domenica 8 marzo 2015

8 marzo Festa della Donna



Donne al quadrato di Antonia Storace

Video realizzato da Lorenza Vellucci 


(Lorenzagrafica) dedicato alle 


Donne per Dedica alle Donne Donne.


 l'8 marzo, Festa della Donna.


Donne al quadrato - di Antonia Storace:

"Ci sono le donne
e poi ci sono le donne donne
E quelle non devi provare a capirle,
sarebbe una battaglia persa in partenza.
Le devi prendere e basta.
Devi prenderle e baciarle,
e non dare loro il tempo di pensare.
[Devi spezzare via,
con un abbraccio che toglie il fiato,
quelle paure che ti sapranno confidare
una volta soltanto,
a bassa bassissima voce.
Perché si vergognano delle proprie debolezze e,
dopo avertele raccontate, si tormenteranno
in un agonia lenta e silenziosa
al pensiero che scoprendo il fianco e mostrandosi umane
e facili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo,
vedranno le tue spalle voltarsi ed i tuoi passi allontanarsi.]
Perciò prendile e amale.
[Amale vestite, e senza trucco
che a spogliarsi sono brave tutte.]
Amale indifese e senza trucco,
perché non sai quanto gli occhi
di una donna possono trovare scudo
dietro un velo di mascara.
Amale addormentate, un po’ ammaccate
quando il sonno le stropiccia.
Amale sapendo che non ne hanno bisogno,
sanno bastare a se stesse.
Ma appunto per questo,
sapranno amare te come
nessuna prima di loro."


Musica:
"Goldengroove" di Keith Kenniff


Certe volte le donne vivono “addormentate” - Oberhammer Simona

Certe volte le donne vivono “addormentate”.
Mangiano dormendo.
Lavorano dormendo.
Amano dormendo.
Fanno shopping dormendo.
Si sposano dormendo.
Fanno progetti di vita dormendo.
Sono di tutte le età queste donne. Di tutte le nazionalità. Di tutte le classi sociali. Di tutti i livelli culturali.
Le puoi incontrare per strada, di fronte a casa, all’uscita dal cinema, in treno, al supermercato.
Fanno tutto ciò che devono fare, dormendo.
Poi, certe volte, inaspettatamente succede qualcosa: si svegliano!
Non è un momento facile.
Si guardano intorno e si chiedono: «Ma dove sono?».
Mentre se lo chiedono vedono tutto ciò che prima era di fronte ai loro occhi in modo nuovo.
«Non ha la stessa luce » pensano dubbiose. «Non sembra la stessa cosa».
È il momento del travaglio. In cui ci si sente strane, scombussolate.
«Ma come ho vissuto fino ad ora? » si domandano.
Forse hanno trent’anni, forse settanta. Non importa.
Il risveglio è uguale per tutte: traumatico.
Però il risveglio è anche affascinante.
Ci si arrabbia con se stesse all’inizio.
Perché quando si viveva con gli occhi chiusi si amava l’uomo sbagliato.
Ci si faceva sfruttare dagli altri.
Si sceglievano cose che non piacevano, solo per far contenti tutti.
Ci si considerava poco capaci.
Oppure ci si sentiva troppo capaci e ci si arroccava da qualche parte.
«Che rabbia » esclamano le donne all’inizio. Quanto tempo ho buttato. Quante occasioni ho perduto…
Ma all’anima non importa del passato. Non importa del tempo.
All’anima importa del risveglio.
Lei ha solo un timore: che tu ti riaddormenti.
Accade: è un momento critico il risveglio.
Può succedere di fuggire: chiudendo gli occhi di nuovo.

Se ti sei svegliata non farlo…la vita ti aspetta… e tu meriti di viverla…

- Simona Oberhammer -
da : La Via Femminile 


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"Voglio le mimose" da Memorie di una vagina

Oggi è la Festa della Donna e se c’è una cosa che non capisco della Festa della Donna, sono le donne che disdegnano la Festa della Donna.
Per carità, mi rendo conto che l’8 marzo tocca sorbirsi i sermoni di tutte le milf della televisione italiana, un redazionale della Palombelli, decine di pubblicità dedicate alle donne du-du-du-in-cerca-di-guai, una timeline di Facebook infognata di quotes sul fatto che oltre alle ciglia finte c’è di più.
……
Ok, lo so. Siamo d’accordo.
Ma, a parte questo, nella Festa della Donna c’è dell’altro, inclusa l’occasione – magari insufficiente ma ultra legittima – di discutere di femminilità in tutte le sue imponderabili declinazioni. Ed è proprio in ragione di questo che io non riesco a comprendere le donne che disdegnano la Festa della Donna.
Non capisco perché lo facciano.
Per sentirsi intellettuali?
Per sentirsi contro-corrente? 
Ma ci sono così tanti modi per essere contro-corrente, potrebbero smetterla di depilarsi lì giù, per dirne una, se volessero essere davvero contro-corrente.
Per cercare di risolvere questo complicatissimo rebus, delle donne che disdegnano la Festa della Donna, ho provato a indagare e mi sono imbattuta in ricercatissime argomentazioni del tipo:
1.       “Ogni giorno dev’essere la festa della donna, non solo l’8 marzo” (no guarda che questo si dice per San Valentino, mi sa che stai confondendo il repertorio delle frasi originali)
2.       “Diventa uno spettacolo indecente, queste donne in giro con gli spogliarellisti, senza rispetto per se stesse” (riflettendoci, persino Dio ammette il libero arbitrio, se ti sforzi puoi farcela anche tu)
3.       “A me le mimose non mi piacciono, puzzano!” (hai ragione, manco le fogne di Bombay maleodorano quanto un ramoscello di mimosa)
4.       “Tanto è solo una scusa per far spendere soldi, tutto consumismo” (perché invece le unghie di gel che ti sei fatta fare per 50 euro cosa sono? Un bisogno primario di memoria marxista?)
La verità è che io non capisco le donne che disprezzano la Festa della Donna, perché a me la Festa della Donna piace. 
Mi piace formalmente e mi piace sostanzialmente. A costo di risultare conformista, post-femminista, retorica e asfalta-coglioni, io la Festa della Donna la amo e le mimose le voglio. Sempre.
Voglio le mimose per le donne che sanno rullare le sigarette e per quelle che ai concerti ci vanno anche da sole.
Voglio le mimose per quelle che non sono mai state in Tanzania o nel Laos.
Voglio le mimose per le donne insicure che hanno bisogno di conferme, per quelle che conservano sempre un briciolo di vanità, per quelle che hanno i capelli crespi e il coraggio di tagliarli corti.  
Voglio le mimose per le donne che, nella difficoltà, sanno sorridere e quelle che, nel baccano, sanno emozionarsi.
Voglio le mimose per le donne che lavorano e per quelle che il lavoro l’hanno perso.
Voglio le mimose per le madri e per le figlie che si amano senza dirlo.
Voglio le mimose per quelle che ogni sera mettono a tavola la cena per la propria famiglia.
Voglio le mimose per quelle che ogni sera mettono a tavola la cena per se stesse.
Voglio le mimose per le donne che hanno una vita in salita e per quelle che ogni giorno devono dimostrare il proprio valore.
Voglio le mimose per le donne in salute e per le donne “difettose”.
Voglio le mimose per le donne che sanno amare e soprattutto per quelle che sanno amarsi.
Voglio le mimose per le donne che non hanno paura di sperimentare e di scoprirsi.
Voglio le mimose per le donne che sanno quello che vogliono e per quelle che stanno cercando di capirlo.
Voglio le mimose per le donne capaci di amore puro.
Voglio le mimose per le donne che amano solo nell’errore.  
Voglio le mimose per le donne che hanno il desiderio di crescere. 
Voglio le mimose per le donne che hanno la sincerità di invecchiare.
Voglio le mimose per le donne che hanno il coraggio di denunciare. 
Voglio le mimose per le donne forti, che non hanno paura delle proprie debolezze.
Voglio le mimose per i volti deturpati dall’acido.
Voglio le mimose per ogni livido.
Voglio le mimose per ogni coltellata, per ogni lacrima, per ogni urlo. 
Voglio le mimose per tutte le straordinarie donne qualsiasi che ho conosciuto.
Voglio le mimose perché non serve rifiutare un fiore, per dimostrare di avere personalità. 

da "Memorie di una vagina"
https://memoriediunavagina.wordpress.com/



Alzai lo sguardo verso il cielo azzurro e capii di non essere cambiata affatto da quando ero bambina.
Una scoperta di cui mi meravigliai.
Come se nell'animo delle persone, il fulcro da cui scaturiscono i sentimenti, non cambiasse mai.


- Banana Yoshimoto -
da: "L'abito di piume"



La donna uscì dalla costola dell'uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata...

(WIlliam Shakespeare)


“Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento. 
Dinanzi a fenomeni così gravi e persistenti ancor più urgente appare l’impegno dei cristiani perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete.”

- Papa Benedetto XVI -
9 febbraio 2009





“...la Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei. In definitiva, non si è operato in lei e per mezzo di lei ciò che c'è di più grande nella storia dell'uomo sulla terra: l'evento che Dio stesso si è fatto uomo?”

Papa Giovanni Paolo II
da: "Mulieris Dignitatem, 31"





Buona giornata e ..... buona Festa della donna a tutte :-)  leggoerifletto


" DONNA CON TE " - ANNA OXA -

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