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Il caffè nel mondo arabo : curiosità
Beduino di Wadi Rum |
Per i beduini giordani del deserto di Wadi Rum, il caffè è un elemento essenziale della loro vita sociale e lo bevono nelle loro riunioni, nelle feste e durante i lutti. Agli ospiti ne offrono tre tazze, ciascuna sufficiente per un boccone.
La prima è la coppa dell’ospite (in arabo: fonjan thaif al) che onora l’arrivo dell’ospite.La seconda tazza è la coppa della spada (in arabo: fonjan al saif), un calice che onora il coraggio degli uomini beduini e la terza è la coppa dell’ umore (in arabo: al fonjan kaif) che è segno di buonumore. Tra i beduini, il consumo dicaffè segna anche il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta e in tempi passati le tribù erano solite sanare i loro conflitti sotto la tenda di un mediatore che li invitava a bere il caffè e a fare la pace. Ancora ai giorni nostri, la richiesta della mano di una donna da parte di un giovane beduino, prevede che questi visiti la tenda dei futuri suoceri per ottenere il consenso dal padre della ragazza e la preparazione e il servizio del caffè arabo accompagnano ogni momento della"trattativa". Anche in Siria, lontano dai grandi centri urbani, le promesse spose devono superare la prova del servizio del caffè per dimostrare a marito e suocera di essere delle brave mogli.
In Turchia c’è una tradizione molto simpatica: quando il pretendente, accompagnato dal padre, fa visita alla famiglia della promessa sposa per chiederne la mano, il rituale vuole che prima di iniziare il discorso venga servito il caffè. Se la ragazza non ricambia l’interesse verso il pretendente, può decidere di evitare una situazione di imbarazzo con un chiaro segnale: un pizzico di sale nel suo caffè.
“Caldo come l’inferno, nero come l’inchiostro, dolce come l’amore”
così un antico proverbio arabo raccomanda di sorbire il caffè.
te alla menta |
Il caffè arabo
dallah |
“Caldo come l’inferno, nero come l’inchiostro, dolce come l’amore”
così un antico proverbio arabo raccomanda di sorbire il caffè.
Nei Paesi mediorientali il caffè costituisce un vero e proprio rito ed ha un grande valore simbolico legato all’amicizia e all’ospitalità, per questo è buona educazione accettarlo sempre quando viene offerto. Il caffè arabo è molto diverso da quello occidentale e si prepara con la dallah, una tipica caffettiera molto alta e con un lungo becco. Viene poi servito in piccole tazze prive di manico. In Turchia invece si utilizza il cezve, un bricco di
rame o di ottone caratterizzato da un lungo manico. La preparazione è comunque simile e l’unica differenza sta nel fatto che gli arabi , il più delle volte, aromatizzano il caffè con spezie come il cardamomo. Gli ingredienti sono scelti con cura: il caffè viene macinato a mano o a macchina in modo da ottenere una polvere finissima e tutti gli ingredienti, ossia l’acqua, lo zucchero e la polvere di caffè vengono mescolati assieme, lasciando che alcune particelle di caffè e di zucchero rimangano sospese in superficie. Il caffè assume così una consistenza densa e sciropposa e occorre qualche minuto di decantazione per far si che la polvere si depositi sul fondo delle tazzine creando forme particolari interpretate poi nella pratica, tipicamente turca, della lettura dei fondi di caffè (caffeomanzia). L’abbondante schiuma ( kaff) che si forma durante la preparazione viene versata nelle tazzine con un preciso ordine: se ne dà più agli anziani e meno ai giovani, più agli uomini e meno alle donne. Negli anni passati, la preparazione del caffè, era compito esclusivo della donna della famiglia. La donna di servizio, prima di poter preparare il caffè per gli uomini, doveva avere anni di esperienza che accumulava preparandolo per le donne, mentre gli uomini erano al lavoro. Nel mondo arabo si dice che la pianta sia stata donata a Maometto dall’arcangelo Gabriele e che Allah bevve caffè nel giorno in cui creò il mondo e vino nel giorno del Peccato originale: per questo il vino è proibito all’uomo, mentre il caffè è considerato portatore di senno.
http://teallamenta.blogspot.it/p/la-cucina-araba.html
rame o di ottone caratterizzato da un lungo manico. La preparazione è comunque simile e l’unica differenza sta nel fatto che gli arabi , il più delle volte, aromatizzano il caffè con spezie come il cardamomo. Gli ingredienti sono scelti con cura: il caffè viene macinato a mano o a macchina in modo da ottenere una polvere finissima e tutti gli ingredienti, ossia l’acqua, lo zucchero e la polvere di caffè vengono mescolati assieme, lasciando che alcune particelle di caffè e di zucchero rimangano sospese in superficie. Il caffè assume così una consistenza densa e sciropposa e occorre qualche minuto di decantazione per far si che la polvere si depositi sul fondo delle tazzine creando forme particolari interpretate poi nella pratica, tipicamente turca, della lettura dei fondi di caffè (caffeomanzia). L’abbondante schiuma ( kaff) che si forma durante la preparazione viene versata nelle tazzine con un preciso ordine: se ne dà più agli anziani e meno ai giovani, più agli uomini e meno alle donne. Negli anni passati, la preparazione del caffè, era compito esclusivo della donna della famiglia. La donna di servizio, prima di poter preparare il caffè per gli uomini, doveva avere anni di esperienza che accumulava preparandolo per le donne, mentre gli uomini erano al lavoro. Nel mondo arabo si dice che la pianta sia stata donata a Maometto dall’arcangelo Gabriele e che Allah bevve caffè nel giorno in cui creò il mondo e vino nel giorno del Peccato originale: per questo il vino è proibito all’uomo, mentre il caffè è considerato portatore di senno.
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