venerdì 6 dicembre 2013

Battesimo - Nuoce gravemente alla salute?

BATTESIMO “Sceglierà lui da grande…”

Sceglierà lui da grande

IL JOLLY

DI COSTANZA MIRIANO
foto (5)
di Costanza Miriano
Ho battezzato il mio secondo figlio con l’acqua dei piatti. Un’acquetta oleosa che stava dentro l’insalatiera. Non un gran che come liturgia, lo ammetto, ma la situazione non consentiva di meglio. La celebrante peraltro era in sottoveste, il battezzando in tutina di spugna di terza mano.
E’ notte, mio marito è fuori per lavoro, il primo figlio, tre anni, dorme. Fatto il primo pasto da seduta di tutta la giornata, chiaramente verso le undici di sera, prima di procedere alla sistemazione dei piatti passo per il controllo lettini (con un neonato si fa). Il piccolo è bollente. Lo prendo in braccio e scopro che ha le convulsioni. Rovescia gli occhi all’indietro, si irrigidisce, non risponde agli stimoli.
Ricordo bene che il mio primo pensiero in quel momento non è stato “oddio muore” (noi mamme siamo inclini alla tragicità) ma “oddio non è battezzato”. E così sono corsa al lavandino, ho preso l’acqua che c’era, e l’ho immediatamente battezzato, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, facendo una breve preghiera. Poi ho chiamato nell’ordine la pediatra, che mi ha detto di andare all’ospedale, un taxi che mi ci portasse, la zia che è venuta a guardare il grande, mio marito che ci ha raggiunti al Bambin Gesù.
Per la cronaca poi è andato tutto a posto (e Bernardo è stato poi battezzato di nuovo anche in chiesa, da un sacerdote, per sicurezza nel giorno dell’esaltazione della santa croce, il nostro potentissimo strumento di salvezza) ma adesso a ripensarci mi accorgo di quanto la consapevolezza della necessità vitale del battesimo fosse dentro di me, anche nel momento del panico, e stavolta un panico serio, da ricovero, non la solita ansia da madre (perché non risponde? non sente? sarà diventato sordo quando è caduto sui gonfiabili?). Allora non ho il cervello bollito.
Il fatto è che il battesimo è il punto centrale per l’uomo cristiano. Chi non lo pensa, chi non ne è veramente convinto, segue un’antropologia esattamente, profondamente, diametralmente opposta a quella cristiana. L’uomo contemporaneo si ritiene compiuto in sé, autosufficiente, bisognoso solo di regole sociali che gli permettano di esprimersi per come è, di realizzare la sua creatività o comunque la sua personalità. Crede che se le cose verrano organizzate come si deve, tutto andrà per il verso giusto.
Noi cristiani invece pensiamo che dobbiamo essere profondamente guariti, che da soli non possiamo far nulla, che – come dice san Paolo – a volte il bene lo vediamo anche, ma non riusciamo proprio a compierlo, e se lo dice lui che è uno dei più grandi di tutti i tempi…
Puoi fare tutte le conferenze che vuoi, scrivere o leggere tutti i libri che ti pare, ma alla fine, gratta gratta, c’è in noi il mistero del male. E per quanto uno provi a evitarla, perché tutti un po’ ci proviamo a evitarla, è la croce la chiave di volta di tutto. Quando capisci che devi morire, allora cominci a cambiare. Devi morire, cioè accettare la croce, non perché Dio sia un sadico, ma perché tu non funzioni, e la croce ti salva non nel senso che un giorno, da morto, avrai una ricompensa, ma nel senso che da subito, oggi, qui, cominci a essere felice. Altrimenti non lo sei. La grazia per abbracciare la croce, ed esserne salvati, viene solo dalla porta che il battesimo ci ha aperto.
Conosco tante persone che festeggiano più il giorno dell’anniversario del battesimo che quello del compleanno (anche io ho cominciato da qualche anno a ricordarlo, anche se parenti e amici i regali me li fanno per la nascita carnale, e io non mi offendo, comunque: a caval donato eccetera eccetera).
Il Battesimo è la vita nuova, è la guarigione, è essere sepolti con Cristo nella morte per risuscitare con lui, camminando in una vita nuova, quella della grazia, e cominciare già da questa vita. È l’arma più potente di tutte, è la via attraverso cui passa la grazia, è la via della salvezza. Senza la grazia siamo dei poveracci, capaci di cose grandi e meschinissime insieme, incostanti, limitati. È il sacramento della fede, è la cosa più preziosa che ci sia stata regalata, è la possiblità della vita eterna, è il jolly, lo scarabeo, il poker d’assi, la carta probabilità che ti fa comprare viale delle Vittorie, è il nostro tesoro nel campo.
Quasi quasi verrebbe da custodirlo gelosamente e non parlarne con nessuno, se non fosse che col battesimo diventiamo parte della Chiesa, e quindi profondamente, veramente, concretamente fratelli, più fratelli che coi fratelli di sangue, e questa è un’altra delle cose bellissime che ci sono state regalate.
Per questo a quelli che questo regalo non vogliono farlo al loro bambino, dicendo “deciderà da solo, noi non lo vogliamo condizionare” direi, ma perché lo mandate a scuola, perché gli date da mangiare, perché gli avete comprato anche un letto, delle scarpe? Non è che gli starete facendo violenza?
 ***

ED ECCO L’INCONTRO DA NON PERDERE, VENERDÌ PROSSIMO!



“Sceglierà lui da grande…” questa risposta, in riferimento al sacramento del Battesimo per un figlio, è conforme ai dogmi del moderno politicamente corretto. Vorrebbe essere massima celebrazione ed esaltazione della libertà individuale fin da bambini.  Ma è così? Cosa rispondere? Questa impostazione apre domande pesanti non solo sulla comprensione del sacramento del Battesimo, ma anche sull’idea di educazione e sul ruolo che abbiamo come adulti. Sicuramente questo secondo incontro dei Cinque Passi* 2013-2014 è aperto ad affrontare anche altre questioni di attualità come lo “sbattezzo” o l’influenza della Chiesa nella società.
* I Cinque Passi sono catechesi della durata di 30 minuti precisi misurate con clessidra. Al termine della catechesi, i partecipanti che lo desiderano possono scrivere le loro domande sul tema proposto in modo anonimo su biglietti che verranno poi estratti a caso. Questa fase dura un’ulteriore mezz’ora, alla quale segue, ma solo per chi vuole, un’ulteriore ciclo di risposte per altri 30 minuti. Le catechesi e le risposte alle domande sono affidate a Padre Maurizio Botta della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Roma.
13 Dicembre 2013  alle 21.00 – Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella) lungo Corso Vittorio Emanuele.

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