mercoledì 21 novembre 2012

21.12.12 <>GANGNAM STYLE<> manca ancora una settimana alla fine del mondo ...


La fine del mondo è già iniziata, ma ...


Dagli storici tutta la verità sulla fine del mondoI


Maya non hanno mai parlato di "fine del mondo il 21 dicembre" e a dirla tutta non esiste una rappresentazione reale e nota del loro calendario: la Pietra Sole che viene spesso presentata come tale, è in realtà un calendario azteco, che non menziona la data del 21 dicembre 2012 ...




12/12/2012 calendario maya fine del mondo
DAL BLOG www.adriano.casissa.it/

manca ancora un mese alla fine del mondo ...

12/12/2012 calendario maya fine del mondo


Ma davvero il mondo finirà il 21.XII.c.m.?

 Riporto dalla edizione odierna de "L'Osservatore Romano".

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Tra pseudoprofezie, scienza e fede

Da sempre gli uomini si sono interrogati sull’origine e sul destino della propria esistenza. «Da dove veniamo e dove andiamo?» è la domanda che ha percorso i millenni.
A questo interrogativo possiamo dare spesso delle risposte irrazionali. Nei media e sulla rete si parla in questi giorni della fine del mondo, che i maya avrebbero predetto per il 21 dicembre 2012. Se facciamo una ricerca su Google, a questa voce corrispondono 40 milioni di risultati. Secondo tale “profezia”, si dovrebbero verificare un allineamento dei pianeti e del sole con il centro della Via Lattea e un’inversione dei poli magnetici del campo terrestre. Non vale la pena discutere il fondamento scientifico di queste affermazioni (ovviamente false).
Nel 2003, mentre tenevo all’università di Tegucigalpa, in Honduras, un corso di astronomia extragalattica — non si tratta dello studio dei giocatori del Real Madrid ma delle galassie! — ho avuto l’opportunità di visitare le rovine del centro Maya di Copán e di apprezzare da vicino la grande capacità di osservazione del cielo che quei popoli possedevano. In ogni caso, non si domandavano se la terra o il sole fossero al centro del cosmo. Erano più interessati a trovare un “disegno” ripetitivo di osservazioni passate da riprodurre in futuro. Nella cultura Maya il tempo aveva una dimensione ciclica e ripetitiva. L’astronomia veniva sviluppata in funzione della politica e della religione, con l’ossessione per i cicli temporali.
Pur quanto possa essere affascinante lo studio dell’astronomia Maya, vorrei riflettere qui sul destino del cosmo. Sappiamo che l’universo è iniziato circa 14 miliardi di anni fa. E sappiamo anche che è composto per il 4 per cento di materia “ordinaria”, per il 23 di materia oscura e per il 73 di energia oscura. Secondo i più attendibili dati osservativi, esso si espande continuamente e tale espansione è accelerata dall’energia oscura.
Questa spiegazione scientifica postula un periodo in cui l’universo, nei suoi istanti iniziali, abbia attraversato una fase di espansione esponenziale, cioè estremamente rapida. È la teoria che è stata chiamata «inflazione». Se questo modello è corretto, l’universo in un futuro molto distante — parliamo di miliardi di miliardi di anni — finirà per “strapparsi”.
Fin qui ciò che la cosmologia può dire, con un certo fondamento scientifico, sul futuro dell’universo. È bene ribadire che la nostra comprensione, anche se abbastanza avanzata, non è completa. Fino a oggi non conosciamo la natura fisica della materia oscura né dell’energia oscura. Tuttavia siamo in grado di misurare gli effetti che producono. Secondo le speculazioni di qualche cosmologo, l’universo potrebbe addirittura non avere una conclusione unica ma piuttosto dei multi-ends: alcune sue parti, cioè, finirebbero in tempi diversi.
Nella visione cristiana, l’universo e la storia hanno un senso. Nel profondo dell’essere umano c’è la convinzione fondamentale che la morte non possa avere l’ultima parola. La cosmologia ci mostra che l’universo va verso uno stato finale di freddo e di buio; il messaggio cristiano ci insegna invece che nella risurrezione finale, quella dell’ultimo giorno, Dio ricostituirà ogni uomo, ogni donna e tutto l’universo.
Questa realtà futura è espressa nelle parole dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo: «Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra... Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro» (21,1.3).
L’Apocalisse è un testo profetico, non un’informazione scientifica sul futuro del cosmo e dell’uomo. È una profezia perché ci mostra l’intimo fondamento e l’orientamento della storia. Nel contesto storico in cui è stato scritto, l’autore sacro cerca di incoraggiare la comunità dei cristiani che soffre le persecuzioni.
La storia umana (e cosmica) ha un senso che gli è stato donato dal Dio-con-noi. Anche se non siamo perseguitati, abbiamo sempre bisogno di incoraggiamento. La Parola di Dio ci ricorda che andiamo verso un futuro fondamentalmente buono, malgrado le crisi di ogni genere in cui viviamo immersi. Perché ci assicura che in Cristo c’è un futuro per l’umanità e per l’universo. (J. G. Funes)

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Le improbabili previsioni attribuite ai maya e le ipotesi scientifiche

Dies irae

Spesso citiamo i passi apocalittici della Bibbia ignorando il loro messaggio di speranza


Molto opportunamente Benedetto XVI, all’Angelus di domenica 18 novembre, ci ha offerto una profonda interpretazione teologica della pagina evangelica del giorno, una delle più difficili — sono parole sue — del Nuovo Testamento. Troppo spesso infatti ci siamo fermati alla descrizione apocalittica della “fine del mondo” che Marco, unitamente agli altri sinottici, 
Da film "Armageddon" (1998)
riporta al capitolo 13 usando versetti biblici di Isaia ed Ezechiele, come d’altronde avrà fatto Gesù stesso parlando ai suoi. L’angoscia indotta da quel solvet saeclum in favilla ci ha impedito di cogliere il senso globale dell’intero passo, che il Papa ha fatto riemergere: la Terra può sconvolgersi fino alla sua distruzione, il cielo stellato «riavvolgersi come un rotolo di papiro» (Isaia, 34, 4), ma la «mia parola», la Buona Novella, rimarrà salda, insensibile agli insulti del krònos cosmico.
Così il terrore si trasforma in speranza, la conversione alla quale Gesù invitava i primi discepoli ci permette di affrontare con serenità qualsiasi mutamento del mondo in cui viviamo, sia quelli riconducibili a violenze prodotte dall’uomo sia quelli dovuti a cataclismi naturali e imprevedibili.
Il breve, ma denso discorso del Papa ha però un’ulteriore valenza, più laica: ci ricorda che Gesù non è un veggente e le sue affermazioni hanno il solo scopo di annunciare e consolidare la Buona Novella. Non possono quindi essere paragonate ai verdetti di una Sibilla e soprattutto non hanno nulla da spartire con le opinabili previsioni catastrofiche che, regolarmente riesumate da media privi di scrupoli, ci stanno affliggendo in questo volgere del 2012. Senza voler fare concorrenza alle discutibili previsioni catastrofistiche di fine anno, anzi per contrastarle con seri argomenti scientifici, vale la pena di analizzare le cause che potrebbero porre fine alla presenza della vita intelligente sulla Terra. La causa più certa, ma anche la più remota temporalmente, è l’evoluzione del nostro Sole: stella di piccola massa, formatasi circa cinque miliardi di anni fa, continuerà a riscaldare la Terra con energia costante per altri tre  miliardi e mezzo di anni. Poi, quando il combustibile nucleare, l’idrogeno, comincerà a esaurirsi nelle zone centrali, il Sole inizierà una lenta evoluzione verso lo stadio di stella gigante rossa,  caratterizzata da un diametro 250 volte maggiore di quello attuale.  A quel punto, le orbite dei pianeti più interni, Mercurio, Venere e forse la Terra, saranno inghiottite dal Sole. Ben prima di questo evento però, il graduale aumento della temperatura del Sole avrà già trasformato il nostro pianeta in un deserto inabitabile.
L'asteroide che si pensa sia stato il responsabile dell'estinzione dei dinosauri aveva un diametro stimato di dieci chilometri
  Una minaccia che potrebbe invece presentarsi in tempi più prossimi è il possibile impatto di un asteroide o di una cometa con la Terra. Nel passato questi eventi erano molto frequenti nel sistema solare, come testimoniano i numerosi crateri visibili sulla superficie di tutti i pianeti rocciosi e dei loro satelliti. Vestigia di antichi impatti, circa 180, sono state identificate sulla Terra, anche se in molti casi l’azione degli agenti atmosferici li ha parzialmente dissimulati. Mentre si perfeziona la rete di sorveglianza, si studiano anche i possibili metodi per deviare l’orbita di un potenziale proiettile cosmico. Non esiste ancora una soluzione ottimale, ma l’esperienza tecnologica che si sta accumulando con le missioni spaziali di esplorazione del sistema solare e con lo studio per la rimozione dei detriti spaziali — pezzi di vecchi satelliti che orbitano intorno la Terra incontrollati — dovrebbe essere presto in grado di evitare un impatto catastrofico, soprattutto se saremo in grado di prevedere l’evento con alcuni decenni di anticipo.
Oggi sappiamo con certezza scientifica che la presenza umana nel cosmo non durerà per sempre: l’ineluttabilità della morte individuale è ora trasferita anche al “fenomeno umano”, che è destinato kronologicamente a concludersi. D’altronde se il cosmo, nella sua evoluzione, per miliardi di anni non ha avuto in sé la coscienza, non dovrebbe sorprenderci che in un lontano e sterminato futuro esso ridiventi cieco e muto, senza più occhi che si stupiscano e bocche che ne cantino le meraviglie.
Risuona allora imperioso un altro passo del Vangelo (Marco, 1, 15) «il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino»: oggi, evento unico e irripetibile, il “tempo opportuno” si è innestato nel “tempo cosmico” e ci è offerta l’opportunità di renderci immuni da ogni sconvolgimento, da ogni asteroide killer o dal Sole fagocitante, afferrandoci alla sola Parola che salva e che non “passa”. Allora, quando l’umanità sarà incamminata verso la sua inesorabile fine materiale, potrà vedere con gli occhi della fede «il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria». (P. Benvenuti)

21 / 12  / 2012

Paura, eh? da Kairòs


La conclusione della storia e il glorioso ritorno di Cristo sulla terra: il Vangelo letto domenica nelle Chiese di ogni Paese – oggetto di riflessione da parte del Papa all’Angelus – tocca uno dei punti più sensibili per l’uomo di ogni epoca: quello della fine della vita e del mondo. Un concetto che evoca paure antiche, oggi spesso alimentate da condizionamenti mediatici, che però nulla hanno a che fare con la visione cristiana improntata alla speranza, ribadita domenica da Benedetto XVI. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa:

R. – A me pare che il Papa abbia proprio centrato il problema – come fa sempre, del resto. Gesù non vuole rispondere a “quando” avverranno queste cose, ma al “come” bisogna prepararsi. Come dice il Papa, non vuole fomentare la curiosità sulle date, le scadenze… E’ curioso che Gesù dica che nel momento preciso in cui ciò avverrà, chiamiamola “fine del mondo”, neppure gli angeli del cielo lo sapranno, e che invece periodicamente sorgano profeti o veggenti che annunciano – quando non addirittura con una data precisa – la fine del mondo. Adesso stiamo andando verso il 21 dicembre 2012, che secondo alcuni sarebbe la data della fine del mondo perché nei calendari Maya ciò indicherebbe il termine di un ciclo. Come giustamente afferma il Papa, Gesù vuole dare un fondamento alla nostra esistenza e, a questo proposito, il Vangelo di ieri è veramente splendido. Ci dice che, a differenza della visione ateo-scientistica, secondo cui il mondo non ha un Creatore, non ha un senso, non ha uno scopo e quando saranno esauriti i processi chimici e fisici in atto finirà o nel gelo eterno o in fuoco cosmico, il messaggio fondamentale contenuto in questi discorsi escatologici è invece di un’estrema speranza. Ci dice che noi stiamo andando verso "Uno" che ci viene incontro, che viene ogni giorno a noi nell’Eucaristia. Quindi, come temere "Uno" che è già nostro compagno di viaggio?

D. – Di fronte alla parola “apocalisse” (*), molto spesso si fa confusione, soprattutto perché il termine è diventato, nel tempo, sinonimo di “catastrofe”. Qual è il suo vero significato?

R. – Apokálypsis in greco significa semplicemente “rivelazione”, e voleva essere nel titolo del libro di Giovanni, la rivelazione non di date precise, di scadenze storiche come spesso è stato fatto, ma un linguaggio profetico che mettesse in luce i principi fondamentali che sarebbero stati alla base dello sviluppo della storia: le forze del male che lotteranno sempre contro le forze del bene, ma alla fine il trionfo sarà dell’Agnello. Questo è il senso fondamentale dell’Apocalisse. Ma a causa del linguaggio che parla di stelle che cadono, di fuoco che scende sulla terra, si è finito – come in molti film – con il fare della parola apocalisse sempre delle storie di calamità, al di sopra dell’immaginazione umana.

D. – Lei prima ha citato la presunta profezia dei Maya sulla fine del mondo. I millenarismi hanno sempre attraversato la storia umana. Perché – secondo lei – l’uomo ha questo periodico bisogno di evocare la fine del mondo?

R. – Quando noi oggi parliamo della fine del mondo, ne parliamo in termini globali, cioè la fine assoluta dopo la quale c’è solo l’eternità. Gli antichi, soprattutto nella Bibbia, parlavano con termini relativi e quindi spesso, nella Bibbia, non si parla di fine del mondo, ma della fine di un mondo. Infatti, Gesù proprio nel Vangelo diceva: “Non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga”: di fatto, non passò la generazione senza che un mondo finisse, quello ebraico-giudaico, con la distruzione di Gerusalemme. Nel 410, dopo il “Sacco di Roma”, alcuni Padri della Chiesa pensarono che fosse arrivata la fine del mondo, perché identificavano il mondo con l’assetto dell’Impero romano che credevano definitivo. Nel Vangelo, spesso si intrecciano questi due piani: il piano della fine di un mondo con la fine del mondo. Credo che Gesù volesse fare del primo un simbolo, un richiamo, dell’ultimo: cioè, prendere queste catastrofi, questi avvenimenti più grandi di noi, come un invito a non attaccarci a questa terra, così come mi pare sottolineasse anche il Papa ieri.

D. – Al di là della fine dei tempi, c’è comunque una fine alla quale ogni essere umano è chiamato a un certo punto della sua vita, che per un cristiano è l’inizio dell’altra vita. Come si può radicare questo pensiero nella nostra epoca, che è così allergica a tutto ciò che non riguarda il presente?

R. – E’ stolto affannarsi a voler scrutare quando sarà la fine del mondo, quando per ciascuno di noi la fine del mondo può essere stasera, o domani, perché la morte per ciascun individuo è la fine di questo mondo. Quindi, c’è un richiamo fortissimo che, purtroppo, lo sappiamo bene, non ci entra facilmente nelle orecchie, a noi uomini, ed è il richiamo che Gesù fa quando dice: “Vigilate”. Se avessimo davanti un’ora precisa, alla quale ognuno di noi sapesse di dover morire, inizierebbe un conteggio alla rovescia che sarebbe il parossismo dell’angoscia. Quindi, ha fatto bene Dio a tener nascosta sia l’ora della nostra fine, sia quella della fine del mondo.

Fonte: Radio Vaticana 


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 da    http://www.news.va/it/news       P. Cantalamessa: la "fine del mondo" non è paura di false profezie, ma speranza in Cristo

(*): Sul tema dell' Apocalisse nella Sacra Scrittura vedi in questo blog i popst seguenti
12 Set 2012
Il libro dell'Apocalisse è senza dubbio quello più "interpretato" di tutta la Bibbia, come dimostra il fatto che il Papa ha dedicato gli questa mattina la sua seconda catechesi. Di seguito propongo un saggio di uno dei più grandi ...
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 continua su kairosterzomillennio

 
Mancano 30 giorni al 21 dicembre 2012!

ma chi se ne frega!!!!!!
GiroBloggando su 12 12 12  ><  21 12 2012 simblogia n.12

Repubblica


Da /www.myspace.com/dimensionemistero...  Codice di ...

21 Dicembre 2012 - Documenti - La profezia dei Maya nel 2012 la fine del mondo secondo l'ultima pagina del Codice di Dresda. in 21/12/2012 e Teschi di Cristallo di Diego Badano

21 Dicembre 2012 - Documenti - La profezia dei Maya nel 2012 la fine del mondo secondo l'ultima pagina del Codice di Dresda
di tutto di più !!!! o di meno?

scienzaeconoscenza.it

Immagine dal web ???

versoilfuturo.org



Immagini dal web ???

apocalisselaika >>>>>>>> §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Immagini dal web ???

DA >>> http://thecrew.blogosfere.it/
...  e per la fine del m ....


da...  http://humorchic.blogspot.it
 
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Da  thecrew.blogosfere.it/
Oggi vi segnaliamo l'interessante speciale realizzato da FuturoProssimo, blog curatoda Gianluca Riccio, che per questo speciale sulla "fine del mondo nel 2012" si fa accompagnare dal giornalista Ugo Spezza, che collabora con le maggiori riviste di informatica quali PcMagazine, PcOpen, PcUpgrade e diversi siti di Information Tecnology.
fonte >>> http://thecrew.blogosfere.it/


Altro che hit del momento, disco rap, tormentone. C'è chi è convinto che Gangnam Style sia un brano profetico. "Per motivi di sicurezza, Psy dovrebbe rimuovere il suo video. Per il bene del mondo". A parlare in un video (che fa boom di visite) è William Leroy, uno studente di letteratura rinascimentale, che dopo un attento studio del video-rap, formula una teoria: l'autore voleva mandare un avvertimento riguardo all'imminente fine del mondo. Vediamo perché.
Secondo lo studente Nostradamus nella sua profezia fa riferimento a un "calmo mattino", a una "fine che verrà", una "danza coi cavalli" e a "nove cerchi allineati". Ecco, il "calmo mattino" potrebbe semplicemente indicare il cantante originario della Corea, mentre la presenza dei cavalli è chiara e fa da sfondo alla danza del rapper. Come "i nove cerchi allineati" corrispondono al momento in cui il video sarà stato visto un miliardo di volte. Momento che dovrebbe essere raggiunto il 21 dicembre, secondo i calcoli effettuati da William Leroy. "Può essere una coincidenza" ammette l'autore del video "ma almeno vi ho messo in guardia" sospira.

gangnam style psy MM 001


CHE COS'E' IL GANGNAM STYLE - Lo Gangnam style conquista anche le città italiane. I flashmob che hanno diffuso nel mondo lo stile dedel rapper sudcoreano PSY sono arrivati anche nel nostro Paese: la prossima città a celebrare il tormentone 2012 sarà Verona, ma ci hanno già pensato Milano, Palermo, Catania, Cagliari e Roma, dove 30 mila persone hanno dato vita al balletto con la musica riprodotta dal loro smart-phone. Ma il successo del singolo uscito il 15 luglio 2012 ha contagiato anche altri stati tra cui Spagna, Svezia, Inghilterra. Pazzi per PSY anche i vip, che hanno deciso di ballare la coreografia dedicata al quartiere chic di Seul: dopo Britney Spears, Nelly Furtado, e Heidi Klum, anche Madonna si è lasciata sedurre dallo strabiliante successo del rapper sudcoreano. La popstar ha addirittura cambiato la sua scaletta quasi all’ultimo momento, inserendo, nel suo concerto di New York del 12 novembre per raccogliere fondi per le vittime di Sandy, un’esibizione con PSY. Secondo la rivista Forbes, Gangnam Style raggiungerà entro marzo 2013 il record di miliardo di click: finora il singolo di PSY vanta, oltre al seguitissimo video, acquisti digitali pari a 1,27 milioni, l'1,1 % del volume totale di download a pagamento registrati nel periodo.





Da Libero >> affaritaliani.libero.it/coffeebreak/


Dal BLOG FIORI DI CRISTALLO


12-12-12 SIMBOLEGGIA LA GIOVINEZZA


Mi piace l'idea di condividere con Voi il mio interesse per la numerologia interpretando ed esprimendo il sapere degli archetipi correlati ai numeri che emergono in questa particolare data:
12-12-12
  3   3   3  numero contraddistinto dall'archetipo il Giullare, 3° ed ultimo della 1° triade: simboleggia la giovinezza, l'inizio della vita (a differenza di quanto sembrano dire altri punti di vista).
Il colore associato a questo molteplice numero è il giallo, la pietra il quarzo citrino, la sua virtù è la creatività, il vizio la vanità, come riferimento mitologico Ermes e la sua affermazione: ESPRIMO LA MIA VERA ESSENZA.
Dalla somma di questo molteplice numero 3+3+3=9 emerge il Liberatore, la sua affermazione è: SONO UN FRATELLO UNIVERSALE, un donatore: spiritualità.
Invece sommando la data odierna per intero: 12-12-2012
                                                                          3    3     5=11 il meraviglioso Genio capace di donare una profonda lungimiranza, ossia la capacità di vedere oltre, lontano...molto lontano!
Leggendo nella parte saggia del molteplice Giullare, il quale crea un importante Liberatore nella completezza di un meraviglioso Genio interpreto: in questo particolare momento di vita è bene, nell'essere sempre se stessi, porsi il più possibile (anche se non sempre facile) nella positività e giocosità del Giullare, esprimendo una spirituale fraternità, nella lungimiranza per un 2013 migliore!!!


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