sabato 24 gennaio 2015

Elogio a... Costanza per la costanza.

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Costanza Miriano
Elogio a Costanza Miriano
Ti dico subito grazie e ti dico avanti con Costanza, Costanza Miriano, anche se verrai maliziosamente fraintesa, il lavoro che svolgi è essenziale per riequilibrare un mondo dell’informazione che sempre più spesso si fa disinformazione.
Gli attacchi ripetuti di cui sono oggetto in questi giorni molti redattori della Croce, rivelano se ve ne fosse ancora bisogno, il cuore intollerante del laicismo. E a ben pensare non può che essere così, il laicismo infatti ha reciso ogni radice con la comune tradizione cristiana è nato attraverso la negazione del valore del sacrificio della croce di Cristo, con l’intento di rifondare il mondo attraverso una morale solo umana. A partire da questa idea “ l’uomo nuovo” ha sacralizzato il mondo, la vita profana, il fare, l’autorealizzazione, dimenticando che siamo feriti, dall’amore e dal peccato. Feriti in ogni gesto, in ogni parola, tanto che la babele a volte sembra vincere.
Questo uomo nuovo, senza radici, ha dovuto affidarsi per non soccombere ad una forma organizzativa come lo stato, inteso vuoi come padrone assoluto capace di frenare gli egoismi dei singoli, vuoi come mediatore di interessi sempre più articolati e complessi.
Il caos e i conflitti nati dall’esercizio della funzione democratica, il sorgere del marxismo, il portato rancoroso dei nazionalismi, hanno acceso la miccia della prima guerra mondiale e scatenato le reazioni totalitarie del ventesimo secolo, con il funesto esito della carneficina innescata dal regime nazista.
Ma nonostante tutto questo il sentire comune fu sempre in grado di riconoscere il valore del sacrificio, quale fondamento della vita stessa.
Era necessario rispolverare l’odio anticristiano, anticattolico in particolare, per riportare al centro il progetto laicista inteso in tutta la sua profondità.
Questo progetto ha in odio in primis la natura. Esso vuol rifondare il mondo attraverso un processo che trasformi ogni ordine. Per prima cosa Cristo andava relegato nelle profondità infantili dei singoli credenti, negandone ogni valenza sociale, pubblica.
La logica che pose come fondamento della vita Cristo fu semplicemente la logica dell’amore. Per secoli attraverso la pratica della vita cristiana il valore della rinuncia, del dono di se, dell’essere sottomessi all’amore inteso come dono, entrò nelle vene con il latte materno, entrò nei nostri muscoli, nelle nostre idee, nei sogni, nella nostra arte, forgiò l’ idea del bello, impresse una precisa direzione al corso e al senso della nostra vita.
Certo, sempre, allora come oggi, l’uomo poté sbagliare, persino fallire, ma la luce del bene, anche nei momenti più incerti brillò in lontananza.
Ma quando le radici vennero meno, la luce si spense. Allora il sacrificio, la sottomissione, che è dovere comune, solo in questo caso senza sesso, divennero incomprensibili. La croce, il segno d’amore per eccellenza divenne solo un patibolo. L’uomo cominciò ad invocare sempre nuovi diritti, ma i nuovi diritti si legarono necessariamente all’io, un io in perenne espansione, un io che per prima cosa vide nell’altro non più un fratello, ma un ostacolo.
Sartre ha rappresentato magistralmente questa idea frutto di un mondo senza Dio: “ l’inferno sono gli altri…lo sguardo dell’altro mi uccide”.
I più non lo sanno ma l’ideologia imperante oggi parte da qui. Quando il diritto individuale dimentica la Croce, cioè dimentica il dovere, dimentica che ogni progresso si fonda su una sottomissione, in primis la sottomissione alla natura delle cose; le foglie in estate sono verdi.
E l’essere cosa ci dice? Dice che la vita va conservata, che l’istinto deve piegarsi alla ragione, che il maschile e il femminile sono complementari, che la donna è ontologicamente diversa dall’uomo perché porta inscritto il dono della maternità. La natura ci dice che un figlio ha il diritto di avere un padre e una madre, e che la prima forma di civiltà consiste nel rispettare il dettato della natura, la grammatica dell’essere, il diritto di poter avere diritti, insomma, vivere. La realtà ci dice che l’uomo non è solo natura intesa come bios, egli ambisce infatti alla spirito e ogni volta che fa questo, attraverso l’arte, attraverso il lavoro, attraverso l’amore, attraverso la preghiera, attraverso la fame di eterno, attraverso il sacrificio di se, per amore della giustizia o semplicemente del proprio figlio; ognuna di queste sante volte egli vuole rinascere dall’alto. E per rinascere dall’alto, bisogna farsi piccoli, umili. Questo lo dovrebbe capire anche un ateo colmo di pregiudizi.
Per questo cara, forte, vera, semplice, intelligente Costanza Miriano, i laicisti non ti sopportano. Per ché il loro mondo è un mondo capovolto. Ma ricordalo, sono pochi, anche se hanno immensi mezzi di propaganda. La gran parte della gente se fosse informata la penserebbe come te.
Nel mondo capovolto dei laicisti la natura è istinto, libertà di un io che si espande, per loro la ragione è sofisma che non vuol riconoscere alcun dovere essere, ma solo creare ogni forma. Per loro non esistono i sessi, soprattutto non esiste la madre, perchè il corpo femminile con il messaggio materno che porta impedisce la libertà di movimento tipica del maschio. La madre per loro, è prigioniera di una gravidanza che rallenta la corsa, la corsa per i posti in prima fila in un teatro, dove troppo spesso si recita un dramma. Figli senza padri, figli con due madri, figli con due padri… leggo già i titoli sulla pagina degli spettacoli.
E il maschio in questa recita diventa avversario, diventa un nemico, avvantaggiato dal corpo. Allora si esalta la scienza che plasma, modifica, altera, rende possibile l’impossibile.
Figli per tutti si dice, come accessori, come diritti individuali. Figli ovviamente sani, perché nessuno comprerebbe un prodotto difettoso, figli unici, perché il troppo non è di moda. Figli con madri ottuagenarie scopertesi sole. Figli fuori dal corpo, dall’amore di coppia, perché altrimenti come fare a competere. Figli prodotti in serie da corpi di sconosciute che affittano il ventre per disperazione.
L’amore vero vede i dettagli, i particolari, riconosce la rotta dentro un mare in tempesta.
Ma cos’è l’amore oggi, la fedeltà è irrisa, le combinazioni “amorose”, dette altrimenti geometrie riempiono romanzi, riviste femminili, rotocalchi di pseudo psicologia.
L’io si progetta a partire dalla scuola, l’unica autorealizzazione ammessa è quella decretata dal regime del pensiero unico.
Dobbiamo invocare una nuova par condicio, che riguardi il mondo delle idee, che metta al centro l’idea di essere umano che vogliamo lasciare al futuro. La politica non esiste, insegue l’odore di un consenso come una iena affamata la preda.
E allora torniamo alla radice, torniamo alla Croce, torniamo ad una reale unità del mondo cristiano e cattolico, apriamo gli occhi sul nefasto e mortifero progetto laicista. La prima forma di morale come insegna Rosmini consiste nel rispetto della natura di ogni ente, nel rispetto che nasce dall’ascolto silenzioso e dall’osservazione, doti della quali è particolarmente provvista la donna.
adinolfi
 fonte:  www.libertaepersona.org/wordpress

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