venerdì 12 febbraio 2016

Ezio Bosso:

ezio bosso pianista

di Maddalena Negri

Ci sono mondi inimmaginabili che possono prendere vita da un momento all’altro. Ci sono foreste tropicali, avventure tra i ghiacci, mondi magici e fatati, uomini bassi dai piedi pelosi ed elfi leggiadri dalle orecchie a punta e dal linguaggio misterioso, storie di crociere finite male e viaggi in nave su un’isola ricca di cose preziose, ma anche di insegnamenti per la vita. Tutto questo può prendere vita, nella nostra mente, quando apriamo un libro ed iniziamo a leggere.
Ecco perché leggere apre la mente: è la possibilità di spalancare gli occhi sul possibile dell’immaginabile, dove i nostri desideri più arditi possono prendere le forme più concrete e palpabili. 
Note sottili ed affrettate come quelle che esalano i violini, sensazione di saltelli e di danza che regala la viola, rumori di battaglie epiche nei suoni più gravi del timpano e del corno; e poi ancora impressioni di cascate, di colori sgargianti o tenui, atmosfere antiche o moderne, suoni di rivalsa e di lotta, rilassamento o torpore. Perché tante sono le sensazioni che la musica può regalarci, che si tratti di un concerto di musica classica, sinfonica, pop, rock o di qualunque altro genere. La musica è pur sempre la bellezza in suono ed ogni musica, quando ben suonata, è bella. Che incontri o meno il nostro gusto è discorso altro e di là da venire. La preferenza è lecita e legittima, ma chi ama davvero la musica non è capace di vedere inutili derby domestici tra un genere e l’altro, un interprete o l’altro. Non ci sono pregiudizi:chiunque sia il suo interprete, qualunque sia il suo strumento, la vera arte è espressa da chi sa comunicare la bellezza tramite le note. 
La musica non esiste che nel momento dell’esecuzione. Spegni il disco e non esiste più. Posa l’archetto del violino;lascia cadere la bacchetta della batteria o delle percussioni; alza il dito dai tasti del pianoforte, dalle corde della chitarra, dell’arpa, del basso; fasi cessare la vibrazione delle corde vocali; non soffiare più dentro alla tromba, il saxofono, il bassotuba. Ogni suono, come per incanto, terminerà. La musica, memore dell’insegnamento della natura, altro non è che movimento d’aria messa meccanicamente in vibrazione. In questo senso, è forse proprio il vento il primo musicista, che, tuttavia, più che strumenti a fiato, si trova ad utilizzare strumenti a corde, dal momento che i suoi suoni sono prodotti dal fruscio delle foglie, dall’ondeggiare di un canneto, dall’incresparsi della superficie dell’acqua, dalle pietre del ghiaietto che, mosse, si scontrano tra di loro. E, senz’altro, è dall’osservazione di di questi fenomeni che l’uomo ha derivato i suoi primi strumenti, a partire da quelli a corda che sfruttavano la vibrazione di una corda tesa, fino a piccoli shaker dalle forme più o meno insolite che producevano i propri suoni grazie allo sfregamento ed allo scontro di sassolini dentro a contenitori dalle forme più o meno insolite, fino ad arrivare a strumenti più complessi, come il pianoforte, di difficile classificazione, dal momento che è strumento a corde percosse.
Niente è più intangibile della più impalpabile tra le arti: la musica. Eppure, niente riesce a toccarvi più nel profondo di essa, capace di far vibrare le corde più nascoste della nostra anima.. > continua...


Following a bird - Ezio Bosso|Sanremo Verison [HD]

il rifugio di Claudio

12
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di Michele Monina
La musica, come la vita, si fa solo insieme. Questo il messaggio finale di Ezio Bosso, dopo la performance e il passaggio che più di ogni altro ha tenuto gli spettatori col cuore in gola per tutto il tempo. Gli occhi lucidi, l’attenzione costante, l’emozione a fior di pelle. La sua storia, nota nel mondo, da ieri è diventata conosciuta anche da noi. E meno male.
Chi è Ezio Bosso. Uno dei più importanti e rinomati compositori e direttore d’orchestra contemporanei. Ha scritto tanto, colonne sonore, collaborate col mondo del rock, musica classica e, l’anno scorso, è uscito il suo primo album, The 12th Room. A vederlo, più che un musicista classico, sembra un rocker, i capelli spettinati, i vestiti neri, il suo modo di stare lì sulla sua carrozzina.
Sì, perché ci fermassimo solo sul suo talento, e basta, probabilmente, finiremmo per essere solo retorici. Il motivo per cui ieri l’Italia che era davanti alla tv, dodici milioni di persone, si è commossa è perché la vita è stata generosa con lui, in fatto di talento, permettendogli, per dire, di finire a suonare lì, sul palco dell’Ariston, suo sogno di bambino. Ma il suo sogno è diventato commovente anche per quanto la vita è stata dura con lui, crudele.
Ezio Bosso ha infatti una malattia autoimmune degenerativa, cui si è aggiunto un tumore al cervello. Un vero accanimento, si direbbe, cosa da non augurare a nessuno. Ma Ezio è un artista dotato di grande umanità e è riuscito a fare della sua malattia un punto da cui partire per regalare la sua arte a tutti. Per farne un trampolino per spiccare il volo sulle ali della musica, lui e noi con lui. Sul filo della retorica spinta, Conti ci ha presentato un talento vero, e di questo dobbiamo esserne grati. Il prossimo passo andare a sentire Bosso dal vivo, per continuare a volare con lui.
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io vi posto lo stesso pezzo che ha suonato a Sanremo ma in una versione particolare …


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