Scoperta una mega-Terra
Un pianeta denso di sorprese. È quello individuato dal cacciatore di pianeti Harps-N, uno spettrografo di alta precisione installato al Telescopio Nazionale Galileo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a La Palma, nelle isole Canarie, da poco più di due anni. Grazie allo spettrografo HARPS-N che guarda nella stessa zona di cielo del satellite della NASA Kepler, gli astronomi del consorzio Italia-USA-Uk-Svizzera hanno potuto trovare un pianeta con una composizione simile alla Terra ma 17 volte più massivo.
Kepler-10c, questo è il nome, era stato scoperto dal satellite NASA Kepler che ne aveva anche misurato le dimensioni, pari a 2,3 volte quelle terrestri, ma solo grazie alle continue osservazioni del team di astronomi con lo spettrografo si è giunti alla determinazione della sua massa. Con questi dati Kepler-10c risulta essere un pianeta denso e roccioso come il nostro pianeta.
Alla guida di questa scoperta è Xavier Dumusque (CfA, USA) che ha commentato “siamo rimasti sorpresi anche noi da quello che abbiamo trovato”. Infatti le teorie correnti non prevedono che si possa formare un pianeta roccioso di queste dimensioni, che dovrebbe essere invece della categoria dei pianeti ghiacciati come Nettuno. Un dato che allarga la possibilità di trovare pianeti nelle zone abitabili.
Kepler-10c ogni 45 giorni compie un’orbita attorno ad una stella di tipo solare, anche se si tratta di una stella molto più vecchia: 11 miliardi di anni rispetto al nostro giovane sistema solare di soli 4 e mezzo.
La scoperta di un pianeta tanto denso in un sistema planetario di 11 miliardi di anni ha anche grosse conseguenze sulla nostra visione dell’ Universo primordiale. Se un pianeta roccioso come Kepler-10c può essersi formato quando l’ universo aveva solo 3 miliardi di anni, questo significa che una certa quantità di elementi pesanti era già stata creata e messa in circolo in quel periodo dalla prima generazione di stelle.
Fonte: Media Inaf
Autore: Redazione Media Inaf
Licenza: Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. Articolo tratto interamente da Media Inaf
Photo credit NASA WebSite - Credit: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics/David Aguilar(http://photojournal.jpl.nasa.gov/jpeg/PIA18018.jpg)
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