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martedì 17 gennaio 2017

Facciamo silenzio, prima di ascoltare la Parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola. Facciamo silenzio, dopo l'ascolto della Parola, perché questa ci parli ancora, vivi e dimori in noi. Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima parola. Facciamo silenzio prima di coricarci, perché l'ultima Parola appartenga a Dio. Facciamo silenzio solo per amore della Parola.

Una foto unica scattata da Mehmet Gokygit in Turchia. Senza parole!

Il Tempo - Dietrich Bonhoeffer

Essendo il tempo 
il bene più prezioso che ci sia dato,
perché il meno recuperabile,
ogni volta che
ci voltiamo indietro a guardare
ci rende inquieti l'idea del tempo
eventualmente perduto.
Perduto sarebbe il tempo
in cui non avessimo vissuto da uomini,
non avessimo fatto esperienze,
imparato, operato, goduto e sofferto.
Tempo perduto è
 
il tempo non riempito, vuoto.
La Parola di Dio reclama il mio tempo.
Dio stesso è entrato nel tempo,
e vuole che io gli dia il mio tempo.
Essere cristiani
 
non è questione di un attimo
 
ma richiede tempo.



Se non troviamo il coraggio di ritrovare un autentico senso per le distanze umane e quindi la forza di lottare personalmente per esse, ci perdiamo nell’anarchia dei valori umani. La sfacciataggine la cui origine è la mancanza di rispetto delle distanze umane, è la caratteristica della gente volgare. L’insicurezza interiore, il mercanteggiare e il mendicare per la benevolenza degli sfacciati, cioè l’adeguarsi alle persone volgari può portare soltanto alla propria ‘volgarizzazione’. Quando si dimentica ciò che si deve a se stessi e ciò che si deve agli altri, quando la sensibilità per le qualità umane e la capacità di tenere le distanze si spegne, il caos è vicino. Laddove nel nome della comodità materiale si accetta di farsi sfiorare dalla sfacciataggine, permettendo al caos di rompere l’argine, si è ormai rinunciato a se stessi e quindi si è diventati 
colpevoli nei confronti di tutta la comunità. In altre epoche è stato il compito del cristianesimo testimoniare l’uguaglianza degli uomini; il compito del cristianesimo oggi è quello di difendere appassionatamente il rispetto per le distanze umane e lottare per le qualità umane. E’ necessario mettere in conto il fraintendimento dell’egoismo e il sospetto che questo atteggiamento sia dovuto a uno spirito asociale. Questi sono sempre gli stessi rimproveri delle persone volgari contro l’ordine. Chi cede su questo punto, non comprende di che cosa si tratta e, probabilmente, i rimproveri sono giustificati. Tutte le classi sociali sono entrate in un processo di volgarizzazione, al contempo però assistiamo alla nascita di una nuova nobiltà dello spirito che unisce una cerchia di uomini provenienti da tutte le classi sociali.
Questa nobiltà sorge dal sacrificio e si manifesta tramite il coraggio e la consapevolezza di ciò che si deve a se stessi e agli altri. La sua condicio sine qua non è il rispetto che un individuo prova per se stesso e per chi sta sopra e sotto di lui. E necessario quindi ritrovare momenti di qualità e stabilire un ordine sulla base della qualità. La qualità è il più grande nemico di ogni forma di massificazione. A livello sociale significa la rinuncia ad ogni forma di carrierismo e protagonismo, lo sguardo libero, sia in alto, sia in basso, innanzitutto riguardo alla scelta dei propri amici intimi, la gioia della vita nascosta e il coraggio della vita pubblica. Culturalmente la ricerca della qualità si esprime nel ritorno dalla radio e dal giornale al libro, dalla frenesia al silenzio e alla calma, dalla dispersione al raccoglimento, dall’esteriorità all’interiorità, dal virtuosismo all’arte, dallo snobismo alla modestia, dalla smisuratezza alla misura. Le quantità sono in concorrenza l’una con l’altra, le qualità si integrano.





Da:  “Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere.”
Traduzione di 
Stefanie Golisch





Facciamo silenzio,
prima di ascoltare


la Parola,
perché i nostri pensieri
sono già rivolti verso


la Parola.

Facciamo silenzio,
dopo l'ascolto

della Parola,
perché questa ci parli ancora,
vivi e dimori in noi.

Facciamo silenzio
la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima parola.


Facciamo silenzio
prima di coricarci,
perché l'ultima Parola
appartenga a Dio.

Facciamo silenzio
solo per amore della Parola.





http://ilnestrosesansespine.blogspot.it/2016/09/da-forze-buone-miracolosamente-accolti.html?m=1
Dietrich Bonhoeffer nato nel 1906, pastore e teologo luterano protestante, morto martire, impiccato sotto il nazismo, nel campo di concentramento di Flossenbùrg all’alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra, quando ormai Hitler era alla fine.

sabato 14 gennaio 2017

Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è il suo momento, per tutto c'è un' occasione opportuna.


By Leggoerifletto

L'Anello Magico - don Bruno Ferrero


Un re convocò a corte tutti i maghi del regno e disse loro: «Vorrei sempre essere d'esempio ai miei sudditi. Apparire forte e saldo, quieto e impassibile nelle vicende della vita. A volte mi succede d'essere triste o depresso, per una vicenda infausta o una sfortuna palese. Altre volte una gioia improvvisa o un grande successo mi mettono in uno stato di anormale eccitazione. Tutto questo non mi piace. Mi fa sentire come un fuscello sballottato dalle onde della sorte. Fatemi un amuleto che mi metta al riparo da questi stati d'animo e sbalzi d'umore, sia quelli tristi che quelli lieti». Uno dopo l'altro, i maghi rifiutarono. Sapevano fare amuleti di tutti i tipi per gli sprovveduti che si rivolgevano loro, ma non era facile abbindolare un re. Che voleva per di più un amuleto dall'effetto così difficile. L'ira del re stava per esplodere, quando si fece avanti un vecchio saggio che disse: «Maestà, domani io ti porterò un anello, e ogni volta che lo guarderai, se sarai triste potrai essere lieto, se sarai eccitato potrai calmarti. Basterà infatti che tu legga la frase magica che vi sarà incisa sopra». L'indomani il vecchio saggio tornò, e nel silenzio generale, poiché tutti erano curiosi di sapere la magica frase, porse un anello al re. Il re lo guardò e lesse la frase incisa sul cerchio d'argento: «Anche questo passerà». 
Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è il suo momento, per tutto c'è un' occasione opportuna. Tempo di nascere, tempo di morire, tempo di piangere, tempo di ridere, tempo di lutto, tempo di baldoria, tempo di abbracciare, tempo di staccarsi, tempo di cercare, tempo di perdere, tempo di conservare, tempo di buttar via, tempo di strappare, tempo di cucire, tempo di tacere, tempo di parlare ... Tutto passa, ma a Dio non sfugge niente (Qoelet 3,1-15).


- don Bruno Ferrero - 



Nella città di Emmerih, del duca di Cleves, alcuni inglesi,
 per schernire la fede romana, chiesero a un fanciullo cattolico: 
- Lo sai il Pater?
- Sì, perché?
- Recitalo!
- Padre nostro che sei nei cieli...
- Basta, ragazzo... Se è nei cieli, come fa ad essere sull'altare?... 
- Dopo alcuni istante di riflessione, il fanciullo chiese:
- Sapete il Credo?
- Certo.
- Recitatelo.
- Credo in Dio Padre onnipotente.
- Basta. Se Dio è onnipotente, può stare in cielo e sull'altare!
 
- Pietro Graziano -
da: "Mille esempi", 1940



Un po' d'argento

"Rabbì, che cosa pensi del denaro?" chiese un giovane al maestro."Guarda dalla finestra", disse il maestro," cosa vedi?"."Vedo una donna con un bambino, una carrozza trainata da due cavalli e un contadino che va al mercato"."Bene. Adesso guarda nello specchio. Che cosa vedi?"."Che cosa vuoi che veda rabbì? Me stesso, naturalmente"."Ora pensa: la finestra è fatta di vetro e anche lo specchio è fatto di vetro. Basta un sottilissimo strato d'argento sul vetro e l'uomo vede solo se stesso".
Siamo circondati da persone che hanno trasformato in specchi le loro finestre. Credono di guardare fuori e continuano a contemplare se stessi.Non permettere che la finestra del tuo cuore diventi uno specchio.



- don Bruno Ferrero - 


Santa Maria, Vergine del silenzio - San Giovanni Paolo II

Santa Maria,
Vergine del silenzio e di misteriosa pace:
addolorata forte fedele,
attendi presso il sepolcro,
dove tace la Parola e giace il Santo di Dio.
Attendi vigile
che dal buio scaturisca la Luce,
dalla terra germogli la Vita.
Attendi l’alba del giorno senza tramonto,
l’ora del parto dell’umanità nuova.
Attendi di vedere nel Figlio risorto
il volto nuovo dell’uomo redento,
di udire il nuovo saluto di pace,
di cantare il nuovo canto di gloria.
Vergine dello Spirito, icona della Chiesa,
implora per noi la tua fede nella Parola,
la tua speranza nel Regno,
il tuo amore per Dio e per l’uomo.
A te, gloriosa Madre di Dio,
beata per la fede,
donna della pietà immensa,
la nostra lode perenne e grata. Amen.

- San Giovanni Paolo II -
(Via Crucis del Venerdì Santo 1991)



Buona giornata a tutti. :-)



giovedì 12 gennaio 2017

” Io non ti dimenticherò mai” …Ma poi uno volta pagina ” I




By Leggoerifletto

da don Luigi Giussani, “Che cos’è l’uomo perchè te ne curi?

” Io non ti dimenticherò mai”
…Ma poi uno  volta pagina ” Il Signore mi ha abbandonato”, noi diciamo; mi ha guardato, mi ha chiamato e poi mi ha abbandonato” “Il Signore mi ha dimenticato”. Il Signore è dentro i segni di cui ci circonda, le persone che ci ha reso compagne nel cammino e la Sua voce ci chiama attraverso loro; da loro viene il lamento.
” Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato” riguarda sempre qualche persona o qualcosa attraverso cui il Signore ci ha guardati. Ma una volta che ci ha guardati attraverso quella persona, Egli non sta ai passi di quella, li supera, li trascina.
Come fare a essere testimoni? Seguire il Signore, seguire Cristo, abbandonarsi cioè concretamente alla sua storia, come ci ha guardati, come ci ha toccati, come ci ha messo in una compagnia, come ci ha accompagnato e come ci accompagna. Per essere testimoni basta questo, e non lamentiamoci: ” Dio mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. ” Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno?”
Questo “commuoversi” cosa vi ricorda? Che non ci può essere carità senza commozione. Ma “Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io non ti dimenticherò mai. Questa frase dovrebbe essere scritta lungo tutte e quattro le pareti della nostra stanza, qui davanti a noi, dovrebbe essere scritta su un tirante tra una casa e l’altra, nelle piazze, sulle montagne, dappertutto : ” Io non ti dimenticherò mai”
(da don Luigi Giussani, ” Che cos’è l’uomo perchè te ne curi?”, Commento al salmo 121)
Fin dalla prima ora di scuola ho sempre detto:
«Non sono qui perché voi riteniate come vostre le idee che vi do io, ma per insegnarvi un metodo vero per giudicare le cose che io vi dirò.
E le cose che io vi dirò sono un’esperienza che è l’esito di un lungo passato: duemila anni».
Il rispetto di questo metodo ha caratterizzato fin dall’inizio il nostro impegno educativo, indicandone con chiarezza lo scopo:
mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita.
– Don Luigi Giussani –
da: ” Il Rischio educativo”
La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare. La tristezza è parte integrante, non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti».

– don Luigi Giussani –
da: “Si può vivere così? “



Buona giornata a tutti. 🙂


www.leggoerifletto.com

Original Big surprise for Bride and Groom...
Chris and Leah Wedding 5 April 2014
Leonard Cohen – Hallelujah

lunedì 9 gennaio 2017

Una volta ho letto che i sacerdoti sono come gli aerei: fanno notizia solo quando cadono! Molti criticano, pochi pregano per loro... preghiamo per i sacerdoti.


By leggoerifletto

Maestro insegnaci a pregare – Padre Andrea Gasparino

"Si potrebbe dire che nella preghiera comandano tre pulsanti. 
Impara a pregare chi è capace di maneggiare i tre pulsanti.
Il primo pulsante è l’umiltà, che vorrei descrivere così: far la verità in noi come primo atto della preghiera.
Mettersi davanti a Dio come si è, non come si vorrebbe essere: fare la verità, fare il punto della nostra situazione con molta concretezza, con molta sincerità anche rude, profonda, senza mezze misure, toglierci le maschere, presentandoci a Dio come siamo…
Non aver paura di perdere tempo in questa operazione di avviamento… non è avviamento è già vera preghiera, infatti è già amore.
Gli altri due pulsanti sono: aprirsi all’amore di Dio e amare.
..Accorgersi dell’amore di Dio per te.
Direi che è il pulsante decisivo: se è forte la convinzione che Dio ti ama personalmente, sinceramente, costantemente, fedelmente; se è forte la convinzione che Dio ti ama anche se tu non rispondi (ma bada dev’essere una convinzione profonda, non un’idea peregrina che ti passa in testa); se tu sei proprio persuaso dell’amore di Dio per te, allora la preghiera parte sola senza sforzi.
Dio mi ama!
Ecco il punto di fuoco della preghiera, ma deve essere un punto di fuoco che cambi in fuoco il tuo rapporto con lui.
Le persone con la preghiera fiacca o malata non hanno ancora capito che Dio le ama…
Dovete lottare con tutte le forze per costruire in voi questa convinzione.
Non bastano pochi sforzi.. Capire che Dio ci ama è come entrare nel profondo di Dio, nel cuore di Dio.. Ogni pagina della scrittura è una scuola dell’amore di Dio, ma chi non impara a leggere nell’amore rimane analfabeta dell’amore.
Chi non fa questo sforzo rimane solo un turista dell’amore…
Poi viene il terzo pulsante: amare! Come si ama nella preghiera? 
E’ difficile dirlo. Forse tutto sta in una cosa semplicissima, tutto sta nell’imparare a offrirci a Dio..
Il cammino della preghiera dovrebbe consistere in questi tre passaggi:

Parlare  (preghiera vocale)
Ascoltare (preghiera di ascolto)
Rispondere  (preghiera di amore)….

“La preghiera è un bene sommo,
è una comunione intima con Dio,
deve venire dal cuore,
deve fiorire continuamente,
giorno e notte.
E’ luce dell’anima,
vera conoscenza di Dio,
mediatrice tra Dio e l’uomo;
è un desiderare Dio,
è un amore ineffabile
prodotto dalla grazia divina” 
(San Giovanni Crisostomo)

- Padre Andrea Gasparino -
tratto da “Maestro insegnaci a pregare”, Andrea Gasparino. Ed. Elledicì





Noi dobbiamo tuttavia pregare che il fuoco del giudizio - cioè il fuoco dell'amore divino - consumi non i peccatori, ma la parte di male che è in ciascuno di essi. 
Così la divisione fra "capri" e "pecore" di cui parla la scena del giudizio universale non si farebbe tra due moltitudini di esseri umani, ma all'interno di ciascuno di loro.

- Olivier Clement -









Mio Dio,
mi hanno detto che Tu,
molte volte,
hai parlato ai Tuoi amici:
ad Abramo, a Mosè, a David,
al Tuo figlio Gesù
quando viveva tra noi,
a San Francesco....
Mio Dio,
mi hanno detto che Tu
parli sempre a chi vuole ascoltarti.
L'universo intero,
le creature della terra,
le opere dell'uomo,
i fatti e le persone,
le pagine della Bibbia
sono pieni di te.
Io mi siedo.
Tante voci mi piovono addosso,
ogni giorno, ogni istante.
I genitori, i professori e
gli amici, i cantanti e i campioni,
la televisione e i giornali...
tutti vogliono dirmi la loro.
Io mi siedo,
con la testa in silenzio,
con il cuore tranquillo,
con il corpo disteso.
Ecco,
tra mille emittenti,
voglio sintonizzarmi
con Te.
Sono pronto.
Mio Dio, parla.
Io ti ascolto.



- Tonino Lasconi - 

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lunedì 26 dicembre 2016

Il 26 dicembre, giorno dopo Natale, si celebra Santo Stefano, il primo Martire morto in nome di Gesù.


Stefano era un giovane uomo ebreo che, dopo la conversione al Cristianesimo, fu nominato Diacono di Cristo, cioè portatore della sua parola nel Mondo. Presto si inimicò gli Ebrei, contrari alle sue prediche. Un giorno venne arrestato e condotto davanti al tribunale. Gli ordinarono di rinunciare alla sua nuova fede e di rimangiarsi tutto quello che predicava nelle piazze.
Naturalmente Stefano, coraggioso e devoto a Gesù, si disse pronto a morire pur di non tradire il suo credo e il suo Dio. Venne portato in piazza e qui venne condannato a morte, per lapidazione, cioè tirandogli addosso delle pietre fino a ucciderlo. Negli ultimi istanti della sua morte, Santo Stefano, si rivolse a Gesù, chiedendo di essere accolto in Paradiso e di perdonare i suoi assassini.
Esiste una leggenda molto bella sulla nascita e sulla morte di Stefano. La notte di Natale, quando Gesù nacque, molti pastori di avvicinarono alla grotta per ammirare il Bambino. Fra questi c’era una giovane donna che si avvicinò alla mangiatoia insieme ad altre giovani madri, che recavano con loro i propri bambini. Tesia non aveva figli, nonostante lo desiderasse da molto tempo, ma fece finta di averne perché si vergognava un po’. Prese una pietra e, avvolta in un panno, fece finta di portare un neonato fra le braccia. La Madonna se ne accorse e avvicinò Tesia. Le chiese di dare un nome al “fagotto” che teneva e lei lo chiamò Stefano. La pietra che portava si trasformò in un bambino in carne e ossa. Maria, prima che Tesia di allontanasse, predisse la fine di Stefano. “Tuo figlio è nato dalle pietre e morirà fra le pietre”.
            By www.newsly.it

                                                                     www.santiebeati.it



Gloria a Te, o Padre - Anna Maria Cànopi

Padre nostro che sei nei cieli
E ti chini a guardare sulla terra,
accogli il canto di lode
che, uniti al coro degli angeli,
in lieta festa noi ti eleviamo.

Gloria a re, o Padre,
che susciti stupore e gratitudine
nel cuore di chi, come Maria,
si affida alla Parola
e crede all’impossibile.

Gloria a te, o Padre,
che manifesti la tua grandezza
nel tuo Figlio, piccolo Bambino
nato dalla Vergine purissima
e teneramente avvolto in fasce.

Gloria a te, o Padre,
che inviti gli umili e i poveri
a vedere e udire le cose meravigliose
che tu compi nel silenzio della notte,
lontano dal tumulto dei superbi.

Gloria a te, o Padre,
che per nutrire l’umanità sfinita
poni il tuo unico Figlio in una mangiatoia
e lo doni a noi quale Pane di vita eterna,
sacramento di salvezza e di pace.
Amen.

(Madre Anna Maria Cànopi)



 Non ci si può nutrire dell'Eucaristia e poi escludere dal nostro cuore i fratelli; fare questo significa escludere Cristo, ma se escludiamo Cristo, ci condanniamo all'isolamento, alla morte, perché non c'è vera vita e vera comunione se non nel Signore, in colui che è l'Amore. Solo l'amore unisce.  



- Madre Anna Maria Cànopi - 
Da: “Oggi un bambino è nato per noi”, Anna Maria Cànopi,Editore: San Paolo Edizioni



Quante scelte nella nostra vita forse sono compiute con la mentalità del provvisorio e dell'aleatorio e non sotto lo sguardo di Dio, nella purezza della fede, nella chiarezza della verità e nella forza dell'amore!  

- Madre Anna Maria Cànopi - 
Da: “Oggi un bambino è nato per noi”, Anna Maria CànopiEditore: San Paolo Edizioni


Buona giornata a tutti. :-)