mercoledì 3 agosto 2016

Libertà


Fiducia, quello spazio di irragionevole che orienta la vita

Studenti_Romena_004E’ il momento di salutare la seconda tappa della via della resurrezione e di procedere oltre. E’ iniziato agosto, siamo entrati nel primo dei due mesi che dedicheremo alla terza parola, “Libertà”.
Le parole di congedo, che non chiudono, ma in realtà aprono ancora di più questa parola, fiducia, chiedendoci di offrirci al suo inafferrabile vento, ci arrivano dal nostro don Luigi Verdi. Sono un piccolo estratto di pensieri sulla fiducia che ha condiviso con noi durante una preghiera del mattino a Romena, in occasione del recente convegno sulla fiducia…

 

gigi prende appuntiStiamo andando incontro a un nuovo giorno, la fiducia di un nuovo giorno; vuol dire che c’è qualcosa di nuovo stamani, che gli uccellini stamani cantano in un modo diverso di ieri, che la luce di oggi è diversa da ieri, e che quello che succederà è diverso da ieri.
La fiducia è non sapere cosa succederà, ma che qualcosa succederà, che qualcosa si muove, anche se io non mi muovo, che qualcosa si rinnova.
Si dice qui a Romena che bisogna andare incontro a questo nuovo giorno rivestiti di semplicità e di leggerezza. Voi sapete che le due cose che ci farebbero star meglio sono la semplicità e la leggerezza. Quando siamo semplici e leggeri funziona tutto meglio. Quando siamo complicati e pesanti, sciupiamo tutto. La differenza fra gli angeli e noi è solo qui. Sta solo nella leggerezza.
E allora chiediamo questa semplicità, questa leggerezza, che sono gli elementi più chiari per aprirci alla fiducia.

Io credo che la fiducia comporti la fede; quindi se la fiducia comporta la fede vuol dire che è irragionevole. Non ci si ragiona e se ci ragioni, non puoi avere troppa fiducia.
La domanda è una: quanto siamo disposti a concedere noi all’irragionevole? Quanto siamo disposti a concedere all’anti-economico, a quello che ci conviene meno?
La fede vera, dice san Giovanni della Croce, è chiudere gli occhi e procedere al buio. La fede vera è il venerdì santo, quando sembra crollare tutto e le donne vanno a preparare i profumi e credono che qualcosa succederà.
Per cui la fiducia è un atto di fede sconsiderato.

Vedete, io pongo fiducia in ciò che non c’è. Io pongo fiducia in ciò che è possibilità ma non sono sicuro che ci sarà, che forse ci sarà, che sarebbe bello che ci fosse, ma non lo so.
E allora la fiducia è la parte dell’irragionevole che tu hai il coraggio di assumerti; quanto coraggio di irragionevole hai? Se quando sono arrivato qui, 25 anni fa non avessi avuto un po’ di irragionevolezza questa realtà di Romena non sarebbe nata.

Mi chiedo a volte: perché uno si sposa quando ne reggono così pochi di amori? Perché uno fa un figlio quando il futuro è così incerto? E io penso che se uno lo fa, lo fa di istinto, di fiducia, non ci ragiona. 
Forse lo fa perché si rende conto che se voglio capire che uomo sono, che donna sono, che devo puntare a qualcosa di più alto di me. E allora la Fiducia è puntare a qualcosa di più alto di me, più alto delle mie forze, delle mie possibilità.
Quanto siamo disposti a cedere a questa sconsideratezza? 

Concludo con una frase meravigliosa di Rumi, questo musulmano sufi da cui abbiamo preso la prima poesia che abbiamo attaccato alla porta di Romena: “Vieni chiunque tu sia, vagabondo, devoto, poco importa, anche se hai infranto i tuoi voti mille volte, vieni, nonostante tutto, vieni”
E l’altra parola che ho trovato di lui dice così: “Ben oltre le idee, ben oltre le idee di giusto e di sbagliato, c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.”
Non riesco a definire se la tua vita è giusta o sbagliata. Ho sbagliato mille volte a definire, non lo voglio fare più. Non so, mi fido di te, mi fido della vita. Perché so che ha un compimento che ancora non conosco.
E allora, oltre le idee di giusto e di sbagliato, c’è un campo e io ti aspetterò laggiù.

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