La viltà dei forti - Gustave Thibon:
I deboli pregano, per vivere hanno bisogno di pregare.
I forti che non pregano li accusano di vigliaccheria.
Ma sono più vili coloro a cui Dio ha fatto credito....
I deboli pregano, per vivere hanno bisogno di pregare. I forti che non pregano li accusano di vigliaccheria. Ma sono più vili coloro a cui Dio ha fatto credito e che approfittano della riserva loro affidata per isolarsi nel loro orgoglio e ingiuriare Dio. Chi, avendo ricevuto in anticipo i doni della forza e dell’equilibrio e non avendo bisogno di mendicare ogni giorno il pane dell’anima, abusa, senza vergogna, dei doni offerti senza pentimento, dei doni più nobili, ritorce questi doni contro il donatore e attinge alla sua stessa generosità la vile forza della ingratitudine e dell’oblio. L’orgoglio, superficialmente, può anche apparire grandezza e nobiltà; in verità non v’è peggior bassezza dell’orgoglio, perché non v’è peggior ingratitudine. L’uomo più vile è colui che trascura di ringraziare Dio, perché sente che Dio non si pentirà della sua bontà. L’anima nobile prega, e più Dio gli ha concesso la sicurezza e l’autonomia terrestre, tanto più la sua nobiltà si fa umile e sottomessa a Dio; meno la necessità la spinge a pregare, e più la sua fedeltà vuol pregare.
(Gustave Thibon, Il pane di ogni giorno, Morcelliana, Brescia 1949, p. 52)
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