venerdì 25 dicembre 2015

Jesùs... Un giorno santo è spuntato per noi: venite, popoli, adorate il Signore, oggi una grande luce è discesa sulla terra.

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..... e lo pose in una mangiatoia - don Tonino Bello


Andiamo fino a Betlemme,

come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità
di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver
sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli
uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.

(don Tonino Bello)

La mangiatoia è simbolo della povertà di tutti i tempi; vertice, insieme alla croce, della carriera rovesciata di Dio, che non trova posto quaggiù. 
È inutile cercarlo nei prestigiosi palazzi del potere dove si decidono le sorti dell’umanità: non è lì. È vicino di tenda dei senza casa, dei senza patria, di tutti coloro che la nostra durezza di cuore classifica come intrusi, estranei, abusivi. 
La mangiatoia, però, è anche il simbolo del nostro rifiuto: «È venuto nella sua casa, ma i suoi non lo hanno accolto». È l’epigrafe della nostra non accoglienza. 
La greppia di Betlemme interpella, in ultima analisi, la nostra libertà. 
Gesù non compie mai violazioni di domicilio: bussa e chiede ospitalità in punta di piedi. 
Possiamo chiudergli la porta in faccia. 
Possiamo, cioè, condannarlo alla mangiatoia: che è un atteggiamento gravissimo nei confronti di Dio. Sì, è molto meno grave condannare alla croce, che condannare alla mangiatoia. 
Se però gli apriremo con cordialità la nostra casa e non rifiuteremo la sua inquietante presenza, ha da offrirci qualcosa di straordinario: il senso della vita, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la gioia del servizio, lo stupore della vera libertà, la voglia dell’impegno. 
Lui solo può restituire al nostro cuore, indurito dalle amarezze e dalle delusioni, rigogli di nuova speranza.

di Don Tonino Bello



Santa Maria, donna gestante , grazie perché, se Gesù l'hai portato nel grembo nove mesi, noi ci stai portando tutta la vita. Donaci le tue fattezze. Modellaci sul tuo volto. Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.
Perché, quando giungerà per noi il dies natalis, se le porte del Cielo ci si spalancheranno dinanzi senza fatica, sarà solo per questa nostra, sia pur pallida, somiglianza con te.

(don Tonino Bello)


Trasportiamoci alla mangiatoia di Betlemme e là, davanti a Dio che si è fatto così piccolo, prendiamo una grande lezione di umiltà. «Imparate da me che so­no mite e umile di cuore”. «Se non vi farete simili a questi piccoli, non entrerete nel regno dei cieli». «Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato». Ec­co le parole di Gesù. La porta dei cieli è nascosta, es­sa è molto piccola e bassa; solo le anime umili vi pos­sono passare. L’umiltà è la sorgente delle grazie. Dio colma di fa­vori colui che si reputa vile e miserabile. L’umiltà è la certezza di vedere esaudite le nostre preghiere. All’anima che prega umilmente, Gesù apre il suo cuore e ne lascia uscire i suoi doni, le sue grazie, le sue benedizioni. Pensate alla preghiera del pubblicano. Essere umili significa essere molto amati da Gesù. I superbi non sono amati. Possiamo comprendere ciò considerando l’antipatia che c’ispirano le persone altezzose e piene di sé. Il mondo non le può sopportare e le critica. Neppure Dio le può amare! Dunque, umiliarsi in tutte le cose, umiliarsi veden­do i propri difetti, invece di rammaricarsi di se stessi, riconoscere la propria debolezza e il proprio nulla.

S. Elisabetta della Trinità



Per la tristizia di questi tempi non si raccomanda mai abba­stanza la devozione a Gesù Bambino, dal quale solo possiamo aspet­tarci la vera pace, essendo Egli venuto a portarla dal Cielo.

- Papa Pio XI - 





Molti cristiani sogliono per lungo tempo avanti preparare nelle loro case il presepe per rappresentare la nascita di Gesù Cristo; ma pochi sono quelli che pensano a preparare i loro cuori, affinché possa nascere in essi e riposarsi Gesù Cristo. 
Tra questi pochi però vogliamo essere ancora noi, acciocché siamo fatti degni di restare accesi di questo felice fuoco, che rende le anime contente in questa terra e beate nel cielo " 


(s. Alfonso Maria de' Liguori, Novena del Santo Natale, 1758) 



Buona attesa.. vigiliamo ... il Salvatore sta arrivando  :-)

Poesia di Natale - Gilbert Keith Chesterton

Laggiù  una madre senza posa camminava,
fuori da una locanda ancora a vagare;
nel paese in cui lei si trovò senza tetto,
tutti gli uomini sono a casa.
Quella stalla malconcia a due passi,
fatta di travi instabili e sabbia scivolosa,
divenne qualcosa di così solido da resistere e reggere
più delle pietre squadrate dell’impero di Roma.
Perché tutti gli uomini hanno nostalgia anche quando sono a casa,
e si sentono forestieri sotto il sole,
come stranieri appoggiano la testa sul cuscino
alla fine di ogni giornata.
Qui combattiamo e ardiamo d’ira,
abbiamo occasioni, onori e grandi sorprese,
ma casa nostra è là sotto quel cielo di miracoli
in cui cominciò la storia di Natale.
Un bambino in una misera stalla,
con le bestie a scaldarlo ruminando;
solo là, dove Lui fu senza un tetto,
tu ed io siamo a casa.
Abbiamo mani all’opera e teste capaci,
ma i nostri cuori si sono persi – molto tempo fa!
In un luogo che nessuna carta o nave può indicarci
sotto la volta del cielo.
Questo mondo è selvaggio come raccontano le favole antiche,
e anche le cose ovvie sono strane,
basta la terra e basta l’aria
per suscitare la nostra meraviglia e le nostre guerre;
Ma il nostro riposo è lontano quanto il soffio di un drago
e troviamo pace solo in quelle cose impossibili,
in quei battiti d’ala fragorosi e fantastici
che volarono attorno a quella stella incredibile.
Di notte presso una capanna all’aperto
giungeranno infine tutti gli uomini,
in un luogo che è più antico dell’Eden
e  che alto si leva oltre la grandezza di Roma.
Giungeranno fino alla fine del viaggio di una stella cometa,
fino a scorgere cose impossibili che tuttavia ci sono,
fino al  luogo dove Dio fu senza un tetto
e dove tutti gli uomini sono a casa.

- Gilbert Keith Chesterton - 


«Un astro brillò nel cielo sopra tutti gli astri, la sua luce era indicibile, e la sua novità stupì. La altre stelle con il sole e a luna fecero un coro all'astro ed esso più di tutti illuminò. Ci fu stupore. Donde quella novità strana per loro? Apparso Dio in forma umana per una novità di vita eterna si sciolse ogni magia, si ruppe ogni legame di malvagità. Scomparve l'ignoranza, l'antico impero cadde. Aveva inizio ciò che era stato deciso da Dio. Di qui fu sconvolta ogni cosa per preparare l'abolizione della morte». 

- Sant' Ignazio di Antiochia -
Lettera agli Efesini, XIX



Un giorno santo è spuntato per noi:
venite, popoli, adorate il Signore,
oggi una grande luce è discesa sulla terra.



C'è il Natale delle luci, della festa, dello stare insieme e poi c'è l'altro Natale, il Natale della solitudine, della povertà, delle lacrime nascoste e spesso interrotte. 
È a questo secondo Natale che volgo lo sguardo e l'attenzione. 
Vorrei ascoltare ogni pianto, sedare ogni rabbia, venerare ogni lacrima. Insomma, per questo Natale, mi piacerebbe tanto restituire dignità, amore e forza a chi magari ha tante cose, ma sente di perdere quella più importante: se stesso. 
Buon Natale a tutti. 
La vita, credetemi, è davvero meravigliosa...




L'augurio è per un sereno Natale a voi tutti amici ed amiche 
che da tanti anni seguite le mie.... fantasie.

Il Signore che tutto vede e tutto ama vi benedica e vi custodisca. 

- Stefania -
leggoerifletto...


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