venerdì 30 dicembre 2016

DUECENTOTRENTASETTE DI TRECENTOVENTICINQUE


Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l’ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l’italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all’astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l’offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto,
a chi non capisce le barzellette,
all’ultimo insulto che sia l’ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.
   Erri De Luca
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A Romena in questi giorni tanti amici condividono la semplicità e la bellezza dello stare insieme a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. E’ il tempo di fraternità che è iniziato subito dopo Natale e terminerà con l’Epifania. Ma insieme a chi è presente fisicamente in questi giorni vogliamo anche pensare ai tanti amici incontrati quest’anno o in altri momenti e salutarli tutti con un brindisi in poesia.
Questo “Prontuario per il brindisi di Capodanno” di Erri De Luca (estratto dalla raccolta “L’ospite incallito”, Einaudi 2008) ha infatti la capacità di coinvolgere praticamente ogni persona, dovunque si trovi, guardandola nelle sue espressioni più semplici e autentiche di umanità. E allora, sulla scia di questi versi, tanti, tantissimi auguri a ciascuno di voi!
  Da  Amoris laetitia 
La gioia dell’amore 
237. È diventato frequente che, quando uno sente di non ricevere quello che desidera, o che non si realizza quello che sognava, ciò sembra essere sufficiente per mettere fine a un matrimonio. Così non ci sarà matrimonio che duri. A volte, per decidere che tutto è finito basta una delusione, un’assenza in un momento in cui si aveva bisogno dell’altro, un orgoglio ferito o un timore indefinito. Ci sono situazioni proprie dell’inevitabile fragilità umana, alle quali si attribuisce un peso emotivo troppo grande. Per esempio, la sensazione di non essere completamente corrisposto, le gelosie, le differenze che possono emergere tra i due, l’attrazione suscitata da altre persone, i nuovi interessi che tendono a impossessarsi del cuore, i cambiamenti fisici del coniuge, e tante altre cose che, più che attentati contro l’amore, sono opportunità che invitano a ricrearlo una volta di più.

Amoris laetitia : La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie
                                                                             Giovanni Vannucci

don Luigi Verdi

AMORE: ultima sosta della Via della Resurrezione
 La croce che preferisco, quella di Romena:
 “Non un crocifisso ma il vuoto, il risorto, l’infinito.
 Unica eredità: l’oro nelle ferite”

Amoris Laetitia  
                                                   Amoris laetitia 


                                     lode-del-mattino…    A te dico: Alzati!
LA lode-del-mattino…  a romena
                                   Lode della sera

FirmaPapaFrancisco
 La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie
La dimensione erotica dell’amore 
cap. 150 /151/152 >>> leggiamounlibro.blogspot.it
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LIBERTA’
La Pieve di Romena in una foto di Francesco Cosi

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