giovedì 16 gennaio 2014

DA "Oggi è nata una mamma ..."

STORIA DI ANNA 

champagne


Pausa per il panino del mezzogiorno; corridoio della Mangiagalli, lunghissimo, con ad una estremità la segreteria per l’attuazione della legge 194 e, all’altra, il Centro di Aiuto alla Vita.
Entra una signora che, molto intimidita, depone sul nostro tavolo un plico di documenti e di referti.
“Buongiorno” dice Giovanna, “posso aiutarla?”
La signora alza gli occhi umidi e, con un filo di voce, chiede di potersi prenotare per abortire.
Giovanna, anche più timida di lei, con altrettanto filo di voce, ribatte:
“Forse lei cerca la segreteria della 194 ma noi siamo il Centro di Aiuto alla Vita.”
A queste parole, la signora, molto imbarazzata, raccatta velocemente tutti le sue carte, saluta a mezza voce, e si incammina verso l’altro capo del corridoio.
La riservatezza di Giovanna, ha come uno scossone; abbandona il suo panino e rincorre la signora dicendo che se avesse voluto fermarsi nel nostro ufficio e parlare un po’, lei l’avrebbe ascoltata volentieri.
Comincia, così, un racconto che ha del surreale.
Anna risulta regolarmente sposata e vive in un monolocale, il marito lavora come impiegato e ha un figlio di quattro anni.
Non volendo che Marco rimanesse figlio unico, hanno acquistato una casa un po’ più grande, due camere più cucina, accendendo un mutuo che possono pagare solo perché Anna ha trovato un piccolo lavoro.
Infatti si reca ogni mattina ad aiutare un fruttivendolo che ha un banco ai vari mercati.
E’, però, rimasta incinta troppo presto; per pagare le rate del mutuo il suo lavoro è indispensabile, ma incinta …
Giovanna ascolta e il desiderio di aiutare Anna, si fa di mano in mano più grande.
Sembra assurdo che siano stati fatti tutti questi cambiamenti nella loro vita per poter far nascere un fratellino per Marco e poi, quando questo piccolo si affaccia, gli venga tolta la possibilità di nascere.
Momento di silenzio e poi la proposta di Giovanna:
“Se noi potessimo pagare per voi la rata del mutuo fino all’anno di vita di questo secondo bimbo?”
Anna alza gli occhi per incontrare quelli di Giovanna e un sorriso le appare sulle labbra.
“Davvero potreste fare questa cosa?”
“Credo proprio di sì, visto che siamo il Centro di Aiuto alla Vita.
Incredula ma rassicurata, dice che dovrà parlarne con suo marito e sembra felice.
Quel bambino è nato e si chiama Andrea.

Il giorno in cui Anna ha partorito, il marito è arrivato al nostro Centro con due bottiglie di spumante per brindare alla Vita e per dimostrarci la sua riconoscenza.

*
Denatalità, la vera crisi
di Ettore Gotti Tedeschi

“La vera crisi dell’Europa tradita dalle culle”, titola La Repubblica lunedi 13 gennaio in un bell’articolo di Federico Fubini seguito da un altrettanto bel commento-intervista di Maria Novella de Luca. Invito a leggerlo. Vorrei però fare alcune considerazioni.
La prima è che, con notevole ritardo, economisti e demografi scoprono il fenomeno conseguente al crollo delle nascite. Li scusiamo ben conoscendo l’influenza negativa che hanno avuto gli intellettuali neomalthusiani sulla oppurtunità che le culle si svuotassero, quasi fosse una opportunità sociale ed economica ridurre il numero degli esseri che popolano il quartiere dove abitano costoro. Chissà se lo hanno per tanto tempo sostenuto in buona fede, o solo per incoscienza.
La seconda considerazione riguarda l’affermazione che “I nuovi nati calano (...) a causa della recessione”. No, su questo punto c’è un netto disaccordo. L’analisi demografica va condita con riflessioni un po’ più approfondite sulle cause del crollo nascite. Io sostengo il contrario, cioè che la recessione è stata causata dal crollo delle nascite, non viceversa. E lo sostengo da più di 20 anni. Infatti gioii non poco a leggere i primi report, citati da La Repubblica, di McKinsey (in cui ho anch’io avuto il privilegio di lavorararvi per alcuni anni) sugli effetti del crollo nascite e invecchiamento popolazione che confermavano i miei intuiti e primi studi.
Vorrei proporre una domanda al lettore: “nasce prima l’uovo o la gallina”? Nel nostro caso, nasce prima la crisi economica o il crollo popolazione? Io son certo che nasce prima il crollo popolazione. Vi siete mai chiesti come sia possibile nel mondo globale far crescere il Pil di un Paese maturo, se la popolazione non cresce o persino diminuisce? La risposta vera (a parte le solite, scontate e smentite dai fatti, ipotesi di crescita produttiva ed export) è: facendo crescere i consumi individuali. E ciò è avvenuto imponendo la dottrina del “consumismo”, sacrificando prima il risparmio, indispensabile base monetaria per il credito bancario, e poi indebitando le famiglie. Ma l’invecchiamento della popolazione fa crescere esponenzialmente i costi fissi sociali (pensioni, sanità...) che per esser sostenuti vogliono aumento delle tasse, ecc. Potrei continuare in queste considerazioni per pagine e pagine. Son vent’anni che ne scrivo, più criticato che sostenuto, persino all’interno del mondo cattolico. Perciò suggerirei al bravo Fubini di correggere l’espressione con cui conclude l’articolo, con la seguente: “Vince, come sempre, chi vuol capirlo, per primo” (anzichè “chi lo capisce per primo”). Quante volte è stato spiegato che rischi si correvano a svuotare le culle? E ancor di più a non sostenere con aiuti la famiglia che fa figli?
La terza considerazione, di fatto, è la “spiegazione di volta” dei vari perché che ci poniamo ora, troppo tardi. Perché queste lacrime di coccodrillo, perché non si è ascoltato chi ha criticato e spiegato la scelta di far crollare la natalità? (direi da circa quarant’anni, da quando si divulgarono le terorie neomaltusiane del Club di Roma, Stanford, MIT, sui limiti dello sviluppo negli anni ’70-’75 – cercate e rileggete i libri di Colin Clark, uno dei maggiori economisti dell’epoca) La risposta è semplice, purtroppo, perché detta critica venne considerata “morale” e l’economia deve aver autonomia morale, soprattutto da Keynes in poi. E la popolazione che cresce e diminuisce è un fattore economico, non morale. Si legga Essays in Persuasion del 1931 di John Maynard Keynes.(Esortazioni e profezie, Il Saggiatore, 1968), il capitolo II parte V – Prospettive economiche: “il ritmo con cui possiamo raggiungere la nostra destinazione di beatitudine economica dipenderà da 4 fattori: (il primo è) la nostra capacità di controllo demografico…”.
La quarta considerazione è che, nonostante tutto, non tutti sono d’accordo nel promuovere famiglia e figli. Ometto riferimenti a pensieri di carattere morale, mi riferisco, invitando a leggerlo, ad uno studio-ricerca fatto dalla Open University nel Regno Unito (riferito da The Guardian, lunedi 13 gennaio 2014) che praticamente dice che le coppie senza figli vivono un matrimonio più felice, potendo pensare alla propria soddisfazione ed a quella del partner. Naturalemente senza quei fastidiosi esseri che sono i figli... Come dice Benedetto XVI in Caritas in Veritate la vera crisi, origine delle altre, è una crisi morale (aggiungerei anche di intelligenza). Altro che economica.

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