I miei alberi si fanno il solletico l’un l’altro, qualcuno solletica l’aria o il cielo, leggerissimi. Già ubriachi di sole di prima mattina, continuano a fare quello che sanno: essere i polmoni del mondo, della vita.
Li guardo, incantato, e ammiro la loro fedeltà, che sa di autenticità, e penso, e ringrazio.
Mi piaccio quando fermo il tempo e lo lascio scorrere, incurante di tutto, riconoscendo che nulla è così importante che esserci, e guardare, e meravigliarsi. E’ una cura la sosta, è unguento per gli occhi, medicina del cuore.
Turoldo lo dice così:
“Essere nuovi come la luce ad ogni alba
come il volo degli uccelli e le gocce di rugiada …
Unico male l’abitudine e la scelta tragica:
discorrere invece che intuire ….
Solo la Meraviglia ci potrà salvare
aprendo il varco verso la sostanza”
Si, prenderò buon tempo per curarmi oggi. Proverò a guarire gli occhi disattenti e a intuire dove va la vita, la mia.
Fra Giorgio Bonati
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