mercoledì 21 novembre 2012

Tre Post da leggere<> L'attesa <> coppie in crisi <> Dio ai tempi di Twilight

Tre Post da leggere
 1) L'attesa   da sullastradadiemmaus.it
 2) X  coppie in crisi da Kairòs.it
 3) Dio ai tempi di Twilight

L'Attesa  di Maddalena Negri

L'Attesa del Nuovo sembra sempre più difficile. Lo è sempre, quando le prospettive sono poche e lontano dall'essere positive. Dunque, che aspettare? Il peggio?
L'Avvento, è per eccellenza, il tempo dell'attesa di un incontro. Il tempo che precede l'arrivo di qualcuno, quindi.
È interessante riflettere su questo: nel Cristianesimo, è Lui che viene. Non dobbiamo incamminarci noi, non ci chiede neppure di cercarlo. L'unica difficoltà (certo, magari non da poco; ma, essendo l'unica, si può anche capire, no?) è quella di riconoscerLo, al Suo passaggio. Richiede di essere pronti, sempre pronti, ma arriva Lui. Si scomoda e viene verso di noi.
Resta tuttavia un dettaglio importante. Le nostre attese rischiano di restare deluse. Perché noi cerchiamo soluzioni ai nostri problemi, vorremmo qualcuno che ci faccia avere soldi, lavoro, salute, successo, che guarisca le malattie e magari ci renda immortali. Per meno, non muoviamo un dito. L'offerta sarebbe poco allettante.

E quel che ci si presenta è un bambino, che - piano piano - prende forma nel ventre di una donna, si "fa spazio" con quella dolce fermezza, propria dei bambini, che insegnerà per le strade della Galilea. Ma, per ora, non è che un bambino, un figlio donato all'intera umanità, nella sua fragilità, nel suo bisogno di coccole e cure, di protezione, di nutrimento, di sicurezze.
Figlio dell'Uomo, si fa chiamare. Mai una volta, nel Vangelo, Gesù si dice, per sua iniziativa "Figlio di Dio": quasi ci tenga in modo particolare a sottolineare la sua fratellanza col genere umano, con la sua sofferenza, con gli spasimi del desiderio e dell'entusiasmo, con i morsi della preoccupazione, dell'angoscia e - troppo spesso - della fame.
Infatti, non si presenta come un potente monarca, né come un oppressore o un giustiziere, ma neppure come un ribelle (nel senso in cui generalmente viene inteso; era invece un rivoluzionario, nel senso più pieno della parola, perché la sua personalità, il suo esistere e il suo relazionarsi con le persone hanno senza dubbio annientato pregiudizi e contribuito al progresso umano). Si presenta innanzitutto come un bambino. Un bambino vero, in carne ed ossa. Con il suo carico di fragilità fisica e di assoluta impotenza sociale, politica e culturale. Tale era la posizione dei bambini nella cultura ebraica; ma, siamo sinceri, non è molto diversa la loro posizione oggi: quanti li ascoltano davvero (evitando magari quel tipico sorrisetto di compiacenza) quando esprimono un loro parere sincero e - spesso - di fondamentale importanza ai loro occhi?
Questa è forse la sfida più ardua che ci lancia Dio, nel Vangelo: ci invita a riconoscerLo, nonostante sembra fare di tutto per sottrarsi al posto che Gli avremmo voluto assegnare.  Lui vi rinuncia. Per un eccesso d'amore, preferisce poterci stare accanto, invece che sovrastarci. Preferisce fasciare le nostre ferite, piuttosto che commentare "Te l'avevo detto!". Preferisce discendere dai Cieli e salire sul legno della Croce, piuttosto che fare il più comodo percorso inverso.
Ecco allora che il tenero Bambino che spalanca le braccia e ci guarda con tenerezza ci lancia un messaggio molto più forte di quell'edulcorato "volemose bene" in cui è stato trasformato il Natale. «Cercatemi, come io ho cercato voi. Abbiate fiducia in me, così come io mi sono fidato di voi e mi fido ogni giorno». Perché così può essere definita la storia presente nei Vangeli: un Dio che si affida all'uomo e alla sua libertà, dopo essersi spogliato di ogni privilegio. Perché non è possibile fiducia, senza condivisione.
Una veglia d'attesa che, partendo dal buio della notte (che porta con sé l'oscurità della paura, della frustrazione, del fallimento, del pessimismo e - alle volte - anche dell'autocommiserazione) ci conduce verso una luce. Una luce che, però, si fa strada piano piano: con discrezione e rispetto (quasi in punta di piedi!), ci chiede "permesso" quando chiede la nostra collaborazione. Ma ci chiede anche il coraggioso passo di varcare la soglia di quella speranza, senza la quale risulta impossibile, per Dio, potersi mettere in società con noi, per fare progetti all'altezza dei Suoi sogni e costruire un mondo che segua la Sue aspettative, per la nostra felicità!


Per tutte le coppie in crisi.
Incontro di presentazione dei libri sul matrimonio
 scritti da Costanza Miriano.

Pubblico di seguito il video (diviso in tre parti) dell’incontro di lunedì 12 novembre alla Gran Madre di Dio. (*)
(*): N.d.r.: Si tratta di un incontro di presentazione dei 2 libri sul matrimonio scritti da Costanza Miriano.
***



***



***


Sempre da Kairòs

 Dio ai tempi di Twilight

CHICAGO, mercoledì, 21 novembre 2012  - Dagli Stati Uniti all'Europa i teenager di oggi rappresentano la prima generazione dove chi si dichiara cristiano è in minoranza, ma gli atei sono ancora meno numerosi che tra gli adulti.
Al contrario, questi teenager «post-cristiani» hanno un gran numero di credenze, non sempre coerenti tra loro, di tipo spirituale o religioso. È quanto emerge dai lavori del congresso sullo stato dello studio scientifico delle religioni organizzato dall'American Academy of Religion, cui partecipano oltre quattromila specialisti di tutto il mondo e che si conclude oggi a Chicago.
Nella sua attesa relazione, lo storico delle religioni americano J. Gordon Melton ha notato il grande ritorno dello spiritismo e come un buon terzo dei teenager statunitensi seguano o anche cerchino di riprodurre esperienze medianiche di contatto con i defunti o con entità di vario genere.
«Noi studiosi siamo in ritardo - ha detto Melton - pubblichiamo tanti libri sullo spiritismo, ma su quello dell'Ottocento e sui suoi addentellati politici, per esempio sul fatto che in Italia era spiritista Garibaldi o che quella che possiamo chiamare l'estrema sinistra della politica statunitense alla fine del secolo XIX era composta quasi tutta da spiritisti. Ma in questi libri diamo l'impressione che lo spiritismo sia una cosa dell'Ottocento, e che oggi non ci sia più. È il contrario. La parola spiritismo forse è passata di moda ma non ci sono mai stati tanti giovani interessati agli spiriti come oggi».
Il sociologo torinese Massimo Introvigne ha, a sua volta, presentato una sua ricerca sul caso esemplare brasiliano del Vale do Amanhecer, una cittadina a un'ora di automobile da Brasilia dove vivono ventimila medium, che oggi è al centro di un movimento mondiale di mezzo milione di persone.
Altre relazioni hanno mostrato come molti teenager derivino la loro spiritualità dai film di vampiri. I sociologi americani hanno coniato il neologismo «fampiro» per indicare le migliaia di ragazzi che, tra i milioni di giovani che si appassionano ai film di vampiri semplicemente come momento di evasione, vanno oltre, ne fanno il centro della propria vita e ne derivano anche idee «religiose».
«Con la saga di Twilight - commenta Melton - è emersa una comunità di "fampiri" composta principalmente da ragazzine, mentre prima a prendere sul serio i vampiri erano soprattutto gli adolescenti maschi». «Il successo di spiriti e vampiri - prosegue Introvigne - mostra che i teenager, anche quelli che non si considerano più cristiani, continuano a farsi molte domande sulla morte e l'immortalità. Non serve, come fanno i fondamentalisti protestanti e anche qualche cattolico ultra-conservatore, demonizzare questa subcultura giovanile dichiarandola semplicemente dominata dall'occulto e dal demoniaco».
«Qui a Chicago - conclude - abbiamo sentito menzionare interessanti esperienze, anche di sacerdoti cattolici, che cercano di entrare in dialogo con questi giovani e capire che cosa vogliono davvero. In quello che per la Chiesa Cattolica è l'Anno della fede, mi sembra francamente la strada più giusta». (M. Introvigne)

Nessun commento:

Posta un commento