Udienza con famiglie in partenza per “missio ad gentes” e cardinali. Tra le “raccomandazioni”, il rispetto per chi cerca fuori dal Cammino altre forme di vita cristiana
da Vatican Insider
IACOPO SCARAMUZZICITTÀ DEL VATICANO
Un invito a portare “anche negli ambienti più scristianizzati, specialmente nelle periferie esistenziali, il Vangelo di Gesù Cristo” e tre “raccomandazioni” per superare alcuni rischi. Così Papa Francesco si è rivolto agli oltre ottomila membri del Cammino neocatecumenale che ha ricevuto, per la prima volta, nell’aula Paolo VI in Vaticano.
Papa Bergoglio si è rivolto, in particolare, alle 414 famiglie che partiranno presto in missione di evangelizzazione soprattutto in Asia (Cina, India, Vietnam, Mongolia), peculiarità dei neocatecumenali, che, su mandato di un vescovo, costituiscono delle “missio ad gentes” con le quali – spiega una nota dello stesso cammino, viene affidata “ad un presbitero e a tre o quattro famiglie con numerosi figli, la missione ai gentili”. “Il mio pensiero – ha detto il Papa argentino – va in modo speciale alle famiglie, che si recheranno in diverse parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. La Chiesa vi è grata per la vostra generosità! Vi ringrazio per tutto quello che fate nella Chiesa e nel mondo”.
Papa Francesco ha poi voluto rivolgere ai neocatecumenali alcune “raccomandazioni”: “A nome della Chiesa, nostra Madre, la nostra santa madre Chiesa gerarchica, come piaceva dire sant’Ignazio di Loyola – ha detto – vorrei proporvi alcune semplici raccomandazioni. La prima – ha spiegato il Papa a proposito di uno dei punti spesso controversi nella storia dei movimenti ecclesiali – è quella di avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete ad operare. Il Cammino ha un proprio carisma, una propria dinamica, un dono che come tutti i doni dello Spirito ha una profonda dimensione ecclesiale – ha proseguito – questo significa mettersi in ascolto della vita delle Chiese nelle quali i vostri responsabili vi inviano, a valorizzarne le ricchezze, a soffrire per le debolezze se necessario, e a camminare insieme, come unico gregge, sotto la guida dei Pastori delle Chiese locali. La comunione – ha detto aggiungendo alcune parole a braccio – è essenziale: a volte, succede, eh? a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli di ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale sempre dovete sentirvi parte”. Il Papa ha concluso con un invito a “portare il Vangelo anche negli ambienti più scristianizzati e nelle periferie esistenziali”.
Seconda questione sollevata da Bergoglio, “dovunque andiate, vi farà bene pensare che lo Spirito di Dio arriva sempre prima di noi. Il Signore sempre ci precede! Lo Spirito di Dio – ha aggiunto a braccio – arriva sempre prima di noi, questo è importante: il Signore sempre ci precede, pensate a Filippo, quando il Signore lo invia in quella strada e sulla carrozza c’era quel ministro dell’Economia, lo Spirito è arrivato prima, lui leggeva il profeta Isaia, non capiva, ma il cuore ardeva, e così quando Filippo capisce, è preparato per la catechesi: lo Spirito sempre ci precede. Anche nei posti più lontani, anche nelle culture più diverse, Dio sparge dovunque i semi del suo Verbo. Da qui scaturisce la necessità di una speciale attenzione al contesto culturale nel quale voi famiglie andrete ad operare: si tratta di un ambiente spesso molto differente da quello da cui provenite. Molti di voi faranno la fatica di imparare la lingua locale, a volte difficile, e questo sforzo è apprezzabile. Tanto più importante sarà il vostro impegno ad ‘imparare’ le culture che incontrerete, sapendo riconoscere il bisogno di Vangelo che è presente ovunque, ma anche quell’azione che lo Spirito Santo ha compiuto nella vita e nella storia di ogni popolo”.
Infine, terza raccomandazione, “vi esorto – ha detto il Papa ai neocatecumenali – ad avere cura con amore gli uni degli altri, in particolar modo dei più deboli. Il Cammino neocatecumenale, in quanto itinerario di scoperta del proprio battesimo, è una strada esigente, lungo la quale un fratello o una sorella possono trovare delle difficoltà impreviste. In questi casi l’esercizio della pazienza e della misericordia da parte della comunità è segno di maturità nella fede. La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore”.
Prima dell’arrivo del Papa, il cammino ha animato l’udienza con canti e l’incontro con Bergoglio è stato preceduto da un vivace discorso del fondatore fondatore Kiko Arguello. Il percorso per l’approvazione del Cammino neocatecumenale da parte della Santa Sede è stato lungo ed ha dovuto superare diverse perplessità. Alla fine, nel 2008 è stata approvata la versione finale degli statuti, nel 2011 la dottrina contenuta nei tredici volumi del Direttorio Catechetico del Cammino, nel 2012, con Benedetto XVI, dopo 15 anni di studio della congregazione per il Culto divino, la Santa Sede ha poi concesso l’approvazione per le celebrazioni che segnano l’itinerario del Cammino. I neocatecumenali hanno reso noto che all’udienza odierna hanno partecipato i cardinali Vallini, Filoni, Canizares Llovera, Rylko, Rouco Varela, Schoenborn, Dziwisz, Romeo, De Giorgi, Cordes, Stafford, mentre i cardinali Pell e O’Malley hanno inviato una lettera di adesione. Hanno preso parte all’udienza anche “100 vescovi da tutto il mondo”, tra i quali il cardinale designato Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia.
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