mercoledì 8 ottobre 2014

Cronache siriane

DI ADMIN
Immagine
SIRIA
La notte del 5 ottobre alcuni ribelli legati a Jahbat Al-Nusra sono entrati nel convento di San Giuseppe a Knayeh, vicino alla Turchia, e hanno rapito il parroco francescano p. Hanna Jallouf e arrestato alcuni cittadini civili. Le suore francescane che erano nel convento si sono rifugiate in alcune case del villaggio.
Il villaggio siriano è sede non solo della Parrocchia latina (di un asilo e di un centro per i giovani) ma anche di uno dei 4 centri di accoglienza creati dai frati della Custodia di Terra Santa all’inizio del conflitto, di cui adesso si teme per la sopravvivenza.
Lo ha annunciato la Custodia di Terra Santa da Gerusalemme ieri mattina, 7 ottobre. Alla fine del comunicato si legge:  “Non siamo in grado di dire dove siano padre Hanna e i suoi parrocchiani e, in questo momento, non esiste alcuna possibilità di contatto con lui o suoi rapitori. Preghiamo per lui e per le altre vittime di questa guerra tragica e insensata”
p. Hanna Jallouf
p. Hanna Jallouf
***
“Molto più che in Europa, il Medio Oriente è sempre stato il crogiolo di differenze religiose. Ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno il loro cuore e le loro radici in queste terre. Ciascuna di queste fedi ha poi conosciuto divisioni e sviluppi interni vivacissimi: sunniti, sciiti, cristiani ortodossi, copti, siriaci e così via lungo i secoli, lo hanno reso unico nel suo genere in tutto il mondo – un luogo di convivenze. Le convivenze non sono mai state facili e le persecuzioni lungo i secoli non sono mancate. Ma non si è mai assistito a una “pulizia religiosa” del tipo a cui assistiamo oggi. Questa forma di convivenza interreligiosa – che è altra cosa rispetto allintegrazione, che è una sfida occidentale – ha caratterizzato il Medio Oriente per secoli, anche se in maniera mai semplice e lineare, e ne forma comunque il carattere costitutivo. È per questo che cristiani delle diverse confessioni fino ad oggi sono ancora qui in Medio Oriente.”
 “Il Medio Oriente ha urgente e drammatico bisogno di individuare una nuova strada per delineare il proprio futuro, che può essere costruito solo insieme, con tutte le diverse anime che lo compongono, e mai solamente con qualcuno contro un altro. Cristiani, musulmani, curdi, ebrei e tutte le altre comunità religiose ed etniche sono parte integrante della vita di questi Paesi e non spariranno”.
  1. Pierbattista Pizzaballa
Custode di Terra Santa e Presidente dell’Associazione pro Terra Sancta
 
 
Il Custode Pierbattista Pizzaballa, presidente dellAssociazione pro Terra Sancta, recentemente si era recato in Siria – accompagnato Padre Simon Herro, responsabile della Regione San Paolo –  per verificare di persona la situazione della fraternità e dei conventi, in quanto le notizie che arrivano a Gerusalemme erano spesso confuse e le comunicazioni venivano continuamente interrotte. Con alcuni frati infatti non si hanno contatti  da mesi per la mancanza di elettricità. Le zone più colpite, sono a nord-ovest, nella vallata del fiume Oronte dove si trovano alcuni villaggi cristiani (Knayeh, Yacoubieh, Jisser, Ghassanieh e Gidaideh) e ad Aleppo. A Latakia e a Damasco invece la situazione è più controllata. Il convento di Padre Hanna, a Knayeh, recentemente era rimasto senza vetri alle finestre e il tetto è stato così danneggiato che l’acqua penetra ovunque.
 
Un altro villaggio colpito della zona dell’Oronte è quello Ghassanieh dove un anno fa è stato ucciso P. Francois Murad di 49 anni per opera sempre dei miliziani di Jabhat al-Nusra. Il villaggio un tempo era composto da 4mila abitanti. Ora qui come negli altri villaggi le case sono abbandonate ed occupate dai ribelli che avanzano numerosi con le loro famiglie. Il Convento di Yacoubieh, poco distante dai confini con la Turchia, lo scorso 20 luglio era stato colpito da un missile lanciato da un aereo. L’edificio aveva subito danni molto gravi ma per fortuna non ci erano state vittime e il parroco padre Dhiya Azziz aveva riportato solo qualche ferita alla testa. Qui ha sede un altro centro di accoglienza.
Nei centri, nelle chiese e nell’ambulatorio i frati assistono decine di famiglie, rifugiati e sfollati, cristiani e musulmani, a cui forniscono beni di prima necessità, cure e li aiutano a cercare una casa. La difficoltà maggiore per loro è reperire medicinali.
Ad Aleppo, dove prima della guerra vivevano 4 milioni di abitanti di cui 200mila cristiani, è  il caos totale ed è difficile trovare materie prime quali cibo e gasolio per il riscaldamento. Ora i cristiani sono fuggiti in altri paesi e ne rimangono poco più di un terzo.
La città rimane senz’acqua anche per 7-10 giorni consecutivi. Si stanno rivelando di vitale importanza per migliaia di persone tutti i giorni i 4 pozzi che i francescani hanno costruito prima dello scoppio della guerra. Altri stanno cercando di costruirli, ma il costo elevato si aggira sui 25mila dollari. L’elettricità prima veniva interrotta per 6 ore, ora possono passare anche 12-14 ore.  La gente, nonostante i bombardamenti e la paura costante di muoversi,  continua ad andare in chiesa.

Nessun commento:

Posta un commento