Il guado di Yabbok
Gustave Doré: La lotta di Giacobbe con l'angelo
Il Guado di Yabbok riporta alla memoria un appuntamento. Un “agguato” che Dio fa all’uomo....
www.sullastradadiemmaus.it
Ogni tanto, capita
Maddalena Negri
Ogni tanto capita. Dentro al vissuto di ogni giorno, tra le pieghe dei rapporti che si logorano, mentre il tempo li consuma e ne trae il peggio. Tagli anfratti di una quotidianità che si fa stanca e fredda. Amici, conoscenti, colleghi, datori di lavoro. A volte, persino compagni di vita.
Più l’affetto è grande e più la persona è vicina al nostro cuore, maggiore è la delusione che lascia.
Delusione derivata da motivi che possono essere i più diversi, ma che sono in realtà riconducibili ad un unico aspetto: il tradimento della fiducia.
La delusione nasce quando pensavi di poterti fidare di qualcuno in quel ruolo, per quel compito, per un favore, per un aiuto. Magari la disponibilità c’è anche stata. A parole, la disponibilità era immediata e illimitata. A parole.
L’ipocrisia non abita l’odio, perché è un male più subdolo, che serpeggia in modo incontrollato tra le azioni più naturali.
Il primo passo è quasi sempre l’abuso delle parole, che vengono piegate a piacimento secondo i propri scopi, in modo più o meno consapevole. Plasmare il significato, forgiare una declinazione diversa genera innanzitutto confusione, poi la difficoltà di percepire e discriminare il vero dal fasullo: anche se è solo un romanzo per ragazzi, si tratta di una situazione ben delineata da “La storia infinita” di Michael Ende:
Più l’affetto è grande e più la persona è vicina al nostro cuore, maggiore è la delusione che lascia.
Delusione derivata da motivi che possono essere i più diversi, ma che sono in realtà riconducibili ad un unico aspetto: il tradimento della fiducia.
La delusione nasce quando pensavi di poterti fidare di qualcuno in quel ruolo, per quel compito, per un favore, per un aiuto. Magari la disponibilità c’è anche stata. A parole, la disponibilità era immediata e illimitata. A parole.
L’ipocrisia non abita l’odio, perché è un male più subdolo, che serpeggia in modo incontrollato tra le azioni più naturali.
Il primo passo è quasi sempre l’abuso delle parole, che vengono piegate a piacimento secondo i propri scopi, in modo più o meno consapevole. Plasmare il significato, forgiare una declinazione diversa genera innanzitutto confusione, poi la difficoltà di percepire e discriminare il vero dal fasullo: anche se è solo un romanzo per ragazzi, si tratta di una situazione ben delineata da “La storia infinita” di Michael Ende:
«Solo il nome giusto dà a tutte le creature e a tutte le cose la loro realtà»
Forse, tra tutte le parole esistenti, amicizia è la più abusata ed oltraggiata...
continua Ogni tanto, capita
continua Ogni tanto, capita
Nessun commento:
Posta un commento