venerdì 19 febbraio 2016

LUISA SPAGNOLI

Ribloggato da atelierdufantastique
Atelier du fantastiqueFatterellando- Luisa Spagnoli:
 Storia di una donna nata imprenditrice

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Luisa Spagnoli
 
Il mio nome è Luisa, Luisa Sargentini, conosciuta da tutti come Spagnoli dopo aver sposato quello che, per tanti anni, è stato mio marito: Annibale Spagnoli. Sono nata a Perugia, il 30 ottobre del 1877. Mia madre Maria era una casalinga e mio padre Pasquale un pescivendolo. Assieme al mio Annibale, a Perugia, rilevai una piccola drogheria all’interno della quale iniziammo a produrre confetti e, nel 1907, con Francesco Buitoni, Leone Ascoli e Francesco Andreani, aprii una piccola azienda nel centro storico della città umbra con una quindicina di dipendenti. Per molti anni, tra alti e bassi dovuti alla crisi, la fabbrica venne gestita unicamente da me e dai miei due figli: Aldo e Mario. Alla fine della Prima Guerra Mondiale la nostra piccola realtà contava più di 100 dipendenti, quanto bastava per sentire il profumo del successo dovuto al nostro duro lavoro. Nel 1923, mio marito Annibale abbandonò l’azienda e pian piano , senza nemmeno capire come, nel mio cuore entrò Giovanni, figlio di Buitoni, quattordici anni più giovane di me. Inutile spiegarvi i risvolti di questa storia, non vivevamo di certo nel 2000 ed io non ero Madonna. Quindi, nonostante la profondità del nostro sentimento, non avemmo mai la possibilità di vivere assieme. Questa però è un’altra favola pertanto preferisco soffermarmi su quelli che furono gli avvenimenti salienti della mia vita imprenditoriale. Dovete sapere che, nel frattempo, entrai a far parte del consiglio d’amministrazione della Perugina dedicandomi alla realizzazione di strutture sociali finalizzate a migliorare la qualità della vita delle dipendenti, per questo fondai l’asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (ritenuto il più avanzato dell’industria dolciaria in Europa), e diedi vita al “Bacio“. Si, avete letto bene! Il Bacio, il cioccolatino che molti di voi amano nacque proprio perchè volevo impastare i resti di nocciola della lavorazione degli altri cioccolatini con del fondente. In questo modo, senza rendermene conto, creai una nuova pralina dalla forma strana con una nocciola intera adagiata sulla parte superiore che chiamai “Cazzotto“, a causa della sua forma simile ad un pugno chiuso. Poi, grazie al suggerimento di un’amica ed a una serie di avvenimenti e idee cambiai nome al mio cazzotto chiamandolo, per l’appunto, Bacio. Credetemi! Non potrò mai dimenticare la Perugina perchè, proprio con lei è nata la mia voglia di imprenditorialità ed è proprio con i capitali di tale attività che la mia famiglia è riuscita a fondare la Luisa Spagnoli apprendendo, con il tempo, quanto sia difficile il dirigere e il concretizzare una nuova realtà industriale. Ora, naturalmente, vi chiederete perchè io abbia cambiato settore. Bene! La risposta è molto semplice, con il passare degli anni iniziai a dedicarmi anche all’allevamento di pollame e di
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conigli d’angora, attività nata alla fine del secondo conflitto mondiale proprio all’interno della mia abitazione. Non potete capire la mia gioia quando appresi che bastava pettinare delicatamente quei piccoli animaletti per ottenere il filo necessario per creare la famosa lana. Fu cosi che, nel giro di poco tempo, vide la luce l’Angora Spagnoli, situata nel sobborgo di Santa Lucia ove iniziai a produrre indumenti moda: boleri, calzini, scialli… E poi, come è accaduto tante volte nella mia vita: la fortuna, che in questo caso si manifestò attraverso una segnalazione alla fiera di Milano e alla collaborazione di diversi allevatori, diede il via al’espansione della mia nuova azienda. Anche se bisogna ammettere che, il grande e vero successo, fu raggiunto a causa della raffinatezza dei miei capi nati da un filo sottile ed omogeneo capace di dar vita a manufatti di gran classe. Ancora una volta una mia intuizione diede diversi posti di lavoro a tante famiglie italiane portando, nel bel paese, l’aumento degli allevamenti di questa specie. Le confezioni Spagnoli catturarono subito il favore dei compratori effettivamente per la consistenza dei loro tessuti, la classicità e l’eleganza delle linee che si sposavano alla perfezione con l’armonia dei colori superando con l’elevata qualità i manufatti sino ad allora in commercio. Tutto ciò per me rappresentò la base giusta per una nuova e promettente attività. Purtroppo, però, ancora troppo giovane e con la testa colma di idee perdo la vita il 21 settembre del 1935, a soli 58 anni, a causa di un tumore alla gola che nemmeno le cure degli specialisti parigini riuscirono a guarire.
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Mario Spagnoli
Dovete sapere che, ciononostante, vado via felice e con la consapevolezza che l’attività tessile, iniziata nel 1928 , sarebbe stata affidata alle mani sapienti di mio figlio Mario determinato più di me nel voler vedere la concretizzazione del mio sogno. Difatti, Mario, non mi deluse e in soli 10 anni riuscì ad aumentare il prestigio dell’azienda portandola, prima sul mercato nazionale e poi internazionale. In poche parole creò una vera e propria industria. Non potete capire quando, ancora oggi, io sia fiera della genialità di mio figlio che ebbe la splendida idea di creare una propria rete commerciale dedicata esclusivamente alla vendita dei propri prodotti. Forse nemmeno io avrei mai immaginato tanto. Nel 1940, a Perugia, arrivò il primo negozio seguito da : Firenze, Roma, Venezia, Napoli e Milano. Una mamma non dovrebbe mai vantarsi dei propri figli, ma lasciatemelo dire: il mio Mario aveva ereditato la mia fantasia e anche quel pizzico di genialità che anticipò di mezzo secolo l’evoluzione della presenza femminile nel campo del lavoro sia come imprenditrice, ma anche come inserimento della donna nell’attività industriale. Il 12 aprile del 1937 l’azienda venne registrata presso la camera di commercio di Perugia come ditta industriale e nel 1943 l’Angola Spagnoli divenne l’industria più grande e moderna d’Europa nel settore con oltre 525 dipendenti e 8000 allevamenti.
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Mario, con le sue abilità, riuscì a superare persino le difficoltà di una guerra aumentando il numero di allevatori di angora nel paese attraverso un efficace propaganda. Egli formulò persino il progetto della Città dell’Angora, un modello di efficienza produttiva fondato sul soddisfacimento delle esigenze dei lavoratori. Il suo progetto, anche se venne realizzato solo parzialmente, permise di rinsaldare i legami tra azienda e dipendenti attraverso l’idea di creare un città formata dall’azienda circondata da abitazioni, asili, chiese e strutture sportive e ricreative volte a migliorare la vita e l’indipendenza dei lavoratori.
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Lino Spagnoli
Nel 1953, tutto passò nelle mani di mio nipote Lino, figlio di Mario. I detti non sbagliano mai e come si sa da un albero di mele non può nascere una pera , per questo Lino non fu una sorpresa bensì una conferma che rafforzò e valorizzò il patrimonio puntando sull’innovazione e sull’ampliamento della rete di vendita. Con le sue abilità nel percorrere i tempi e la capacità di cogliere tempestivamente i mutamenti, Lino è stato l’artefice della progressiva valorizzazione dell’azienda. I suoi punti di forza furono l’orientamenti strategico, il marketing, la distribuzione e la gestione finanziaria. Con la sua dirigenza la produzione della linea di confezione, che affiancava quella della maglieria, fu ampliata assieme alla rete di punti vendita e tra il 1965 e il 1985 si arrivò a 90 negozi. Mio nipote Lino è stato davvero un gran capitano ma dal 1986 ad oggi , Nicoletta Spagnoli, sua figlia, ricopre il ruolo di amministratore delegato e Presidente della Luisa Spagnoli S. p.a. Dopo anni, al comando, è tornata finalmente una donna che porta avanti questa impresa con tante novità. Una fra tutte la nuova linea rivolta ad una clientela più giovanile che però non perde di vista l’importanza del rapporto qualità-prezzo associato ad una particolare attenzione al total look e al buon gusto. Difatti, negli anni, Nicoletta ha accelerato lo sviluppo del brand nel mercato estero prestando attenzione anche al rinnovamento dei punti vendita in modo da renderli coerenti con la nuova immagine del marchio. Grazie alle sue grande abilità, la mia pronipote, si aggiudica, nel 2003, il premio imprenditrice dell’anno “Ernst & Young” per la categoria “communication”. Nel 2007, il Presidente della Repubblica le conferisce l’onorificenza di Cavaliere del lavoro e le viene assegnato il Premio Marisa Bellisario per l’industria della Moda. Nel 2012 riceve il premio Leonardo Qualità Italia 2011 e, due anni dopo, il premio dell’Associazione Guido e Maria Carli. Nel 2000, il marchio Luisa Spagnoli, conserva fortemente la sua primordiale identità basata su di uno stile altamente personale e di elevata qualità, la ricercatezza, la raffinatezza e la massima attenzione verso tessuti e filati selezionati garantiscono, ad ogni capo, unicità ma al contempo quello che è definito l’italian style.
 
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Cosi, nonostante il cambio generazionale, la tradizione legata al passato a trovato il giusto equilibrio con l’importanza per la ricerca e l’innovazione, rinnovando le linee, sperimentando nuovi stili senza mai dimenticare la filosofia di Luisa Spagnoli. Il brand ha come punto di forza proprio questa sinergia tra passato, presente e futuro. La continuità che non esclude l’evoluzione bensì la sfrutta al fine di curare il prodotto conferendogli un valore aggiunto. Per questo sono felice di vedere il mio sogno concretizzato, perchè in ogni capo ritrovo l’audacia e la genialità che mi ha sempre contraddistinta e l’attenzione verso il capitale umano della nostra aziende mi rendono orgogliosa del lavoro svolto dalle generazioni di Spagnoli che si sono susseguite nei ventenni.
 
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La curiosità di Antonella Lunedì 1 e martedì 2 febbraio, in occasione della messa in onda su Rai1 della fiction Luisa Spagnoli, il teatro Erios ha aperto le sue porte per consentire a chi lo desiderava di seguire la trasmissione insieme e sul maxischermo L’invito è parte dal sindaco di Vigliano Cristina Vazzoler e dalll’Atl di Biella. E in fondo tutto si compie là dove era cominciato: il teatro Erios è stato la sede del casting, che ha consentito al regista Lodovico Gasparini e ai produttori di scegliere le circa 250 comparse che hanno arricchito le riprese. E a poche decine di metri c’è l’imponente edificio della Pettinatura Italiana che non sarà difficile riconoscere nelle scene girate a Vigliano nelle quasi tre settimane di permanenza della troupe. “Un appuntamento, quello con il Biellese, che ha portato anche un indotto per il territorio” sottolinea Luciano Rossi, presidente dell’Atl. “Sommando i pagamenti per il lavoro delle comparse, il vitto e l’alloggio per il cast e per i tecnici, le forniture richieste a imprese locali, possiamo stimare un giro d’affari di almeno 150mila euro”. «Luisa Spagnoli» aggiunge il sindaco di Vigliano Cristina Vazzoler “è vicina per certi aspetti a quelle figure di industriali che vollero, accanto alla nostra Pettinatura Italiana, il teatro stesso, il dopolavoro, la biblioteca, l’asilo, la chiesa per supportare la fatica quotidiana di quegli uomini
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e delle tante donne che, con determinazione e fatica, fra i turni della fabbrica ed il lavoro in casa, si stavano così faticosamente conquistando, con l’indipendenza economica, il diritto a determinare il proprio futuro. Ci auguriamo che l’operosità della fabbrica della Perugina, ricostruita nella nostra Pettinatura, sia d’auspicio per una nuova idea di lavoro e di valorizzazione storica e culturale per questi luoghi viglianesi, cosa che è al centro dei miei pensieri e della progettualità dell’amministrazione comunale”. 
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Perchè all’interno dei Baci sono nascoste della frasi d’amore?
La risposta è molto semplice. Luisa, come avete letto sopra, inventò il cazzotto che grazie a Federico Seneca, direttore artistico dell’azienda, divenne Bacio in onore dell’omonimo quadro di Francesco Hayez. Sempre Seneca, per commemorare una vecchia abitudine di Luisa, decise di avvolgere la pralina prima in un pensiero d’amore tradotto in varie lingue e poi nella carta argentata, proprio come faceva la famosa imprenditrice per far recapitare messaggi d’amore a Giovanni che ispezionava i cioccolatini.

CHI AMA BACI…

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Clicca qui per recarti nel blog “il tempo ritrovato di Antonella” e leggere la parte dedicata alla filosofia di questa azienda.
Immagini dal web- Wall a cura del “L’atelier du fantastique” – Informazioni tratte soprattutto dai siti :
Luisa Spagnoli e biografieonline .
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