venerdì 20 novembre 2015

Unity in diversity. Sulle tracce di La Pira oggi.

PERSONA E COMUNITA'



Unity in diversity. Sulle tracce di La Pira oggi

Firenze, Palazzo Vecchio,

Forum dei sindaci

(5-8 novembre 2015)
I media hanno pressoché ignorato l’evento “Unity in diversity” svoltosi il 5-8 novembre a Firenze che invece ci pare altamente significativo e pregno di speranze, soprattutto dopo gli ultimi tragici atti terroristici.

Firenze,

Salone dei Cinquecento,

Forum dei sindaci








Mi riferisco al meeting internazionale che per quattro giorni ha riunito a Firenze oltre 60 sindaci e personalità provenienti da tutto il mondo, comprese molte zone di guerra, per parlare di pace, dialogo e fratellanza tra i popoli: dalle municipalità della Palestina a quelle degli stati balcanici, da Kobane in Siria a Herat in Afghanistan, da Nazareth a Juba, da Kiev a Mogadiscio, da Baghdad a Tunisi…






Giorgio La Pira,

anniversario della morte, 5 novembre
L’evento è stato voluto dal sindaco di Firenze in occasione dell’anniversario della scomparsa di Giorgio La Pira e a sessant’anni dal convegno da lui organizzato nel 1955, quando era sindaco di Firenze. La Pira, in piena guerra fredda, con i rischi reali di una terza guerra mondiale, convoca i sindaci delle città capitali del mondo: vennero in tanti, dagli USA, dall’URSS ed anche dalla Cina allora non riconosciuta dai governi occidentali.
Firenze, Forum dei sindaci, 1955.
Il convegno dei giorni scorsi ha ripreso il leitmotiv del 1955: riconoscere le diversità come una ricchezza e non come motivi di scontro.
Le città possono e devono essere l’argine pacifico ai conflitti e al terrorismo. Noi sindaci abbiamo una forza incredibile, ma talvolta non ne siamo consapevoli, spesso non la utilizziamo. Se uniamo le nostre forze possiamo far prevalere questa voglia di costruire contro la cultura della distruzione”.
Esplosione a Kobane (20 ottobre 2014),

città siriana simbolo

della resistenza all'Isis
Come segno concreto il sindaco di Firenze lancia la proposta subito accolta di ricostruire il Centro culturale di Kobane distrutto dall’Isis, un luogo simbolo dell’urgente ricostruzione della città: “L’arma più potente che abbiamo contro la guerra è la cultura: e le città, in quanto testimonianze viventi di cultura, non possono che agire da protagoniste in questa battaglia. Lo scopo di questo incontro internazionale è anche quello di condividere, come sindaci, un’iniziativa forte e corale per proteggere e accrescere il patrimonio culturale, affermando la cultura come strumento di pace, e rivolgendoci in questo alle organizzazioni internazionali e ai governi degli Stati”.




La principessa Haya di Giordania...

“La fiducia dell’unità nel rispetto delle differenze è un aspetto fondamentale per le città contemporanee. Credo che sia impossibile affrontare le sfide di oggi senza avere come faro questo principio. Oggi l’immigrazione sta imprimendo dei cambiamenti molto forti alle città europee. Le vostre città cambiano come la sabbia del nostro deserto. Resistere a questi cambiamenti è impossibile: bisogna affrontarli con la visione giusta, con passione e leadership. Nella Giordania in cui sono cresciuta quasi ogni famiglia cucinava per due famiglie, siamo abituati a condividere gli spazi, le auto, la vita. Questo ci ha reso una comunità coesa, so di dire una cosa forte, ma forse per l’Europa la sfida dell’immigrazione può trasformarsi in un’occasione per trovare soluzioni efficaci”.









La carta di Firenze… documento controfirmato da tutti i sindaci in cui si riconoscono le diversità come una ricchezza e non come motivo di scontro; in cui le diversità linguistiche, culturali, religiose, etniche sono il punto di partenza per unire le forze e le energie contro il terrorismo, contro tutte le guerre, per affermare una cultura del dialogo e della pace…



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