giovedì 17 dicembre 2015

Diamo per scontato che tutto sia normale: normale l’opportunità di svegliarci, normale vivere, ripetere il ciclo dei giorni e della vita. Ma siamo veramente convinti che lo sia?

SpiragliDiLuce
 Una ragione in più per avere gratitudine
universo
La mattina suona la sveglia, ci alziamo, facciamo colazione, usciamo, andiamo a lavorare, torniamo, stiamo in famiglia, usciamo, andiamo a riposare. A volte stiamo bene, altre male; alcune soffriamo, altre ci divertiamo. Spesso, diamo per scontato che tutto sia normale: normale l’opportunità di svegliarci, normale vivere, ripetere il ciclo dei giorni e della vita.
Ma siamo veramente convinti che lo sia?
Quando mi perdo a pensare a cose grandi, alla terra, alle sue montagne, i suoi deserti, i suoi sterminati oceani, mi rispondo che non lo è. Quando vado oltre e guardo le stelle, mi do la stessa risposta. Tutto, dalle cose più piccole fino al tentativo di visualizzare l’universo nella sua interezza mi da la stessa risposta.
Curiosamente questa riflessione mi è nata ponendo la mia attenzione su una grandezza che tutti consociamo: la temperatura. La conosciamo quando sentiamo il freddo d’inverno e quando boccheggiamo per il caldo d’estate. La vediamo intorno a noi, ogni volta che vediamo il fuoco, l’acqua che bolle o il ghiaccio che si scioglie…la temperatura è un fattore che circonda le nostre vite, ogni giorno ed in ogni istante.
Se proviamo a pensarci bene, però, le condizioni di temperatura che consentono la vita (per lo meno quella umana) si trovano in una fascia ristrettissima. Può sembrare che tra i -60 gradi che può raggiungere il nord della Russia e i 40 e più gradi che si possono trovare in alcuni deserti la differenza sia tanta…ma è veramente così? Scopro da questa tabella che l’oro fonde a 1064 gradi, il ferro a 1538. Secondo questo articolo del Corriere della Sera, la temperatura interna del nucleo terrestre arriverebbe addirittura a 6000 gradi centigradi. A temperature come queste ci disintegreremo all’istante. Ma andiamo avanti.
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Secondo quest’altro articolo di Focus il limite massimo di temperatura dell’aria a cui potremmo resistere noi adulti sono 149 gradi, pari alla temperatura di un edificio in fiamme. E la domanda viene spontanea: desiderereste vivere in un edificio in fiamme? Se anche la risposta fosse si, ho una brutta notizia: soccombereste comunque dopo dieci minuti. Un bambino, invece, come provano tristi casi di cronaca, soccombe a “soli” 49 gradi, quelli ad esempio dell’abitacolo di un’automobile parcheggiata in pieno sole.
E in tutto questo non ho ancora citato il freddo. Il seguente articolo sui cinque luoghi più caldi e più freddi della terra sostiene che la temperatura minima mai registrata sia stata -89 nella stazione Vostok, in Antartide. Inutile dire che, se anche l’uomo può sopravvivere con uno speciale equipaggiamento, a questa temperatura non esisterebbero alberi, né piante, né verdure. Niente agricoltura, niente pasta, pizza, melanzane alla parmigiana, risotti, tiramisù, vino e cornetti a colazione. Forse, qualche animale da cacciare, ammesso che sopravvivano. Siamo sicuri che sarebbe una bella vita?
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Se poi volgiamo lo sguardo ai pianeti che ci circondano, secondo il sito Astronomia.com le temperature variano dai -223 gradi di Saturno ai 480 di Venere, umh…rispettivamente freddino e caldino per i miei gusti. E nonostante scopro grazie a La Stampa che la Nasa sogna di rendere abitabile Marte tramite un effetto serra indotto, per ora le temperature del pianeta rosso, che oscillano dai 20 ai -140 gradi, rimangono comunque proibitive. Tutto questo senza considerare che, data la pressione, la presenza di acqua allo stato liquido è impossibile: ovvero, se hai sete devi prima procurarti del ghiaccio e poi trovare un modo per fonderlo. Non è esattamente quello che si può definire confort.
Insomma, tutto questo per dire che…dai meno 223 gradi di Saturno ai 6000 del centro della terra…siamo ben fortunati a vivere su un pianeta dove le fasce di temperature siano così adatte a noi. O meglio: siamo noi che esistiamo in quanto adatti ad esse. E questo, non dovremmo mai perderlo di vista. Non lo dovremmo fare quando ci lamentiamo per qualcosa che è andato storto, quando abbiamo litigato con un amico o con la nostra fidanzata e persino quando vediamo frustrate le nostre speranze o patiamo il dolore di una perdita. Tutto ciò che viviamo, bello o brutto che sia, è frutto di un vero e proprio miracolo. Può sembrare strana, banale o scontata come affermazione, ma trovo comunque innegabile che sia così.
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Se poi provo a viaggiare con la fantasia…mi ricordo quand’ero bambino. Mi affascinava studiare la deriva dei continenti, capire come da quella formazione che chiamiamo Pangea il mondo sia arrivato a possedere la forma attuale. Pensando a questo…proviamo ad immaginare per un secondo che tutto il mondo si sopraelevasse di 2000 metri. Qualcuno direbbe che emergerebbero altre terre ora sommerse, invece io vi propongo di immaginare uno scenario un po’ fantasy in cui ci sono scogliere a picco, alte due chilometri, e poi il mondo così come lo consociamo. La mia cittadina, Marina di Carrara (che è sul mare), diverrebbe un paese di montagna e vivrebbe per sei mesi all’anno sotto la neve. La città che tanto amo, Bogotà, passerebbe dai suoi 2700 metri che all’equatore le danno una temperatura gradevole di giorno e freschina di notte, a 4700: diventerebbe gelida e coperta dalle nevi eterne. L’Everesti sarebbe alto 10848 metri, impossibile da scalare. Proibitiva la vita in paesi quali Norvegia e Russia. E con altri duemila metri? Manco a pensarci.
Ma se andiamo al di là della sopravvivenza pura, il mio pensiero va a…colui che accompagna le mie giornate fin da bambino: il violoncello. È uno strumento realizzato con legni di abete, acero ed ebano. In un mondo coperto dai ghiacci, pur immaginando di sopravvivere solo attraverso la caccia e la pesca, troveremmo il legno per costruirlo? Niente violoncello, dunque. E niente contrabbasso, viola e violino. Allora, ammesso e non concesso che un mondo antartideo avesse comunque dato alla luce Bach o Beethoven, cosa avrebbero scritto senza tutti questi strumenti? Niente “Nona sinfonia“. Niente “Aria sulla quarta corda“…che mondo sarebbe?
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Vorrei ricordare, infine, che tutto è connesso. Ogni pesce, uccello, fiore, pianta, la frutta che ci piace, l’animale domestico che adoriamo…tutto è connesso con tutto: ogni creatura ha bisogno di cibo, di acqua e nutrimento che si produce solo in certe condizioni speciali. Le condizioni sul nostro bel pianeta, questo pianeta così ricco e bello, sono magiche. Dobbiamo essere grati per questo. Ed anche ricordarci che non sempre lo sono state. Ci sono voluti due miliardi di anni affinché la terra diventasse un luogo che ospitasse la vita. Per tanto tempo poi, hanno vissuto solo le stromatoliti. Poi sono arrivati i pesci, i rettili e infine i mammiferi, gli uccelli e tutto ciò che conosciamo. Ci sono state ere glaciali. Se guardiamo a ciò che produciamo in quanto umani troveremo tanto meraviglie, come cose orribili: gli orrori del nazismo, ma anche Michelangelo e la Cappella Sistina. Ma se invece guardiamo la vita stessa, a prescindere da cosa facciamo noi, se anche solo iniziamo osservare la sola temperatura sulla quale ho fantasticato un po’ in questo post, c’è di che stupirsi di quanto possiamo essere grati. Figuriamoci se prendiamo in considerazione tutto il resto. Insomma, come dicevo nell’ultimo articolo…è un motivo in più per svegliarsi la mattina e dire GRAZIE.
Arrivederci al prossimo Spiraglio.
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Le foto di questo articolo sono tratte da: medicinacuantica.cl, ecologicamentecorreto2.blogspot.it, vivalascuola.studenti.it. en.wikipedia.org

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