mercoledì 25 maggio 2016

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IL BLOG DI COSTANZA MIRIANO

Il libretto d’istruzioni del genere umano

DI COSTANZA MIRIANO
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di Costanza Miriano
Ci sono dei brani del Vangelo che ti scomodano, il ricco Epulone che sta all’inferno, le beatitudini, andate via da me o maledetti e molti altri . Per quanto mi riguarda io ho una mia playlist di pagine evangeliche, ascolto con gioia quelle che mi danno meno fastidio. Le altre le ignoro con elegante noncuranza. Faccio la gnorri.
Ad esempio quando nel Vangelo si dice “finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto”, non mi sembrava una così pericolosa. Poi però mi viene in mente che se neanche uno iota verrà cambiato, non è che si possono tanto ignorare le pagine antipatiche. Uno iota è un segnetto minuscolo, che fra l’altro ai tempi di Gesù neanche si scriveva, perché il testo in ebraico era senza vocali. E se neanche una cosa che non è scritta si potrà cambiare, stiamo freschi. Se uno sta nella logica della legge, stiamo freschi davvero. Ma una chiave ce la dà la prima lettura, il Deuteronomio, che dice “questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.
Insomma, la Bibbia non è una lista di prescrizioni, ma saggezza e intelligenza. Il libretto di istruzioni dell’essere umano. Chi prova a seguirle non è più bravo o più santo, semplicemente funziona meglio.
Romano Amerio, un grande studioso cattolico del ‘900, autore appunto di Iota unum, che è una critica “tradizionalista” di alcuni aspetti della Chiesa contemporanea, dice che la Chiesa non deve tradire il suo mandato di annunciare la Verità tutta intera, appunto senza cambiare una virgola, e (sempre se ho capito bene, tra una lista della spesa e una corsetta) che questo dovere viene prima ancora dell’amore. In Dio viene prima l’intelligenza, poi l’amore: non lo dico io e neanche Romano Amerio, ma il Vangelo, e san Paolo e sant’Agostino.
Adesso appellarsi a un amore universale e generale e indistinto va di moda, ma la Verità viene prima. Viene prima perché dalla Verità discende tutto, anche l’amore, la fratellanza e le opere. A volte le parrocchie sono agenzie di animazione sociale, e si dimenticano l’annuncio. La Verità ci dice chi siamo davvero – figli amatissimi del Todo Poderoso (mi piace più in spagnolo) – e quale è la nostra vera felicità.
Noi contemporanei siamo ormai insofferenti a ogni forma di gabbia, di costrizione, di limite alla nostra determinazione totalmente arbitraria. Se abbiamo una speranza di conquistare a Dio qualcuno è parlandogli non di legge ma di felicità, di gioia, di cose che cominciano a girare per il verso giusto. Di come siamo fatti, tutti noi, di Quello per il quale il nostro cuore inquieto è fatto.

post già pubbicato il 30 marzo 2011

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