giovedì 19 febbraio 2015

REALITY TV TV TV TV.

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il blog di Costanza Miriano:

Tra me e il mio televisore

DI EMANUELEFANT
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Tra i miei amici é sempre più diffusa la scelta eremitica estrema di non possedere una televisione. Siccome trovo vitale la contraddizione, ne guardo moltissima, e la difendo se qualcuno la insulta. Io, nelle cene, sostengo la mia privata teoria che un domani, quando avremo i chip installati tra le palpebre e gli occhi, allora sì che rimpiangeremo gli LCD così poco invasivi, e obbligheremo i figli a guardare ogni giorno almeno un quarto d’ora di “Tempesta d’amore”.
Per tenere fede al mio impegno di amico del piccolo schermo, mi sono orientato sui reality, che a parer mio  sono veri. Ho visto “Ci pensa Rocco”, dove le coppie in crisi sono affidate a un pornodivo, che chiaramente non primeggia nella lista dei consulenti matrimoniali. Ho visto “Cerco casa disperatamente”, dove le famiglie dispongono di budget stellari, visitano ville con la sauna in balcone e sempre, al termine dell’episodio, il tuo appartamento ti sembra più stretto di prima. Ho visto “Wedding planner”, dove si organizzano matrimoni nei quali la scelta tra chiesa e comune dipende da chi fa più pendant con le decorazioni.
Più cresceva l’interesse, più dovevo riconoscere che non era solo il tappeto del salotto a mettere una distanza tra me e il mio televisore.
Ecco perché mi sono sentito in dovere di elaborare alcune modeste modifiche che renderebbero le trasmissioni più adatte al mio gusto e ai miei valori, e che forse proporrò agli autori di Tv2000.
In “Ci pensa san Rocco” risolviamo pestilenze e catastrofi naturali con l’uso esclusivo dell’invocazione; in “Cerco casula disperatamente” scambiamo  armadi e madre al seguito a due sacerdoti poco prima della funzione; in “Wedding prayer” costringiamo due fidanzati a compiere il passo decisivo concentrandosi esclusivamente su quello che stanno per fare, senza nessun centrotavola, né cameramen, né flash, né alberelli a palloncino. Purtroppo, senza telecamere, poi noi non li potremo rivedere. Aspetteremo che venga voglia a loro di venircelo a raccontare.
fonte: Credere

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