giovedì 21 aprile 2016

“Il mondo è come un giardino in quanto si manifesta; è un mondo di cose come alberi, sentieri, ponti; è anche un mondo di intuizioni, di metafore, di insegnamenti – a disposizione di ogni anima che passa – dati con la facilità dei riflessi sul lago: il giardino rende più intellegibile e più bella l’interiorità dell’anima.”

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Bellissimo spunto di riflessione, magari non tutti condivideranno, però fa riflettere veramente…

Perche’ ci concentriamo con tanta intensita’ sui nostri problemi?

Che cosa ci attira verso di essi?
Perche’ ci affascinano tanto?
Perche’ posseggono la forza magnetica dell’amore : in un certo senso noi desideriamo i nostri problemi, ne siamo innamorati nella stessa misura in cui vorremmo liberarcene e si direbbe che essi esistano a priori, prima che inizi un rapporto, prima che inizi un’analisi.
Ebbene, se il problema contiene un terzo elemento misterioso, irresistibile, affascinante, questo non puo’ che essere un oggetto d’amore o un punto dove si nasconde l’amore stesso: proprio li’ in quel problema.
Cio’ significa che i problemi sono, contro ogni apparenza, una cosa buona, o, si potrebbe dire, piu’ che problemi sono emblemi, come gli emblemata rinascimentali, un intrico impossibile di figure intrecciate che riescono incomprensibili eppure costituiscono il motto o il blasone,la famiglia essenziale…
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Il giardino è l'anima 


"In quel giardino io ero nella Psiche, mi accorgevo che tutto era psicologia intorno a me, tutto parlava psicologicamente. Il mondo è come un giardino in quanto si manifesta; è un mondo di cose come alberi, sentieri, ponti; è anche un mondo di intuizioni, di metafore, di insegnamenti - a disposizione di ogni anima che passa - dati con la facilità dei riflessi sul lago: il giardino rende più intellegibile e più bella l'interiorità dell'anima."
James Hillman (1926-2011), americano di cultura europea, è stato uno dei massimi pensatori del nostro tempo, oltreché il più spregiudicato esponente della psicanalisi di derivazione junghiana. E' stato un intellettuale cosmopolita, ha studiato alla Sorbona e al Trinity College di Dublino prima di diventare allievo di Carl Gustav Jung e poi, alla sua morte, direttore dello Jung Institut a Zurigo. Trent'anni dopo, quando è tornato in America, ha insegnato nelle università di Yale, Syracuse, Chicago e Dallas.
Attratto dai miti e dai simboli, favorevole a un ritorno a quella che chiamava la "Grecia psichica", Hillman ha riportato al centro della psicologia e del pensiero contemporanei un'idea antica e universale: l'idea di anima.
Intorno a quest'idea, Hillman ha costruito un sistema di pensiero che può considerarsi un sistema di cura collettiva dei mali che affliggono l'umanità: l'ingiustizia sociale e politica; il declino della religione in quanto legame dell'anima con il mondo; la distruzione ecologica; il grande demone contemporaneo della depressione. 
Ma James Hillman non è stato né un mistico né un contemplativo: Hillman è stato un occidentale scettico; un maestro che si è messo sempre in contrasto con l'opinione corrente; un intellettuale lucidissimo che ha indagato le radici e lo spirito della nostra civiltà. 
James Hillman e Silvia Ronchey
Tra le sue opere ricordiamo Il suicidio e l’anima (1964, trad. it. 1972), il Saggio su Pan (1972, trad. it. 1977), Il mito dell’analisi (1972, trad. it. 1979), la Re-visione della psicologia (1975, trad. it. 1983), Trame perdute (1975, trad. it. 1985),  Il sogno e il mondo infero (1979, trad. it. 1984), Anima (1985, trad. it. 1989 e 1999),  La vana fuga degli dei (1986, trad. it. 1991), Fuochi blu (1990, trad. it. 1996),  Il codice dell’anima (1996, trad. it. 1999),  La Forza del carattere (1999, trad. it. 2000), Un terribile amore per la guerra (2004, trad. it. 2005), Psicologia alchemica (2012, trad. it. 2013), oltre ai due dialoghi con Silvia Ronchey L’anima del mondo (1999) e Il piacere di pensare (2001).
continua...
www.silviaronchey.it/ritratti/6/130/James-Hillman/

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