre principali. 
L’energia che ottieni dall’esercizio, da una dieta salutare e dalla luce del sole ci dà concentrazione, chiarezza e un atteggiamento naturalmente positivo.

Guarda avanti e pensa positivo
Guardare avanti e pensare positivo è la capacità di guardare un cielo rannuvolato e scoprirne il lato positivo, applicando il processo all’oggi, a ieri, nella speranza che domani sarà meglio. 
Pensa alle operazioni chirurgiche: immagini il peggio e non vedi l’ora che sia finita. 
Prendi tutto questo e inizia invece a visualizzare la ragione dell’operazione, e ai risultati che porterà. L’obiettivo è positivo, anche se oggi può sembrare dura. 
Oppure pensa a uno studente che si prepara a un esame difficile. Prepararsi, imparare tutto il necessario a fare l’esame, può sembrare la fine del mondo. Ma prendi quell’energia, e immagina quanto ti servirà quel titolo in futuro. Come per ogni altra cosa, lavorare duramente porta sempre risultati. 
La vita non è una lotteria. È ciò che sei in grado di farne.

Non dare la colpa agli altri
È tanto facile nella vita dare agli altri la colpa per la tua situazione. 
La gente dà la colpa dei propri problemi all’economia, ai politici, ai propri capi e a ogni genere di terza parte. Ma una volta che accetti di avere il controllo su ciò che sei, scoprirai che l’ottimismo, e il successo, arrivano spontaneamente. Ricorda: l’opportunità si incontra a valle, non in vetta.

Il passato non è destinato a ripetersi
Solo perché hai incontrato delle difficoltà non significa che ciò che inizia male, male finisce. 
Non trasformare le tue cattive esperienze in una profezia che si autoavvera. Anzi, parti dal presupposto che quei momenti sono dietro di te, e che la strada verso il futuro è sgombra.

Sii completamente consapevole di ogni azione che compi.

Sviluppa inoltre il potere della costanza. Quando decidi di intraprendere una cosa, anche la più banale, non desistere finché non hai raggiunto il tuo obiettivo. Ricorda, così come sono incostanti le nostre emozioni, cioè il modo in cui reagiamo alle circostanze o il modo in cui le definiamo, sono continuamente mutevoli anche le situazioni della vita. Nessun fallimento è assoluto. Se continui a provare, il fallimento può diventare una via d’accesso alla vittoria.

- Swami Kriyananda -
da: "Attrarre la prosperità"





Le persone con scarsa propensione alla gioia hanno troppa paura di lasciare il lavoro per esplorare altre possibilità. Prive di fiducia in se stesse, non hanno la forza di amare oltre la cerchia familiare e di trovare il proprio vero sentiero.
La vita passa loro accanto.
Chi invece conosce la fonte della propria gioia può avere due o tre carriere nello spazio di una vita, è capace di chiudere e ricominciare, può allacciare nuovi rapporti, stringere nuove amicizie, iniziare nuove attività, una nuova vita, a qualsiasi età e indipendentemente dalla ricchezza accumulata.
Senza gioia siamo paralizzati, incapaci di cambiamento.
Con la gioia le possibilità sono infinite.

- Bruce Davis – 
da: "Il richiamo della gioia"



La felicità è una scelta.
L'accettare è una scelta.
Il perdono è una scelta.
La rabbia è una scelta.
L'amore è una scelta.
La vita è una scelta.
Il tuo tempo: la tua scelta.

- Proverbio zen - 


Il credo dell'ottimista - Christian Daa Larson

Prometti a te stesso di infondere bontà‚ bellezza‚ amore
ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici
che c’è qualcosa di grande in loro;
di guardare al lato bello di ogni cosa e
di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso di pensare solo al meglio‚
di lavorare solo per il meglio; di aspettarti solo il meglio‚
di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso di dimenticare gli errori del passato
per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro‚
di essere sereno in ogni circostanza e
di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere
da non aver tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso di essere troppo nobile per l’ira‚
troppo forte per la paura‚
troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.

- Christian Daa Larson - 
(1874 -1954)

L’originale fu pubblicato nel 1912 in un libro intitolato Your Forces and How To Use Them


Coltiva il giardino dei tuoi pensieri, riscalda la serra del tuo cuore, difendi il prato della tua mente, nessuno potrà rubarti la bellezza che hai in fondo all'anima. 


- San Giovanni Bosco - 




Il senso dell’umorismo è terapeutico, non ha effetti collaterali,  migliora l’efficienza del cervello e del sistema nervoso, difende la psiche dagli attacchi di malumore, dalle preoccupazioni e dalle insoddisfazioni continue.


Il buon umore allunga la vita, ringiovanisce, rinforza le difese immunitarie, favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni, attenua la depressione, l’ansia e stimola il metabolismo, la produzione di endorfine, di anticorpi e di neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina, dopamina.

Buona giornata a tutti. :-)