lunedì 6 ottobre 2014

QUELLA VIOLENZA OSCENA CONTRO LE SENTINELLE

L’odio, l’assedio, la sentinella

by Berlicche
Mi si piazza davanti, a pochi centimetri, faccia a faccia, e tira fuori nervosamente un libriccino rosso.  Le mani gli tremano leggermente mentre lo apre al primo capitolo. Sorrido tra me. Non c'è niente da avere paura, vorrei dirgli. Capisco che comunque ci voglia un certo coraggio. Quantomeno a non seguire la massa degli altri contromanifestanti, che dietro le transenne a un paio di metri da me scandiscono cori e parole non proprio affettuose.
Se la precedente "veglia" delle sentinelle in piedi era andata abbastanza liscia, questa volta non è così. Il centro è chiuso, domenica ecologica, ho dovuto lasciare la macchina a quasi due chilometri. Così arrivo in ritardo di un paio di minuti. Ed ho il mio daffare a cercare di entrare in Piazza Carignano.
Sembra proprio una cittadella assediata, con le sentinelle sugli spalti e l'orda di zombie alla Romero che tenta di sfondare le transenne. La polizia ha il suo daffare a tenere indietro i più esagitati, esaltati dai flash dei giornalisti. Io dopo un po' riesco ad entrare, dalla parte opposta rispetto all'epicentro dei contestatori. Meno male che ci sono i fotografi a fare da cordone a quelli che vogliono scavalcare...
Le parole megafonate mi giungono un po' distorte. Si riesce a distinguere una sequela di contumelie quasi ininterrotta nei confronti di questa o quella sentinella, con particolare predilizione per gli insulti scatologici. Tutte le possibili variazioni e usi degli escrementi...ogni pochi minuti parte un coro di vergogna, vergogna nei nostri confronti.
Rimproverano alle sentinelle l'uso di terreno pubblico. Insultano la polizia che impedirebbe a loro di manifestare liberamente, ovvero non li lascia entrare in contatto diretto con coloro che stanno in piedi, silenziosi, a leggere. E' chiaro che cercano la reazione, la rissa che li legittimerebbe, dimostrerebbe il nostro odio. Falliscono.
Non riesco a sentire bene, non è neanche che mi interessi più di tanto. I contromanifestanti più vicini a me provvedono con le loro parole, non amplificate ma più dirette, a erudirmi sulla mia ignoranza, il mio aspetto fisico, il mio stato mentale, sulla necessità che io torni in chiesa invece di stare con gli altri clericofascisti lì a odiare.
A verrebbe tanto da dire: ma che odio? Aprite gli occhi, aprite le orecchie: chi sta odiando chi, chi sta insultando chi? Chi sta in silenzio, chi sbraita? Chi sta fermo, chi cerca di rompere gli sbarramenti? Chi cerca di esprimere il suo pensiero, e chi cerca di impedirlo?
Invece taccio, e leggo. Ad occhio siamo un duecento, forse più, altrettanto quelli fuori. Che fanno cordone, "spiegando" a loro modo alla gente chi siamo. Sì, ci sarebbe da dire a quei passanti: ma non vedete? Usate la testa!
Anche il ragazzo davanti a me legge. Il libretto che ha in mano è di Pasolini. Da fuori lo insultano: ma come, leggi Pasolini e sei lì dentro? E lui a spiegare che sì, ha un libro, è dentro, ma è al contrario, si oppone. Gli sussurro: "Io l'avevo capito". Alza la testa, come stupito del mio sorriso.
Lui mi chiede: "Posso domandarle una cosa?" E io, "Ma certo, tra un quarto d'ora, alla fine della veglia".
Torniamo alla lettura, tra il clamore assordante di chi è incapace di guardare in silenzio e dimostra efficacemente perché siamo lì. Fossi negli organizzatori mi congratulerei con gli oppositori per averlo reso così immediatamente evidente. Ancora una volta, a chi vuole sentire e vedere, non a certi giornalisti.
La veglia finisce, Il mio dirimpettaio mi dice "Ho scelto lei perché ha l'aspetto di uno che ha dei figli, dei nipoti..."
"Ah, non sono così vecchio!"
"Come zio..."
"Va bene, quello sì..."
"Pensi se i suoi figli crescessero nell'odio e nella paura che sono rivolti a noi. Questo volevo dirle."
Vuole offrirmi il suo libro, ma gli dico che Pasolini già lo conosco e l'apprezzo. Fa per andarsene, gli offro la mano che stringe un po' stranito. Gli chiedo se vuole parlare ancora un po', ma mi saluta e va via. Accidenti, avrei dovuto citargli quei versi di Pasolini che conosco a memoria, quelli che fanno
"(...) vi troverete vecchi senza l'amore per i libri e la vita: 
perfetti abitanti di quel mondo rinnovato 
attraverso le sue reazioni e repressioni, sì, sì, è vero, 
ma sopratutto attraverso voi, che vi siete ribellati 
proprio come esso voleva...
oh sfortunata generazione 
piangerai, ma di lacrime senza vita 
perché forse non saprai neanche riandare 
a ciò che non avendo avuto non hai neanche perduto"
Avrei dovuto chiedergli se aveva visto in me davvero quell'odio che si aspettava di trovare. Se gli slogan dei suoi compagni non gli facevano venir domande, vacillare certezze. Ma è già andato. Posso solo sperare che ripenserà a quanto successo.
A chi davvero odiava.
la Polizia ci fa uscire velocemente dalla piazza perché "non è in grado di garantirci l'incolumità". I contestatori srotolano il loro striscione:  "L'amore è inarrestabile", dicono.
Ma il loro sembra tutto tranne che amore.
172841051-9c5e468f-fd8a-4eca-a509-444323eba9e4
BY Berlicche |



Sentinelle aggredite. 
di Andrea Lavelli

All’indomani della grande veglia nazionale organizzata dalle Sentinelle in Piedi nella giornata di ieri sarebbe bello poter parlare solo del grande risultato raggiunto: più di 10.000 persone hanno riempito le piazze di 100 città italiane da nord a sud (si tratta di dati ancora provvisori) per testimoniare ancora una volta che in Italia esiste un popolo che non ci sta a piegarsi di fronte all’avanzata di leggi che minacciano la libertà d’espressione e la famiglia.
E invece la cronaca ha nuovamente fatto registrate in tutta Italia episodi di intolleranza nei confronti delle Sentinelle da parte di sigle della sinistra estrema, dei centri sociali e da militanti LGBT. Nel migliore dei casi i veglianti sono stati “solo” pesantemente insultati, mentre in alcune piazze si è arrivati al linciaggio vero e proprio.
È il caso di Rovereto, dove i veglianti hanno subito un’aggressione che ricorda da vicino i peggiori metodi dello squadrismo d’altri tempi. Mentre gli organizzatori erano intenti a preparare la piazza per la veglia, ecco arrivare un gruppo di una ventina di giovani identificati come anarchici che distruggono il loro materiale e aggrediscono fisicamente le Sentinelle: uno di loro ha subito la rottura del setto nasale, mentre un sacerdote, ha avuto una lesione alla testa e due giorni di prognosi.
Ha del surreale anche il caso di Bologna, dove più di cento Sentinelle hanno vegliato in un clima da vera e propria guerriglia urbana. «Mentre ci stavamo predisponendo per la veglia è giunto in piazza un corteo formato da militanti di Rifondazione comunista e dei centri sociali che hanno subito cercato di sfondare il cordone formato dagli uomini della polizia per proteggerci», racconta il portavoce Gianluigi Veronesi. «La situazione è precipitata al punto che la polizia è stata costretta a caricare, mentre i contromanifestanti hanno cominciato a lanciare sui veglianti fumogeni e razzetti da stadio che hanno raggiunto alcune sentinelle». Seppure in un clima surreale, le Sentinelle si vedono costrette ad anticipare l’inizio della veglia, cosa che scatena una fitta pioggia di uova e bottiglie da parte degli antagonisti: «Molti veglianti sono stati imbrattati e una bottiglia ha letteralmente sfiorato una bambina di sei anni».
I veglianti a questo punto si sono trovati praticamente in trappola: «dietro di noi avevamo la cattedrale di San Petronio, mentre eravamo chiusi su tutti i lati, con alcuni di noi che si sono trovati vicinissimi ai contromanifestanti: hanno vomitato bestemmie e ingiurie di ogni tipo», racconta Gianluigi. «Circa 80  persone non hanno potuto raggiungere la piazza per il caos, mentre molte famiglie con bambini sono state costrette a uscire. Una mamma che spingeva una carrozzina con un bambino di un anno è stata coperta di insulti e sputi: questo è il fatto che più di tutti ci ha addolorato».
Le Sentinelle si sono viste costrette a concludere la veglia anzitempo e solo l’intervento della polizia ha permesso ai veglianti di lasciare la piazza indenni. «Le Sentinelle non hanno ceduto ad alcuna provocazione: abbiamo visto negli occhi dei veglianti molto orgoglio e tenacia. Molti hanno espresso il desiderio di partecipare più attivamente all’organizzazione».
Mentre in altre città italiane la veglia è proseguita senza troppi problemi, sono diversi gli episodi di aggressione simili a quelli di Bologna e Rovereto in cui la veglia ha scatenato la rabbiosa reazione dei contestatori.
È successo anche a Torino dove gli antagonisti hanno circondato i 200 veglianti protetti dalle transenne degli uomini delle forze dell’ordine, come racconta Daniele Barale. «Per tutta la durata della veglia ci hanno insultato, ci hanno definito fascisti e omofobi e ci hanno invitato a restarcene nelle chiese e non in piazza», il che fa pensare a una curiosa analogia con il ddl Scalfarotto che vorrebbe relegare l’espressione della libertà di opinione all’interno di chiese e associazioni. «I contromanifestanti hanno poi provato a sfondare le transenne della polizia (che è stata impeccabile) e a rompere il nostro banner. Si sono anche organizzati per andare a prendere di mira diverse personalità come un rappresentante locale del Movimento per la Vita. Per tutto il tempo le Sentinelle sono rimaste impassibili».
Nessuna aggressione invece a Milano, dove però la veglia silenziosa di 400 Sentinelle è stata disturbata da militanti LGBT che con un megafono hanno urlato volgarità e oscenità di ogni tipo. Pesanti contestazioni si sono registrate anche a Genova dove 200 contromanifestanti hanno invaso le fila delle sentinelle, portando anche dei cani che hanno colpito una vegliante, per non parlare dei casi di Trieste, Pisa, Napoli e di altre città d’Italia.
Da parte loro le Sentinelle hanno mantenuto ovunque lo stile pacifico e silenzioso che le contraddistingue, rifiutandosi di reagire alle provocazioni e ribadiscono che «queste contestazioni mettono il luce l’enorme inganno che le politiche LGBT portano avanti, ovvero quello di creare una contrapposizione tra omosessuali e eterosessuali. Non è l’orientamento sessuale a definire un individuo, ma la sua integrità. Parlare di omosessuali» continuano le Sentinelle «come se fossero una categoria uniforme è il primo modo di creare una divisione e una disuguaglianza. Non tutte le persone con tendenze omosessuali infatti si riconoscono nei diritti rivendicati dagli attivisti LGBT. E anche quelli che ci si ritrovano per noi non sono nemici da combattere ma persone come le altre a cui aprire gli occhi».
In sostanza questa prima grande veglia nazionale è servita una volta di più a farci rendere conto che manifestare in silenzio a favore della famiglia naturale e del diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre è sufficiente oggi per essere definiti omofobi da detestare e ridurre al silenzio con le buone o con le cattive.
È servita a farci capire che è questa la sfida del presente, riaffermare con decisione e pacatezza ciò che c’è di più ovvio e naturale e svegliare le coscienze addormentate da chi vuole imporre un’ideologia che mira a distruggere la natura stessa dell’uomo.

Veglie, botte e disinformazione sistematica
6 ottobre 2014

QUELLA VIOLENZA OSCENA CONTRO LE SENTINELLE 

Le cento piazze delle Sentinelle in piedi, le cento piazze dove si è svolta una veglia silenziosa per la libertà d'espressione di tutti e per il nostro diritto di affermare che un bimbo nasce sempre da un uomo e da una donna, sono state prese d'assalto da una violenza oscena che mi prenderò la briga di raccontare analiticamente quando avrò finito di raccogliere da voi anche qui i dettagli di quel che è avvenuto città per città. Posso dirvi che a Rovereto hanno spaccato la faccia a un manifestante e preso d'assalto addirittura un sacerdote, che a Bologna centri sociali e lobby Lgbt hanno picchiato indiscriminatamente padri e madri di famiglia, che a Torino hanno tentato di non far svolgere la veglia con fumogeni e bestemmie ripetute al megafono. L'elenco di questa violenza cieca e oscena è infinito.
L'informazione vergognosa che abbiamo in questo paese ha fatto il resto. Repubblica racconta la veglia delle Sentinelle a Bologna come un "sit in anti-gay" organizzato da "ultracattolici" e offre l'ultima parola a questi vigliacchi che sono andati in quattrocento contro qualche decina di padri e madri di famiglia: "Abbiamo cacciato i fascisti" dice l'assalitore alla compiaciuta giornalista di Repubblica che racconta le Sentinelle sempre oscillando tra il sostantivo "guardiani" e gli aggettivi "ultracattolici" e "postfascisti". 
In qualsiasi nazione libera la violenza deliberata e pianificata contro la manifestazione del pensiero, svolta addirittura in forma silenziosa, sarebbe stigmatizzata. La stampa e la televisione italiane hanno scelto o di ignorarla o di sottolinearla con compiacimento. È stata violenza cieca e oscena che otterrà un solo risultato. Renderci più decisi nella battaglia al fianco dei soggetti più deboli della società a partire dai bambini e dalle mamme. Non ci faremo piegare né dalla vostra violenza, né dalla vostra disinformazione più violenta ancora perché deliberata e sistematica. Roberto Saviano ha scritto che le Sentinelle praticano una forma di "violenza culturale". Non gli è scappato da ridere mentre pensava questa minchiata? E oggi che la violenza contro le Sentinelle è stata fisica e pesantissima e organizzata secondo voi chiederà scusa o si renderà conto dell'istigazione che le sue parole ieri hanno rappresentato? Non vi aspettate sorprese.

Nessun commento:

Posta un commento