venerdì 5 dicembre 2014

San-Nicola-Santa Lucia-Albero-di-Natale...Buone Feste.

 
Ti ricordi la prima festa di san Nicola ... ?



                         
A Christmas Card for you... 2015


>>> blog Anima Mundi

Oggi e la vigilia di San Nicola 

 e a mezzanotte del 5/6 Dicembre
si scopriranno i primi regali
di queste feste Natalizie...
poi ...nella notte 12/13 Dicembre 
(notte della Luce) 
 A Verona e Bari (Palesesi festeggia  Santa Lucia ...  
anche a Venezia...
ma il culto di Santa Lucia è diffusissimo anche in Emilia: a ParmaPiacenza, Reggio Emilia,
 a Firenze ed a Siracusa e in tutta la Sicilia. 
 Santa Lucia


san_nicola.jpg
 Iconografia tipica di San Nicola www.focusjunior.it
San Nicola di Mira (di Bari)  / Santibeati 


"San Nicola è uno dei santi più venerati ed amati al mondo. Egli è certamente una delle figure più grandi nel campo dell’agiografia. Tra il X e il XIII secolo non è facile trovare santi che possano reggere il confronto con lui quanto a universalità e vivacità di culto.

Ogni popolo lo ha fatto proprio, vedendolo sotto una luce diversa, pur conservandogli le caratteristiche fondamentali, prima fra tutte quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Egli è anche il protettore delle fanciulle che si avviano al matrimonio e dei marinai, mentre l’ancor più celebre suo patrocinio sui bambini è noto soprattutto in Occidente".
Nacque a Pàtara, in Turchia, non lontano dalla città di Mira.Vescovo di Mira , partecipò, forse, al concilio di Nicea (325)e morì intorno al 350.Si celebra il 6 Dicembre, ed è patrono della Russia e della Grecia,protettore dei fanciulli, dei marinai, dei prigionieri e degli studenti. 
Le sue reliquie furono trafugate da 62 marinai pugliesi che nel 1087, su tre caravelle, le traslarono a Bari, di cui fu eletto patrono ove, per custodirle, fu costruita una grande basilica in suo onore.La grandezza dei suoi miracoli era 
famosa ed apprezzata dalla Groenlandia alla Russia, terra di cui è protettore , fino a 
Canterbury in Inghilterra .Perfino i Vichinghi gli dedicarono una cattedrale. 
Orfano di una famiglia molto ricca, venne portato in un monastero per essere 
educato da prete.Il fanciullo vi trascorse la giovinezza e quando uscì divenne vescovo di Mira .Donò le sue ricchezze ai poveri e da allora dedicò la sua vita ad aiutare il prossimo.Si diceva che fosse in grado di compiere miracoli e portasse sempre in salvo le imbarcazioni che si perdevano nelle tempeste.
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The Magic Christmas Train-- Christmas Ecard 2014

 Santa Claus nel "ciclo dei dodici giorni" 
una lettura antropologica  treccani.it
SANTA CLAUS NEL
Babbo Natale è vestito di rosso scarlatto: è un re. La sua barba bianca, le sue pellicce e i suoi stivali, la slitta nella quale viaggia, evocano l’inverno. Lo si chiama “Babbo” ed è vecchio, quindi incarna la forma benevola dell’autorità.[…] In realtà, questo essere soprannaturale e immutabile, fissato una volta per tutte nella sua forma […], è la divinità di una classe di età della nostra società, e la sola differenza tra Babbo Natale e una divinità è che gli adulti non credono in lui, sebbene incoraggino i bambini a crederci e alimentino tale credenza con molte mistificazioni.
(Claude Lévi-Strauss, Babbo Natale suppliziato, in Razza e storia e altri studi di antropologia, Torino 1967, p. 254)
20/12/2010 - Un episodio di cronaca apparentemente irrilevante, ma che trovò ampio risalto sui quotidiani della Francia di metà Novecento, è stato oggetto di una delle poche analisi sulla figura di Babbo Natale che l’antropologia abbia prodotto, e che reca la firma di Claude Lévi-Strauss. Nel folgorante saggio Babbo Natale suppliziato lo studioso francese chiama a tema di studio l’articolato processo della costruzione dellatradizione”, individuandolo però entro un campo di analisi sotto gli occhi di tutti, tanto familiare da essere quasi impenetrabile al nostro pensiero critico, che pure si è a lungo esercitato in riflessioni complesse sull’altro, sul lontano, sul “primitivo”. 
La notizia che ha stimolato Lévi-Strauss a rivolgere lo sguardo sul “noi” apparve il 24 dicembre 1951 sul quotidiano «France Soir»:

Babbo Natale è stato impiccato ieri pomeriggio alle grate della cattedrale di Digione e bruciato pubblicamente sul sagrato. Questa spettacolare esecuzione si è svolta alla presenza di molte centinaia di bambini dei patronati. Era stata decisa in accordo con il clero, che aveva condannato Babbo Natale come usurpatore ed eretico. L’accusa rivoltagli era di paganizzare la festa del Natale e di essersi insediato in essa come un cuculo occupandovi sempre maggior posto. Gli viene rimproverato soprattutto di essersi introdotto in tutte le scuole pubbliche da cui il presepio è completamente bandito.
L’olocausto ordinato dalle autorità ecclesiastiche come contromisura all’offuscamento del senso cristiano della Natività serve all’antropologo per tentare di decostruire l’intricata rete di carichi semantici che, in tempi e luoghi diversi, si sono integrati e giustapposti fino a comporre la figura del bonario e munifico vecchio che conosciamo sotto il nome di Babbo Natale / Santa Claus, alcuni aspetti del cui “culto” – dopo il decremento della ritualità collettiva registratosi negli anni Settanta-Ottanta – hanno in anni recenti subìto una rilevante amplificazione presso le società industrializzate. In particolare, il consumo vistoso individuato da Thorstein Bunde Veblen come comportamento economico preferenziale della classe agiata si è stratificato sui preesistenti valori del dono come elargizione e indicatore di reciprocità, assecondando in ciò il modello dominante del consumismo di matrice nordamericana. Non a caso è proprio negli Stati Uniti che, dopo un percorso lunghissimo iniziato nella Roma dei Saturnali, la figura di Santa Claus ha definitivamente acquisito la strumentazione espressiva e i caratteri iconografici che oggi la caratterizzano.
In realtà, l’ascendente diretto di Santa Claus è un personaggio storico, il vescovo Nicola di Mira, vissuto forse nel IV secolo d.C. ma il cui culto assunse un certo rilievo in Oriente nel VI secolo e in Occidente (Roma e Italia meridionale, Germania, Francia e poi Inghilterra) a partire dal IX, fondandosi su un sostrato di religiosità pagana e nascendo probabilmente dal processo di cristallizzazione delle feste collegate al solstizio d’inverno, che nell’antica Roma erano presiedute da Saturno. I Saturnali venivano celebrati nella settimana tra il 17 e il 20 dicembre, prolungandosi in epoca imperiale fino al 24: era questa una fase liminare e potenzialmente rischiosa, connessa con la morte e la rinascita simbolica del Sole, il cui culto venne introdotto nella seconda metà del III secolo e istituzionalizzato da Aureliano con la festa del Dies natalis invicti solis, fissata il 25 dicembre. Qualche giorno dopo iniziavano le feste in onore di Giano e della dea Strenia, nel corso delle quali era pratica usuale lo scambio di doni (strenae in onore della divinità femminile, da cui il termine strenna ancora oggi in uso). Nel timore che i nuovi culti ostacolassero la diffusione del cristianesimo, la Chiesa romana stabilì in quella stessa data la ricorrenza della nascita di Cristo, agevolando di fatto confluenze e sincretismi tra riti pagani e festività cristiana.
Tempo di marginalità che la festa sottraeva al divenire storico, quello che lo storico delle religioni Arnold van Gennep ha definito il “ciclo dei dodici giorni” – composto da quelli compresi tra Natale e Capodanno – era un periodo di sospensione dal quotidiano e di inversione e rovesciamento dei ruoli, quindi anche di rafforzamento dei tabu: come segnala l’antropologa E. Stefania Tiberini, nei Saturnali così come nel culto a San Nicola la ricorrenza solstiziale segnala una presenza della morte che si esorcizza nell’elargizione di offerte di doni ai bambini in ragione della loro posizione pre-sociale e pre-iniziatica, e dunque più vicina al nodo problematico della non-vita. I bambini sarebbero dunque un varco nella barriera che divide i morti dai viti, e le questue infantili – elemento ricorrente in queste celebrazioni, così come nella statunitense festa di Halloween e nel Día de los Muertos del Messico – sembrano confermare questa adiacenza della morte al mondo dell’infanzia, sancendo una relazione di complementarietà tra esistenze terrene e presenze che popolano l’aldilà.
Mediatore di questa precaria alleanza sembra farsi anche Santa Claus, corruzione olandese di Sanctus Nicolaus (ma noto nel mondo germanico come Niklaherr, Samichlaus, Sanda Klaus) e versione esportata in America dalle migrazioni dal XVII secolo: e se in Europa settentrionale e nel Nord Italia in quel periodo nell’iconografia di questo personaggio risaltano ancora gli attributi vescovili (il manto rosso, la mitra sul capo), come ha segnalato M. Belpoliti “San Nicola è anche un santo che ha molte facce, discendente dagli spiriti che accompagnano il corteo di Hellequin, il cacciatore che rapisce i bambini e guida il corteo dei morti nelle notti invernali”. In Austria Sankt Nikolaus era accompagnato da Krampus, o Knecht Ruprecht negli altri paesi germanici, essere maligno dotato di due minacciose corna sul capo, di una lingua che gli penzolava dalla bocca e di un sacco in cui imprigionava i bambini capricciosi; tratti e comportamenti comparabili ricorrono frequentemente nelle tradizioni folkloriche dell’Alto Adige e del Tirolo.
Americanizzandosi, Santa Claus perde il suo doppio negativo e con esso tutti gli attributi ambigui che in Europa lo connotano come severo garante del processo di inculturazione infantile. Storicamente, questa flessione semantica asseconda il processo di affermazione della vita privata e la crescita del ruolo economico e sociale della famiglia, innestandosi nelle prime fasi dell’industrializzazione e della formazione e consolidamento delleborghesie cittadine. Non è un caso che Santa Claus dismetta in questo stesso periodo gli antichi panni ecclesiastici per assumere le fiabesche fattezze di un vecchio barbuto e grasso, dunque icona di opulenza, serenità e benessere: così lo tratteggia nel 1863 su «Harper's Weekly» la penna del disegnatore statunitense Thomas Nast, dando un volto propriamente statunitense a quel generoso distributore di doni che già Charles Dickens aveva ritratto nel 1843 nel suo celebre Canto di Natale.
Da prodigo dispensatore di piccole gioie, Santa Claus inizia progressivamente ad assumere le fattezze di un vero dio delle merci negli anni Trenta, grazie a una campagna pubblicitaria senza precedenti che la Coca-Cola Company ideò per ovviare al divieto –generato da diversi procedimenti penali e da campagne denigratorie sulla presenza di sostanze nocive nella bevanda – di utilizzare a questo scopo immagini di bambini. Il disegnatore di origini svedesi Haddon Sundblom ipercaratterizzò il complesso di segni già allestito da Nast, creando il peculiare codice simbolico che sostanzia l’iconografia contemporanea di Santa Claus.
Più che soggiogato dall’ideologia del consumismo, Babbo Natale ne sembrerebbe dunque uno dei prodotti più riusciti. “Espressione di un codice differenziale che distingue i bambini dagli adolescenti e dagli adulti” (Lévi-Strauss, op. cit., p. 59) e mediatore dei conflitti intergenerazionali, nel processo di mutamenti e risignificazioni lungo il quale la sua identità si è strutturata egli a tutt’oggi disciplina le richieste infantili, incoraggiandone gli eccessi ma circoscrivendoli entro uno spazio temporale ridotto. Sul versante macrosociologico, sovrintendendo al protocollo festivo delle donazioni natalizie, garantisce il perdurare di questa forma occidentale di potlatch che alimenta l’industria del consumo, ma allo stesso tempo riafferma la connotazione familistica e affettiva dello scambio di beni, che rafforza la memoria sociale rendendo i beni materiali cosa diversa da quelle “stampelle a sostegno di uno storpio” che secondo la definizione di Ivan Illichsono le merci.
Bibliografia
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D’Apremont, Arnaud, Père Noël, Puiseaux, Éditions Pardès, 1999 (trad. it.: La vera storia di Babbo Natale, Torino, L’Età dell’Acquario, 2005).
De Gubernatis, Angelo, Storia comparata degli usi natalizi in Italia e presso gli altri popoli indo-europei, Milano, 1878 (rist. anast. Sala Bolognese, Forni, 1986).
Ebon,Martin, Saint Nicholas. Life and legend, New York, Harper & Row, 1975.
I giorni del magico. Riti invernali e tradizioni natalizie ai confini orientali, a cura di Gian Paolo Gri e Giuliana Valentinis, Gorizia, Editrice Goriziana, 1998.
Grisi, Francesco, Il Natale. Storia e leggende. Tra cronaca e poesia la festa più bella rivive attraverso il racconto degli scrittori italiani: da Jacopo da Voragine a Gabriele D’Annunzio, da Gregorio Magno a Eduardo De Filippo, da Tommaso Campanella a Italo Calvino, Roma, Newton & Compton, 2000.
Groot, Adriaan D. de, Saint Nicholas. A psychoanalytic study of his history of myth, The Hague, Mouton, 1965.
Jones, Charles W., The Saint Nicholas liturgy and its literary relationships (ninth to twelfth centuries), Berkeley, University of California Press, 1963.
Lagioia, Nicola, Babbo Natale. Dove si racconta come la coca-cola ha plasmato il nostro immaginario, Roma, Fazi, 2005.
Lévi-Strauss, Claude, Le Pére Noël supplicié, Pin-Balma, Sables, 1994 (trad. it.: Babbo Natale giustiziato, Palermo, Sellerio, 2002).
Laurentin, René, Les Ėvangiles de l’enfance du Christ. Vérité de Noël au-delà des mythes. Exégèse et sémiotique, historicité et théologie, Paris, Desclée de Brouwer, 1982 (trad. it.: I Vangeli dell’infanzia di Cristo. La verità del Natale al di là dei miti. Esegesi e semiotica, storicità e teologia, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1985).
Luzzagni, Giacomo, Paese che vai Natale che trovi. Le tradizioni natalizie in Italia, Montemerlo, Venilia, 2002.
Maschio, Claudia, La magia del Natale nel mondo. Un viaggio fantastico attraverso tutti i continenti, Verona, QuiEdit, 2006.
Maschio, Claudia, Storia e magia del Natale. Alla scoperta di origini, tradizioni, fiabe e leggende, Verona, QuiEdit, 2005.
Miles, Clement A., Christmas in ritual and traditions christian and pagan, London, Fisher Unwin, 1913 (trad. it.: Storia del Natale. Tra riti pagani e cristiani, a cura di Laura Mazzolini, Bologna, Odoya, 2010).
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Sacchettoni, Carlo, La storia di Babbo Natale, Roma, Edizioni Mediterranee, 1996.
Savino, Elena, Le radici pagane del Natale, Trieste, Jubal, 2004.
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Spartà, Santino, Natale. La festa più intima tra storia e folclore, Libreria Editrice Vaticana, 2009.
Wheeler, Joe L., Saint Nicholas, Nashville, Thomas Nelson, 2010.
Tiberini, Elvira Stefania, Da san Nicola a santa Claus. Un'indagine antropologica, Roma 1987.
Tiberini, Elvira Stefania, Treat or trick? San Nicola Santa Claus Halloween, Roma2008.
Zanoncelli, Anastasia, La vera storia di Babbo Natale, Firenze, Giunti, 2001.
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Christmas Magic Video


2013
santatracker.google.com
Da Google ha messo a disposizione una sorta di calendario dell’Avvento internet:Santa Tracker santatracker.google.com
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Una rappresentazione del vescovo San Nicola (Sinter Claes) in una casa 16° secolo, nei pressi della diga di Amsterdam. San Nicola è il santo patrono della capitale olandese. Il mito di babbo Natale nasce dalla leggenda del santo.Focus


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L'Albero di Natale è uno dei simboli per eccellenza di questa Festa e in quasi ogni casa fa sfoggio di se, sia esso grande, piccolo, vero o finto... tante sono le sue forme e i modi di decorarlo, ma ogni volta che le lucine colorate che lo avvolgono vengono accese riescono a trasmettere calore e allegria!  
Babbo Natale Wikipedia
 Babbo Natale è una figura presente in molte culture che distribuisce i doni ai bambini, di solito la sera della vigilia di Natale. Babbo Natale è un elemento importante della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in America Latina, in Giappone ed in altre parti dell'Asia orientale...
Il Natale e il periodo natalizio

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Le Renne di Babbo Natalesanta-claus-flying-reindeer
Le renne di Babbo Natale lo accompagnano fedeli in giro per il Mondo, mai stanche e sempre obbedienti… ma da quanto tempo si conosce la loro esistenza?...
 Per tradizione, le renne che trainano la slitta sono 8:  
  • Dasher  (Fulmine) : La più coraggiosa del gruppo! Quando nacque la sua mamma si spaventò quando vide i suoi dentoni…e decise che invece di allattarla le avrebbe fatto mangiare tante carote…Crescendo anche i suoi dentoni crescevano insieme a lei, dandole un aspetto molto simpatico! Del resto, però, i suoi denti sono anche molto utili! Con quelli la nostra eroina difende i doni dei bambini da quegli uccellacci che tentano di rubarli!
  • Dancer o Dazzle (Ballerina) :Come lo stesso nome suggerisce è la ballerina della situazione..Conosce tutti i ritmi del mondo e i suoi zoccoli pian piano si sono trasformati in bellissime scarpe da ballo rosa con un leggero tacco. Quando qualche bambino non riesce a imparare i movimenti esatti di un passo di danza lei gli corre accanto e lo aiuta..
  • Prancer (Donnola): è la più timida tra le renne..ed è stata l’ultima ad essere trovata da Babbo Natale: La piccola Prancer era talmente timida che non voleva essere vista da nessuno perchè arrossiva facilmente, quindi usciva solo di notte; un giorno, Babbo Natale insieme a tutte le sue renne era da quelle parti a raccogliere dei rami secchi per il fuoco, quando guardando per caso all’interno dell’albero cavo vide sbucare due splendide corna di renna. Babbo Natale allora, premuroso come sempre, chiamò Cupid (la renna più dolce) perchè le parlasse e la convincesse ad unirsi a loro…Prancer si lasciò convincere ed uscì dal suo piccolo rifugio…ovviamente diventò paonazza quando si trovò davanti a tutti…ma nessuno la prese in giro per questo…r Babbo Natale le spiegò che quella era la sua particolarità, quello che la rendeva speciale!
  • Vixen (Freccia) e
  • Blitzen o Dixen (Donato) : sono le prime renne che Babbo Natale trovò nascoste sotto la neve e prese con se. Sono due splendide renne gemelle con il manto d’oro e, una di esse, Vixen, ha due code! La loro mamma le ha salvate dai cacciatori nascondendole appunto sotto la neve; ad ogni stagione quando cambiano il manto, Babbo Natale raccoglie tutti i crini d’oro e li manda in regalo ai bisognosi.. Dixen è quella sempre malata…con il raffreddore perenne! Le gocce che scendono dal suo naso, posandosi in terra si trasformano in bellissimi fiori!
  • Comet (Cometa) : La più veloce di tutte le renne di Babbo Natale, sfreccia nel cielo come fosse una cometa..e. chiunque esprima un desidero al suo passaggio le i lo coglie al volo e lo riferisce a Babbo Natale che provvederà ad esaudirli. Non dorme mai, passa tutto il tempo a correre in cielo da un capo all’altro del mondo,e  quando combina qualche marachella va a nascondersi dietro la luna per non farsi vedere  da Babbo Natale, che però la perdona sempre…
  • Cupid (Cupido) : è la più coccolona tra le renne di Babbo, è nata con una macchia rossa a forma di cuore sul petto, e quando il vento del nord soffia forte, il folto pelo si muove, dando l’impressione che quel cuore batta forte! E’ la più docile tra tutte e quando traina la slitta vuole stare sempre in fondo per star vicina a Babbo Natale. Ha un ottimo fiuto per le letterine dei bambini buoni, e quando ne scova una la consegna subito a Babbo Natale.
  • Donder  o Donner (Saltarello) : è la cantante del branco. Si racconta che da piccola strillasse così forte che i suoi genitori tenevano due guanciali schiacciati sulle orecchie per non sentirla! Crescendo ha imparato a controllarla, riuscendo a modularla e a renderla molto gradevole…riesce a imitare chiunque e conosce ogni tipo di canzone. Riesce ad imitare anche le voci dei genitori dei bambini che hanno commesso qualche marachella e li rimprovera facendo credere che siano davvero loro!
...filastrocca per ricordarne tutti i nomi:
e in ciel galoppano senza cadere
Ogni renna ha il suo compito speciale
per saper dove i doni portare
Cometa chiede a ciascuna stella
Dov’è questa casa o dov’è quella.
Fulmine guarda di qui e di là
Per sapere se la neve verrà.
Donnola segue del vento la scia
Schivando le nubi che sbarran la via.
Freccia controlla il tempo scrupoloso
Ogni secondo che fugge è prezioso.
Ballerina tiene il passo cadenzato
Per far che ogni ritardo sia recuperato.
Saltarello deve scalpitare
Per dare il segnale di ripartire.
Donato è poi la renna postino
Porta le lettere d’ogni bambino.
Cupido, quello dal cuore d’oro
Sorveglia ogni dono come un tesoro.
Quando vedete le renne volare
Babbo Natale sta per arrivare.
Non solo fanno la slitta volare...
Fonte: meravigliosonatale.blogspot.it



                      Peace on Earth - Christmas Ecard 2012

da FLY BUON NATALE
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