sabato 1 novembre 2014

Enchanted Forest: Jesus Christ Superstar - Un'esplosione di energia


Giovedì scorso all’Arcimboldi ho assistito al musical “Jesus Christ Superstar” diretto da Massimo Rodeo Piparo, con protagonisti Ted Neeley, Yvonne Elliman e Barry Dennen, i tre attori della versione cinematografica di Norman Jewison. Con loro vi erano Feysal Bonciani (Giuda), Paride Acacia (Hannas), Emiliano Geppetti (Simone), Francesco Mastroianni (Caifa), Riccardo Sinisi (Pietro) Christian Ruiz (Erode).


Chi vi parla non aveva mai visto questo musical né il film di Jewison, mi vergogno a dirlo ma è la verità.
Ho iniziato a seguire lo spettacolo con un sacro timore, lasciandomi travolgere lentamente dalla musica e dai balli, come le onde del mare in tempesta. La storia dei vangeli che noi tutti conosciamo ha una rivisitazione più umana e passionale, gioiosa e dolente, a seconda dei momenti, in questo musical “vecchio” di quarant’anni ma più che mai attuale. E in taluni momenti ho compreso perché all’epoca suscitò tanto scandalo. Rende esplicito ciò di cui si parla da secoli: la relazione tra Gesù(Ted Neeley è una forza della natura. Ha una voce che sveglierebbe anche i morti e le sue espressioni colpiscono dritto nell’anima) e Maria Maddalena. Sto parlando per me, quindi, non so se tutti i credenti possano identificarsi nelle mie parole, io posso solo dire ciò che ho provato io e in questa rappresentazione così esplicita io ho visto qualcosa di puro e passionale, l’amore che lega i due è palpabile, spirituale e carnale fin dalle prime battute e raggiunge il culmine quando Maria Maddalena (una meravigliosa Yvonne Elliman, piena di energia come un’adolescente) canta questo amore ad un Gesù stanco ed addormentato. Lo senti a pelle. Forte. Vibrante. Appassionante. Mi hanno fatto ricordare le parole del vangelo, quando a lei per prima appare il Messia dopo la resurrezione, e Maddalena, nel riconoscerlo, esclama un passionale: “Maestro!”

Ma Jesus Christ Superstar è prima di tutto la storia di Gesù vista dagli occhi di Giuda (eccezionale Feysal Bonciani come ballerino, cantante e attore. Davvero straziante nei momenti del tradimento), volto e voce di un’umanità, che voleva un Messia pre-confezionato, un Re Potente e dominatore e solo alla fine ne comprende la portata del messaggio rivoluzionario, assolutamente attuale. Eppure viene scelto da Gesù perché diverso e speciale, viene toccato da lui, lo segue, ma non lo comprende. Il suo percorso è forse il percorso dell’intera umanità e una delle cose affascinanti di questo spettacolo che fa capire che non è importante credere che Gesù fosse Dio anche se Giuda si pone varie volte la domanda se Gesù sia o meno Dio. Non è quello che conta. Ciò che conta è il messaggio gioioso di amore per tutti, senza distinzioni e la condanna verso tutte le brutture di ogni tempo.
Emblematica, in tal senso, la scena della fustigazione durante le quali si sovrappongono le immagini di tanti orrori degli ultimi secoli e di autentici eroi che hanno combattuto per un futuro migliore.
Tante le musiche belle che entrano nella testa e tanti i momenti che colpiscono e mi è davvero difficile poterli elencare tutti.


Affascinante quella della cacciata dei mercanti dal tempio: prima dell’arrivo del Messia il luogo, che dovrebbe essere sacro, è invece simbolo di lascivia, impudicizia, mercimonio e i balli, che mimano dei rapporti sessuali, sono espliciti in tal senso così come lo è la musica, martellante, coinvolgente, disturbante. L’entrata nel tempio di Gesù spazza via tutto questo, però è solo un attimo.
Ho trovato estramamente realistica la scelta di mettere le stesse persone che osannavano il Cristo al suo ingresso a Gerusalemme nella scena in cui ne chiedono la crocefissione, anche se sono coperte in parte da maschere.
Inquietanti e verosimili i dialoghi cantati tra Hannas e Caifa (Paride Acacia e Francesco Mastroianni veramente in parte, con movenze e voci quasi “diaboliche”), simboli di un potere che non vuole limitazioni e distrugge tutti coloro che osano svegliare il popolo per dargli una direzione diversa dalla loro.
Poco prima della crocefissione finale si è avuto un intermezzo molto intrigante con Feysal Bocciani che ballava fuori dal teatro e veniva raggiunto da un Ted Neeley più “divino” che mai, un canto che era un dialogo tra i due, che forse insinuava un possibile perdono anche per il traditore chissà. Divertenti le parole di Tim Rice apparse durante questo intermezzo: ”Perché hai scelto un'epoca così lontana ed una terra così strana? Con la televisione sarebbe stato tutto più semplice. La Tua politica avrebbe conquistato un'intera nazione.”

Struggente e straziante invece il dialogo cantato tra Gesù e Pilato (Barry Dennen dalla voce davvero unica, capace di dare corpo ad un governatore molto umano), entrambi prigionieri dei loro ruoli e dei loro destini. E altrettanto coinvolgente il pianto al Getsemani di un Cristo stanco e provato che non si sente più sicuro della sua missione e che esplode in tutta la sua umanità.
Molto bravo il giovane Cristian Ruiz nei panni di un re Erode depravato, simbolo di quel tempio corrotto e bravi anche gli “apostoli” Riccardo Sinisi (Pietro) e Emiliano Geppetti (Simone) oltre che tutti l’instancabile corpo di ballo e la travolgente orchestra.
“Jesus Christ Superstar” è un’opera rock che parla al cuore dello spettatore, che travolge, avvince, diverte e commuove.
E’ pura energia.
Non c’è bisogno di essere cristiani per amarlo.
C’è bisogno di amare la vita e le cose belle.
E Jesus Christ Superstar è una cosa davvero molto bella.

Fonte: Dance Hall News



Enchanted Forest

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